Quello degli Ebrei? (antico testamento)
Quello dei Cristiani? (nuovo testamento)
O Quello dei Musulmani? (corano)
La “seconda“ manifestazione di Dio:
l’Uomo nuovo, il Cristo.
La prima manifestazione di Dio, quella che coinvolge la ragione, quella che la scienza ci aiuta a “vedere” non è sufficiente perché, come abbiamo visto, dobbiamo riconoscere che Dio “trascende” le nostre pur grandi capacità. Un Dio dimostrabile non sarebbe Dio, ma sarebbe alla portata dell’uomo, alla sua stessa “altezza”. Oltre alla ragione quindi, dobbiamo coinvolgere un sentimento: la fede. Ma in chi dobbiamo avere fede per poter arrivare alla conoscenza della realtà di Dio? Non certo in un uomo, non certo in un’ideologia umana, e nemmeno in una religione. Deve essere Dio stesso che si mostra ad ogni uomo. Come?
Tentiamo ancora col ragionamento di metterci arditamente, ma con umiltà e fiducia, nei “panni” di Dio. Quale meravigliosa fantasia poteva usare per farsi “scoprire” senza mostrarsi? Nessuno avrebbe potuto immaginare la grandiosità della “mente” divina, che per mostrarsi all’uomo si “inventa” di farsi Uomo. Che bello! Che stupenda idea! Che sublime intuizione! È proprio una faccenda divina. Se ci pensiamo bene, si rimane sbalorditi e nello stesso tempo scopriamo che non poteva essere diversamente. Non esisteva nessun’altra possibilità. E nello stesso tempo svela il suo progetto d’amore nei nostri confronti. Dio si fa Uomo perché l’uomo possa farsi Dio. Se si arriva a credere questo, viene perfino da piangere!
Ma come può un Dio abbassarsi al rango di uomo. Di quell’uomo che già dagli albori ha tradito la sua fiducia. Di quell’uomo che già dall’inizio è stato l’assassino di suo fratello! Perché poi avrebbe dovuto farlo se, in base ai nostri criteri umani quell’uomo avrebbe invece meritato la morte o quantomeno l’ergastolo? Ecco la spiegazione del suo infinito gesto d’amore. Dio si è fatto Uomo per salvare l’uomo da se stesso. Si è fatto Uomo per condividere in tutto, fuorché nel peccato, la realtà della creatura umana. Per portare a compimento il progetto della creazione, per dimostrare che l’uomo non solo è veramente stato creato a immagine di Dio, ma che può diventare come Lui, anche se mai senza di Lui.
Vogliamo indagare ancora perché molte cose ci sfuggono e le domande si accumulano nella mente.
Stando al racconto biblico, Dio quando creò l’uomo lo pose in un magnifico giardino: l’Eden e lo creò immortale. L’uomo aveva tutto a disposizione, non faceva fatica, non doveva lavorare né sudare, non pativa né il caldo né il freddo, non aveva preoccupazioni di sorta, nemmeno la morte. E poi, meraviglia delle meraviglie, poteva perfino intrattenersi con Dio, parlare con Lui. Aveva tutto, era felice perché aveva anche una compagna simile a lui. Nonostante ciò, tutto questo non gli è bastato ed ha ceduto alla tentazione del serpente che per mezzo della donna lo ha indotto a peccare contro il Creatore. Il peccato originale è entrato così a far parte del patrimonio “genetico” dell’umanità. Ma anche questo faceva parte del disegno divino perché senza il peccato il Figlio non avrebbe potuto manifestarsi. Egli infatti si è fatto Uomo per liberarci dal peccato e dalla morte che ne è una diretta conseguenza. Non che il Figlio non esistesse già da prima (generato e non creato), ma il peccato fu una condizione necessaria per la sua manifestazione. Dio ha voluto essere accettato dall’uomo spontaneamente e consapevolmente, non supinamente. Ha voluto essere cercato e trovato liberamente, non essere “dimostrato” visibilmente.
Il nuovo “primo passo” è però ancora di Dio. È Lui che ci viene paternamente (e maternamente) incontro, donando il suo Figlio all’umanità.
Ma come ha potuto Dio farsi Uomo? Poteva un Dio nascere dal rapporto tra un uomo e una donna come tutti noi? Evidentemente no! Ancora una volta lo stupore per la “fantasia” divina è immenso. Dio riscatta l’errore della prima donna per mezzo di un’altra Donna che accetta di diventare la sua Madre. E in questa decisione sublime si manifesta lo Spirito Santo che è da sempre l’unione d’amore eterno che unisce il Padre al Figlio.
Il Dio che cerchiamo è quello che solo il cristianesimo ci presenta in modo pienamente convincente.
Il Vecchio Testamento è tutto improntato in funzione della venuta di una Persona che dovrà manifestare chiaramente e pienamente il Regno di Dio. I profeti lo evidenziano in una maniera che, dal punto di vista di un credente, risulta così chiara e comprensibile che ci si meraviglia di come possano esserci persone che non credono. Allora perché gli ebrei non hanno creduto e continuano ad attendere quel Messia che invece i cristiani hanno individuato in Gesù di Nazareth?
È il mistero dell’uomo che si perpetua nella storia. La libertà che Dio ci ha dato, diventa la nostra condanna all’incapacità di comprendere la Verità, se neghiamo l’evidenza che la fede è un dono che a tutti viene offerto, ma che ognuno è libero di accogliere oppure no. Ma siamo certi che sia solo questo? O non c’è anche la nostra malizia nel non voler credere in un Dio esigente che pretenderebbe, in cambio della salvezza, un comportamento coerente ai suoi comandamenti “capestro”? L’uomo ha un’altra visione di Dio. Vorrebbe un Dio accomodante, che chiude un occhio davanti al nostro desiderio di potere, di denaro, di sesso. Un Dio che ci accontenta in tutte le nostre ambizioni, aspirazioni, assuefazioni. Come certi genitori che credendo di dimostrare ai propri figli il loro grande amore, li accontentano in tutti i loro capricci. Col risultato di crescere dei ragazzi senza un progetto di vita, senza spina dorsale, incapaci di affrontare la minima difficoltà.
Ci rendiamo conto che un Dio così sarebbe una caricatura? E poi, ritornando agli ebrei, ricordiamoci che Gesù era, anzi è ebreo. Solo dopo la risurrezione si può parlare di cristianesimo e quindi di cristiani o addirittura di cattolici. Ma perché gli ebrei non hanno creduto? E si che l’hanno visto compiere miracoli, hanno sentito la sua parola, in molti l’hanno osannato ed hanno beneficiato della sua presenza. Spesso l’hanno onorato, l’hanno ospitato nelle loro case. Eppure hanno preferito che un altro vivesse al posto suo. Uno che oltretutto era un brigante, un sobillatore, forse un terrorista. Ed hanno permesso che fosse condannato alla morte infame di croce. Quella croce che diventerà il sacro simbolo dei cristiani. Morendo in croce Gesù dirà: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”. A dimostrazione dell’infinita misericordia di Dio. Una misericordia che supera il concetto della giustizia umana ed è invece espressione piena della Giustizia divina.
Quell’errore che rimane infame, verrebbe ripetuto anche oggi se Gesù si ripresentasse riproponendoci il suo messaggio di salvezza. Anche oggi verrebbe accolto solo da pochi ed anche quei pochi forse lo rinnegherebbero come fece Pietro. Eppure ancora una volta Egli sarebbe disposto a chiedere al Padre di perdonarci perché non sappiamo ciò che facciamo. Come si fa a non credere in un Dio così? Un Dio che nel suo Figlio ci ha mostrato il suo volto. Un Dio che si è svelato come padre (non padrone come per l’islam), non solo, ma anche come Madre, come fratello, come sorella, come sposo o sposa. E non è tutto. Un Dio che si fa mangiare, che pur di rimanere con noi e per noi, ci dà il suo corpo e il suo sangue come pane di Vita. Potremmo vivere anche solo mangiando di questo Pane, se veramente credessimo; ce lo dimostra la storia dei Santi che l’hanno sperimentato. E ancora non è tutto. Dopo aver dato la vita per ognuno di noi, dopo averci lasciato se stesso nell’Eucaristia, ci ha donato anche sua Madre (rivolto alla Madre dice: “donna ecco tuo figlio”, e rivolto a Giovanni dice “ecco tua Madre”). Così, oltre a mostrarci il Padre, ci mostra anche la via per arrivare a Lui. Per mezzo di Maria scopriamo Gesù che ci porta al Padre.