Dunque la fede è un dono. Quando noi facciamo un regalo a qualcuno, questi può accettarlo o rifiutarlo e se lo accetta può gradirlo e quindi goderne, metterlo in mostra, farne partecipi anche gli altri ed essere felice per averlo accettato e quindi ringraziare; oppure pur accettandolo, può metterlo da parte e non goderne affatto, quindi sarà un regalo…inutile, infruttuoso, che non servirà ne a sé ne ad altri. Lo stesso è per il dono della fede: sappiamo, sentiamo che possederla è un grande dono, un vantaggio rispetto a chi non l’ha, ma siamo liberi di accettarla o di rifiutarla. Di accoglierla come cosa preziosa che ci arricchisce e ci salva o metterla in un angolo della nostra stanza interiore che è il cuore e lasciarla assopire inutilizzata, o addirittura rifiutarla senza renderci conto della sua importanza, della sua immensa opportunità. La fede va accolta e vissuta, va coltivata, va alimentata, va gridata e dimostrata con la propria vita.
Tutti vedendo come viviamo dovrebbero comprendere che possediamo la fede perché la viviamo. Se non è così, significa che ancora non la possediamo, cioè non l’abbiamo ancora accolta pienamente. Non abbiamo ancora capito Colui che ce l’ha offerta e non abbiamo ancora imparato a ringraziarlo. Ecco: la preghiera; la fede ci consente di instaurare un rapporto col Creatore, di parlargli liberamente, proprio come un figlio parla al padre, anzi come un bimbo si relaziona col suo paparino (Abbà), quindi con affetto, con “gemiti inesprimibili”, o con la tenerezza dei fidanzati al primo approccio, ma anche con la veemenza del sentimento e della passione che unisce i coniugi nell’atto creativo della loro unione fisica. Appunto in questo atto si può vedere quanto grande sia il dono fatto da Dio all’uomo e alla donna: “a sua immagine e somiglianza li ha fatti”. È tanto vera questa asserzione che ci dimostra come il Creatore abbia concesso alla sua creatura di compiere essa stessa un gesto creativo tanto grande come quello di mettere al mondo un figlio. Gli sposi hanno ricevuto il potere da Dio di mettere al mondo una nuova creatura; non di crearla, ma di generarla, cioè di portarla alla vita, data dal Padre in quanto da sempre pensata e voluta. Che stupenda realtà anche questa. Dovremmo veramente rimanere incantati di fronte ad ogni bimbo che nasce; dovremmo essere consapevoli che ogni volta questo fatto è un vero miracolo dell’Amore che è Dio. E questo dovrebbe renderci consapevoli del valore immenso che ogni vita ha per il Creatore.
Ogni bimbo che nasce è per Dio fonte di gioia immensa. E se questo bimbo è voluto e accolto nel suo nome, se i genitori vivono questa esperienza credendo pienamente di aver svolto un compito creativo che si realizza attraverso Dio, allora possono dire di avere la fede e di credere realmente che l’uomo è immagine di Dio.