Il villaggio del sale Il "villaggio del sale" o "la città del sale" comprende un insieme di palazzi dove abitavano i dirigenti e gli impiegati e i locali dove avveniva la lavorazione del sale. Si tratta di costruzioni risalenti agli anni '20 - '30, alcune ristrutturate, altre in forte degrado. Apre al "villaggio del sale" il palazzo della direzione, recentemente ristrutturato, che domina sull'intera salina. quindi troviamo la Chiesa del Santissimo Nome di Maria, costruita per i dipendenti della salina. La chiesa del Santissimo Nome di Maria fu consacrata l'8 settembre del 1934 e fu progettata dall'ing. Vincenzo Marchi, responsabile dei servizi tecnici delle saline. Divenne parrocchia nel 1964 e cadde in disuso nel 1974.
edificio inaugurato il 20 ottobre 1932, un tempo facente parte dell'Opera Nazionale Dopolavoro, composto da una sala per spettacoli ed i servizi annessi; attualmente è stato concesso ad una società teatrale che cura la gestione e il mantenimento. Il villaggio delle saline è formato da diverse palazzine, costruite nello stesso stile della direzione, che si aprono ad un viale. Si tratta di officine, falegnamerie, depositi, mensa, uffici e laboratorio chimico. Varcato il cancello si entra nel viale dove si affacciano i vari edifici tra cui le "Officine meccaniche delle saline" ed il laboratorio di analisi chimiche, recentemente ristrutturato. Una piccola stazione meteorologica permetteva di controllare gli agenti atmosferici. Era possibile valutare le condizioni favorevoli per la produzione del sale. Nel villaggio sono conservati i ruderi delle saline. Un vagoncino per il trasporto del gasolio e dell'olio per
le macchine della raccolta del sale. Il primo locomotore Jembak, risalente agli anni '50 - '60, ormai completamente ricoperto di ruggine. Aveva un unico cilindro a manovella. Nella salina vi erano circa 40 di questi esemplari che venivano usati per il trasporto del sale sui binari disposti lungo i principali argini. Di fronte a questi edifici si trovano i locali per la produzione
dei sali
scelti, costruiti negli anni '30, ormai in forte degrado, dove
un tempo veniva prodotto il sale per usi alimentari, e l'impianto dei
sali
di bromo, costituito da una costruzione bassa e da una ciminiera
in mattoni rossi. Fanno parte del villaggio anche la casa del custode, a sinistra, e la rimessa dei locomotori, a destra, recentemente ristrutturati. Un ponte metallico permette di accedere allo stagno di Molentargius. |
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