Il filo conduttore che ci permetterà di affrontare le nostre domande sulla vita e sulla morte, sul senso della vita e della morte, è il ragionamento che ci deve portare a riconoscere con certezza l’esistenza di un Dio creatore, il quale solo ci consentirà poi di sviluppare la nostra religiosità interiore che, col tempo, potrà maturare scelte definitive legate al concetto che ci saremo fatti di Lui. Solo dopo potremo arrivare a comprendere che il Dio in cui crediamo è il Padre di quel Gesù che si è fatto nostro fratello, proprio per dimostrare a noi che il vero Dio è solo quello che è anche Padre nostro.
Naturalmente dimostrare l’esistenza di Dio non è cosa facile. Sull’argomento esistono centinaia di testi ed è opportuno avvicinarne qualcuno per cercare di farsi un’idea della complessità dell’argomento. Ma non ritengo indispensabile leggere decine di testi per poter iniziare ad abbozzare la propria idea personale. Ormai, tutti o quasi, abbiamo una sufficiente cultura di base, tale da permetterci di ragionare su questo argomento che comunque è di per sé così stimolante che da sempre, in tutte le civiltà, tutti i popoli si sono messi alla ricerca di quel “qualcosa” che sta al disopra degli uomini e che governa quantomeno gli eventi naturali. Quel “qualcosa” che governa appunto la vita e la morte, gli astri del cielo, il tempo che scorre.