L’uomo è uno strano essere che crede molto facilmente e tutto tranne che a Dio. E non si dica che crediamo solo a ciò che vediamo o sentiamo personalmente, o che comunque cade sotto i nostri sensi, perché non è così. Certo oggi, bombardati come siamo da immagini e parole, abbiamo un riscontro oggettivo e sensoriale di molte conoscenze che solo pochi decenni fa non erano acquisibili se non tramite la lettura. Ad esempio: pur non avendo mai visto l’Australia, ora possiamo vederla non solo riprodotta su un mappamondo, ma anche ripresa da un satellite in orbita geostazionaria. Pochi decenni orsono dovevamo fidarci del solo mappamondo, che era riprodotto sulla base dei dati raccolti dai geologi e prima ancora dagli esploratori. Oggi possiamo credere che la ex Jugoslavia o l’Iraq sono stati dilaniati da inutili guerre, perché ne abbiamo visto gli effetti in televisione, ma crediamo con la stessa sicurezza a tutte le precedenti guerre che hanno dilaniato il mondo e che ci sono state raccontate attraverso i testi di storia. Altrettanto ciecamente però crediamo alla bontà dell’aspirina che di anno in anno pare rivelare nuovi effetti “miracolosi”. Così pure crediamo alla velenosità dell’amanita o del morso della vipera senza sentire il bisogno di doverne collaudare personalmente la veridicità. In modo analogo però crediamo pure all’influsso nella vita degli astri o allo spiritismo o alla pranoterapia o alla magia o agli extraterrestri.
Non riusciamo invece a vedere con certezza la presenza di Dio nella sua manifestazione, (per tutti e singolarmente) nella grandiosità della Natura e più ancora dell’Uomo. Non ci fa molto riflettere la potenza del filo d’erba che buca l’asfalto o l’impareggiabile perfezione dei cristalli di un fiocco di neve o l’incredibile bellezza dei colori perfettamente simmetrici di una farfalla o dei disegni di una conchiglia.
Non cogliamo l’impronta di Dio nel momento del concepimento di un bimbo, nell’unione unica di quelle due cellule che daranno vita ad un nuovo essere, mentre se lo stesso identico uovo si fosse fuso con un altro spermatozoo, il nuovo essere sarebbe stato completamente diverso (incredibile!). Non soffermiamo l’attenzione sul chiaro segno divino che è la vita, non solo la nascita, ma i sentimenti: l’amore, la gioia, la pietà, l’odio, la paura. E la morte. Non analizziamo con sufficiente attenzione lo specchio di Dio che è in noi: l’anima, con la sua consapevolezza d’immortalità; la coscienza con la sua esaltazione nel bene o il rimorso nel male; il pensiero con la sua insaziabile fame e la sua immensa capacità di contenere tutto, le piccole cose e l’universo e perfino Dio stesso.