L’angolo della Fiaba
Il fiore magico e la storia di Alex
il labile confine tra una grande amicizia e un bellissimo amore


di Maria Iannaccone

 

Nel giardino di una strega, dopo un forte temporale, spuntò un fiore bellissimo. Aveva sette petali come i colori dell’arcobaleno: violetto, indaco, blu, verde, giallo, arancione, rosso. Il fiore si guardò intorno e vide: alberi secchi, sterpi ed erba altissima. Tutto era nel degrado e nell’abbandono più totale, una sorta di malinconia lo invase e decise rapidamente di andare via. Sapeva che i suoi petali erano magici, così staccò il petalo blu e chiese a quello di trasformarlo in un essere umano. Detto, fatto! Diventò un bel giovane alto, slanciato, con i capelli neri, gli occhi castani e l’incarnato olivastro. Ora doveva decidere il nome da darsi: scelse Alex. I suoi petali scomparvero, ma acquistò il dono della lettura del pensiero. Sicuro di sé, partì alla scoperta del mondo. Incontrò e fece amicizia con tante persone, leggendo nella loro mente riuscì ad aiutare quelle più bisognose di sostegno. La gente lo amava, questo lo inorgogliva, lo rendeva sempre più disponibile verso gli altri. Un giorno, Alex conobbe Marzia, una ragazza sensibile e dolce. Avvertì subito per lei un forte interesse. Cominciarono a frequentarsi e ben presto la sua amicizia si trasformò in amore. Il giovane notò che, innamorandosi di Marzia, stava perdendo la capacità di leggerle i pensieri, con lei si sentiva diverso, ogni volta che erano insieme era pervaso dalla gioia e dalla tenerezza. - Che cosa provi per me?- chiese, un giorno, Alex a Marzia. - Un grande affetto ed una profonda amicizia – rispose serenamente Marzia. Quella risposta fece soffrire Alex che pensò di usare il suo dono per spingerla ad innamorarsi di lui. Stava per riuscire nel suo intento quando, un bel mattino, si risvegliò in un parco pubblico e si rese conto, con rammarico, che era diventato nuovamente un fiore. Le lacrime cominciarono a sgorgargli copiosamente dai petali e, cadendo lungo lo stelo, si trasformarono in gocce di rugiada. - Perché ho avuto questa trasformazione? Che cosa ho fatto di sbagliato? – si chiedeva in continuazione, senza riuscire a farsene una ragione. Intorno a lui c’erano movimento e confusione, ma preso dal suo dolore non si rendeva conto di quanto accadeva nel parco. Il suo aspetto peggiorava di giorno in giorno. Una domenica mattina, si trovò a passare nel parco Marzia, portava a passeggio il cugino di tre anni. Mentre il bambino andava sull’altalena, lei leggeva un libro, seduta su una panchina. Non perdeva mai di vista il piccolo, ogni tanto alzava lo sguardo dal libro e controllava i suoi spostamenti. All’improvviso la sua attenzione fu attratta da un fiore che, nell’ angolo di un’aiuola, stava per appassire. Provò per il fiore gran tenerezza, decise di scavarlo, di portarlo a casa. L’avrebbe messo nel suo giardino e si sarebbe presa cura di lui. Lì era troppo esposto all’incuria della gente! Giunta a casa, scelse il posto più bello, lo piantò, l’innaffiò, continuò la sua solita vita. Il fiore riconobbe Marzia. Le sue cure amorevoli l’aiutarono a riprendersi. Dopo un paio di giorni era rigoglioso e bello. Era felice di stare di nuovo con la ragazza, si accontentava della sua presenza, della sua vicinanza. Marzia, quando andava in giardino, restava a parlare a lungo con il fiore come se fosse un vecchio amico. - Sai, conoscevo un ragazzo di nome Alex, gli ero molto affezionata: ero diventata una sua amica. Non so il motivo per cui ti racconto queste cose, ma tu, piccolo fiore hai un’aria familiare, parlo volentieri con te. Un giorno il mio amico è scomparso senza salutarmi e mi sono trovata molto, molto sola. – confidò Marzia al fiore. Il fiore, a quelle parole, sentì il cuore che s’inteneriva, capì che l’amicizia è un bene prezioso: non si poteva modificare artificiosamente un sentimento . Ora comprendeva il motivo per cui era diventato nuovamente un fiore: aveva utilizzato il suo dono per fini egoistici e personali. Egli aveva manipolato un sentimento ed era stato punito! Dopo quelle considerazioni, si trasformò in Alex. Marzia, dinanzi a quel prodigio, passò dallo spavento alla gioia immensa. Aveva ritrovato l’amico e forse…, in seguito, l’amore.