Le Comandate

Le "Comandate", che esistevano già dai tempi dei pisani, erano squadre di lavoratori provenienti dai paesi limitrofi da inviare periodicamente nelle saline.

Poichè gli abitanti di Cagliari avevano l'esonero dall'obbligo di lavorare nelle saline, molti abitanti dei villaggi preferirono trasferirsi all'inizio del '400 nei quartieri cagliaritani di Villanova e Santa Chiara, sobborghi cresciuti ai piedi di Castello.

Se in un primo tempo, nel 1327 e  1328, sotto Giacomo II  e Alfonso III, i trasferimenti erano favoriti per ripopolare i quartieri di Cagliari rimasti deserti dopo la partenza della colonia pisana, il 17 agosto del 1331, con provvedimento spedito dalla corte di Barcellona, si abolirono i privilegi e i trasferiti furono obbligati a rientrare nei villaggi di provenienza  per far fronte ai lavori delle saline.

Ci furono allora molte contestazioni, scontri armati e numerose vittime dovute anche alle carestie e alle epidemie provocate dalla peste, che costrinsero i governanti ad aumentare le paghe ed il perdono dei reati anche gravi per chi lavorava nelle saline.

Grazie ad un regolamento emanato dal viceré Luigi de Pontos il 18 gennaio 1420, si offriva l'impunità anche per reati gravi a patto di ripopolare i villaggi di Quarto, Quartucciu, Sebollas, Pirri e San Vitrano.

Anche l'arcivescovo di Cagliari permise ai lavoratori delle saline di lavorare le domeniche e nei giorni di festa. A metà del '700 i contadini provenienti da 72 paesi, appartenenti al Campidano, Gerrei (distanti anche 24 ore di cammino), Trexenta e Marmilla, raccoglievano e trasportavano il sale destinato a terre lontane.

Chi non si presentava al lavoro nelle saline veniva multato o incarcerato. Per molti contadini la chiamata alle saline, per pochi soldi, rischiava di compromettere l'intera annata di lavoro nei campi poiché la raccolta del sale coincideva con la mietitura.

 Nell'Aprile del 1779 si dispensarono i lavoratori che abitavano a più di sette ore di distanza dalle saline.

I villaggi vicini alle saline dovevano mettere a disposizione , ogni anno, un determinato numero di uomini , in proporzione ai loro abitanti, per l'estrazione del sale e un determinato numero di carri per il trasporto del prodotto dalle saline ai porti d'imbarco.

Talvolta potevano avere l'esenzione  da tali obblighi: in questo caso i villaggi erano costretti a versare un contributo in denaro in rapporto agli uomini e ai carri esentati. Poichè il contributo era sempre molto alto, l'esenzione era richiesta difficilmente.

Nel 1800 gli uomini comandati erano per la sola salina di Cagliari 502 e i carri richiesti 107. Spesso per le saline di Cagliari si giungeva anche a comandare 800 o 900 abitanti dei paesi limitrofi.

Questi dovevano raggiungere le saline a proprie spese; dovevano lavorarvi con una paga bassissima (sette soldi la salma) per tutta la durata della campagna.

Anche i "carratori" dovevano raggiungere le saline con fondi propri, e per il trasporto del sale venivano pagati secondo le salme trasportate e secondo le distanze compiute, con un compenso molto basso (da tre a dieci soldi la salma), perchè un carro poteva trasportare una sola salma per volta e le distanze erano molto lunghe.

Gli inadempienti erano costretti al pagamento di una penale elevata e questo produceva un grave malcontento nei villaggi, costretti a privarsi degli uomini, comandati al duro lavoro, e dei carri, utili per i trasporti.

Le "comandate del sale" vennero abolite nel 1836 dal re Carlo Alberto. Da questa data il lavoro del Molentargius è stato svolto prevalentemente dai forzati, che hanno lavorato nelle saline fino al 1929 quando furono sostituiti da lavoratori provenienti da Quartu e centri limitrofi.

Salina di Cagliari

Il ritorno a casa dopo una giornata di lavoro
Da "Molentargius" EDISAR


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