Gli scienziati che dicono di non riuscire a cogliere il momento dell’intervento di Dio sulla materia, dicono il vero, ma solo perché Dio interviene continuamente, da sempre.
È intervenuto nel momento della creazione del primo elemento di materia che si ipotizza possa essere stato un ammasso tanto compatto da non permettere nemmeno alla luce di uscirne. È intervenuto nel momento del “big bang” che ha originato le stelle (…e la luce fu). È intervenuto consentendo che dal sole si staccasse la terra e così si potesse raffreddare per preparare le condizioni favorevoli alla vita. È intervenuto consentendo che si formassero i mari e quindi l’atmosfera. È intervenuto consentendo l’inizio della vita nei mari, quindi sulla terra e nell’aria.
Certo la nostra mente non riesce a comprendere il modo di agire di Dio. Siamo abituati a pensare umanamente e quando diciamo che qualcuno interviene per fare qualcosa pensiamo, per esempio, al muratore che per fare una casa comincia a mettere un mattone sopra l’altro seguendo i disegni dell’ingegnere progettista. Un progetto che, per quanto complesso possa essere, ha una sua durata limitata nel tempo, in quanto, un progetto umano ha uno scopo umano e quindi deve essere realizzato nei tempi limitati rapportabili alla durata della vita umana per avere una sua utilità pratica. Voglio dire: che senso avrebbe costruire un’automobile se ci impiegassimo tre generazioni? Questo esempio ci convince del fatto che il tempo è importante, molto importante per l’uomo. Ma per Dio è soltanto un altro degli elementi da Lui creati proprio in funzione dell’uomo.
Ecco che allora forse si riesce a capire come l’intervento di Dio non debba essere considerato come una serie di eventi collocati in precisi momenti (i sei giorni della creazione biblica), ma come un progetto concepito e realizzato fuori dall’ottica temporale prettamente umana. Dio sta tuttora intervenendo perché il suo progetto non è ancora pienamente realizzato, ma allo stesso modo, Egli non ha mai smesso di intervenire fin dal momento iniziale.
A questo
punto potremmo però porci una domanda: se lo scopo di Dio era di creare
l’uomo per realizzare con esso un grande progetto, perché tanta complessità
nell’universo? Non poteva semplicemente creare una piattaforma poggiata su
qualcosa, che consentisse all’uomo di camminarci e di viverci, o una specie di
contenitore nel quale avremmo potuto stare senza doverci porre tante domande
circa l’universo che ci circonda? Voglio dire: che bisogno c’era di
ricorrere ad una creazione tanto elaborata da richiedere miliardi di anni di
evoluzione per arrivare all’uomo? Che bisogno c’era di miliardi di stelle
distanti tra loro miliardi di chilometri? Che bisogno c’era di milioni di
altre specie di esseri viventi? E ancora: che bisogno c’era di una natura
tanto complessa con i mille fenomeni atmosferici, terrestri e marini? E perché
siamo composti da miliardi di invisibili atomi che formano cellule programmate
per specializzarsi nel diventare gli organi di un corpo tanto complesso? E poi
perché consentirci di riprodurci e diventare tanti da cominciare a dubitare di
poter proseguire in questa “smania“ di moltiplicarci? Perché le malattie ed
il dolore fisico e psichico? Perché il bene ed il male, l’amore e l’odio,
la pace e la guerra? In sintesi: perché la vita e la morte?
Ma forse, più di ogni altra, la domanda centrale che ci poniamo è: perché Dio non si manifesta ad ognuno di noi singolarmente e ci dice esattamente cosa vuole?
Forse questa domanda, prima o poi, ce la poniamo tutti. Ma se pensiamo anche per poco all’eventuale risposta, capiamo che il problema Dio va esaminato in altro modo.
Poniamo comunque per un momento di volerci dare una risposta ragionevole. Perché dunque Dio non si manifesta in maniera tale da renderci evidente che Egli c’è (…Io sono colui che sono). Bene! Cosa dovrebbe fare secondo noi? Farsi vedere in televisione tra uno spot pubblicitario ed un telefilm? E sotto quale forma? Un vecchio burbero con la barba bianca? O una palla di fuoco che parla? Oppure dovrebbero squarciarsi le nubi e parlarci con voce tuonante? Ma sopra New York o sopra Canicattì, e come potremmo sentirlo tutti? O come faremmo a vederlo tutti?
Dovrebbe perciò manifestarsi singolarmente ad ognuno di noi. Ma anche in questo caso dovrebbe farsi vedere e sentire (si badi bene non solo o vedere o sentire), ma sotto quale forma? E via di seguito con le stesse domande che ci siamo già posti. Sono personalmente convinto che anche se nella nostra camera da letto si manifestasse sotto forma di una palla di fuoco dalla quale ci parlasse, molti crederebbero più facilmente di aver avuto un’allucinazione o di essere impazziti piuttosto che credere all’evidenza. E poi dovrebbe manifestarsi ad ogni nuovo nato e in quale fascia d’età? A sei anni si è troppo piccini, a sessanta molti sono già morti…
Certo questi ragionamenti potrebbero spingersi ben oltre, ma porterebbero solo a non concludere niente. È però opportuno farsele queste domande, perché almeno sapremo quali sono i vicoli ciechi che non porteranno mai a Dio e riusciremo più facilmente a capire che la vera strada da imboccare può essere solo una. D’altra parte … Dio nessuno l’ha mai visto, perché non è visibile dall’occhio umano. Nemmeno i Santi hanno mai visto Dio e nemmeno lo stesso Figlio finché non è ritornato al Padre. Nelle stesse apparizioni, mai si è sentito sia apparso Dio. Le apparizioni si riferiscono alla Madonna, a Gesù, ai Santi, agli angeli, ai demoni, ma mai a Dio. Perché?