Parrebbe che le scienze attuali riuscissero a scalzare i nostri ragionamenti circa l’esistenza di un Dio creatore dell’uomo. Infatti le teorie evoluzionistiche hanno ormai raggiunto un tale grado di attendibilità da essere quasi universalmente riconosciute come vere.
L’evoluzione della vita sulla terra, in base alle ricerche sui reperti fossili rinvenuti un po’ ovunque, sarebbe partita dall’acqua. Nel mare infatti si sarebbero formati i primi organismi unicellulari che poi si sarebbero evoluti in forme sempre più complesse fino a diventare, da un lato, gli animali marini e terrestri e dall’altro, le piante che formano il regno vegetale. Anche l’uomo quindi sarebbe il prodotto di questa evoluzione che è durata 4 miliardi di anni. In base a queste teorie evolutive noi saremmo perciò il risultato di una continua trasformazione della materia organica e, alla fine, saremmo solo le scimmie più evolute oggi esistenti. Queste teorie però resteranno tali finché non saranno trovati i numerosissimi “anelli” mancanti nelle varie tappe che segnano i passaggi evolutivi più significativi. E comunque tutto ciò non dimostra certo l’inesistenza di un Dio creatore, semmai ci aiuta a capire la grandezza di Dio, rapportata alla complessità della natura che ovviamente, essendo da Lui creata si è dimostrata il suo valido mezzo per raggiungere il culmine della creazione che è appunto l’uomo.
Tutto questo ribalta la genesi biblica dell’uomo? No, la bibbia non è stata scritta da Dio; essa è divinamente ispirata, ma chi l’ha scritta non poteva avere a quei tempi le conoscenze di cui siamo in possesso oggi. Abbiamo visto come, anche solo cinquecento anni orsono, l’idea che l’uomo aveva del mondo fosse più vicina a quella dell’uomo primitivo che non a quella dell’uomo moderno. Il fatto che l’uomo non sia stato originato direttamente da Dio col suo soffio su di un pugno d’argilla, non scalfisce minimamente l’idea di Dio creatore. Il racconto biblico non poteva certamente essere compreso, nel tempo in cui è stato scritto, se non fosse stato rappresentato in quel modo. Ma ciò vale anche oggi se pensiamo al modo con cui riusciamo a spiegare le stesse cose ai nostri bambini. E quante volte anche noi adulti dobbiamo ricorrere a banali esemplificazioni per capire argomenti che altrimenti sarebbero fuori dalla nostra portata? Basti un esempio: prima di Copernico (XV sec.) si credeva ancora che la terra fosse piatta e che il firmamento fosse sorretto da colonne. Oggi nessuno lo crederebbe più, però ci è ancora difficile capire come possano gli australiani stare a “testa in giù” senza rendersene conto. Non è così semplice come sembra, acquisire il concetto che il “su” e il “giù” sono assolutamente relativi e nel caso specifico sono determinati dalla gravità terrestre e non dal fatto che vediamo il cielo sopra le nostre teste sia nell’emisfero boreale che in quello australe. Allo stesso modo non è così facile pensare che la terra si muove nello spazio a velocità pazzesca senza che ce ne accorgiamo.
Ma per le teorie evoluzionistiche sembrerebbe che l’intervento di Dio non ci sia stato nemmeno agli inizi dell’evoluzione organica, perché anche i primi esseri unicellulari si sarebbero formati direttamente dagli atomi che li componevano. Pare credibile, anche se non è stato ancora dimostrato, che in particolari condizioni fisiche favorevoli, una miscela a base di carbonio, idrogeno ed ossigeno, possa originare i primi composti che sono alla base della più elementare struttura organica. Ma le probabilità statistiche che questo evento si sia verificato casualmente sono tanto basse da farlo escludere a molti degli scienziati più quotati in questo campo. Quindi è forse questo il momento dell’intervento divino? Ancora una volta non sembra così importante perché anche se ciò non fosse, non faremmo che spostare il problema più in là nel tempo. Ancora prima quindi?
Anche la famosa teoria del “big bang”, il grande scoppio iniziale che avrebbe originato l’universo, pare oggi accettata unanimemente. L’universo, ancora oggi in espansione, si sarebbe originato da un ammasso iniziale di materia superconcentrata che sarebbe esplosa. Quando avrà esaurito la sua forza di espansione, inizierà a contrarsi, per ritornare a concentrarsi nella massa che l’aveva originato. Quindi si ripeterà il ciclo come se l’universo fosse un palloncino che si gonfia e si sgonfia con intervalli di decine di miliardi di anni. È mai possibile che le cose stiano così? Forse si, forse no! Probabilmente mai nessuno riuscirà a dimostrarlo. E comunque, se così fosse, il ciclo di espansione attuale potrebbe non essere il primo. L’universo potrebbe essersi formato già più volte, ma il suo punto d’inizio sarebbe sempre stata quella piccola quantità di materia iniziale collassata che ha originato il big bang, il nostro “big bang”. Allora Dio sarebbe intervenuto al momento del “botto iniziale”? Anzi, del primo botto iniziale? Può essere, ma non ci interessa più di tanto. L’importante è essere arrivati a capire che Egli è intervenuto per realizzare un suo progetto ben preciso che cercheremo in seguito di capire.
Ma qualcuno
obietta ancora che nessuno intervento c’è stato, cioè tutto ha avuto origine
casuale. Non esiste nessun Dio creatore! Ma allora saremmo “figli” della
materia, quindi l’origine di tutto sarebbe la materia, quindi la materia in
fondo sarebbe Dio. No, qui si cade nel ridicolo! La stessa scienza
ridicolizzerebbe l’uomo che decadrebbe al rango di “cosa”. È assurdo, non
può essere così, non è assolutamente così. Qualsiasi essere intelligente, se
si mette alla ricerca di Dio, prima o poi lo trova. E quando l’ha trovato non
può più metterlo in discussione. Da quel momento deve cominciare la sua
ricerca per capire chi è il suo Dio creatore. Questa sua ricerca diventerà lo
scopo della sua vita perché nessun altro obiettivo può esser più importante.
Alla luce di quanto esposto desidero ora chiarire il mio pensiero circa l’intervento di Dio nella creazione. Non nego alcuna scoperta scientifica dimostrata: negare ciò significherebbe negare l’importanza della scienza e quindi della ragione dell’uomo. Non accetto però come inconfutabile alcuna teoria scientifica che, in quanto tale resta pur sempre, fino a dimostrazione, l’elaborazione di ipotesi solo parzialmente suffragate da scoperte reali. Certo, le scienze hanno fatto passi enormi, grandi conquiste negli ultimi secoli, scoperte sensazionali sempre più importanti negli ultimi decenni. Sicuramente il prossimo futuro vedrà ulteriori grandi scoperte perché l’uomo ha in sé la molla della voglia infinita di conoscenza. Questo suo desiderio insaziabile di sapere è già un indizio sufficiente, (se non una prova) dell’esistenza di Dio che glielo ha scritto per così dire nel DNA. Non accettò però come inconfutabile alcuna teoria perché gli stessi scienziati più scoprono e più si rendono conto che la verità è appare ancora più lontana. L’atomo, per esempio, sembrava essere formato da un nucleo, composto da protoni e neutroni, e da elettroni che ruotano attorno ad esso e questi sembravano essere i più piccoli elementi costitutivi della materia. Poi si è scoperto che anche i protoni e i neutroni sono scindibili in elementi denominati “quark” e “bosoni”. Sembrava che finalmente si fosse giunti agli elementi più semplice della materia quando ci si è accorti che il “quadro” prospettato non reggeva: mancherebbe un “quark” all’appello. Ma già sorgono nuove esigenze. Gli stessi quark e bosoni sono probabilmente scindibili in elementi ulteriormente più semplici. Quanto semplici poi, lo diranno i nostri figli ai loro ma, sono convinto, questo argomento non sarà pienamente chiarito nemmeno dai nostri nipoti.
Tanti auguri alla scienza, ma questa non è l’unica strada per giungere alla conoscenza dell’esistenza di Dio. Dio volutamente si “nasconde” anche alla scienza più “curiosa” pur essendo Egli stesso la Scienza in assoluto. Egli non va assolutamente contro le leggi fisiche, matematiche o chimiche. Egli è l’autore stesso di queste leggi, l’uomo le può solo scoprire. Il vero scienziato è colui che umilmente pone tutte le sue domande al Creatore che gradualmente gliele svela. Pian piano Dio si fa conoscere attraverso la creazione.