INTRODUZIONE













Il sito, partendo da un breve studio filologico sul tetragramma, tenta di presentare alcune riflessioni sul mistero di Cristo,

Il sito, partendo da un breve studio filologico sul tetragramma, tenta di presentare alcune riflessioni sul mistero di Cristo, anche alla luce del monoteismo ebraico e dei successivi sviluppi dell' ipotesi trinitaria. Il breve lavoro, concepito con semplici finalità conoscitive, dopo la lettura di un interessante lavoro di quasi mezzo secolo fa (M. Simonetti, La Crisi Ariana del IV Secolo, Roma, 1975), è rivolto a chi è interessato ad approfondire alcune sfumature bibliche, spesso trascurate dai cattolici ma non sempre marginali per i critici, gli oppositori e gli eretici. Molte eresie sono chiaramente perverse, contorte, contrarie alla logica, alla ragione ed alla fede, mentre altre possono esercitare un certo fascino pure sulle persone oneste, devote e sensate.

 

Come già osservava un cristiano dell’antichità: “Molti eretici citano spesso le Sacre Scritture con audace sicurezza e possono anche riuscire ad impressionare alcuni. Nell’accanimento della lotta, poi, stancano coloro che sono saldi nella fede, catturano coloro che sono deboli, lasciano pieni di scrupoli e di perplessità coloro che si trovano in una situazione intermedia…. Che cosa possiamo poi dire dell’ufficio che essi attribuiscono alla Parola? Questo ministero presso di loro non serve a convertire i pagani, ma a portare i cristiani fuori della via della verità” [Tertulliano, Contro gli eretici, XV e XLII].

 

Di fatto, se è vero che la “conoscenza gonfia e l’amore edifica” (1 Corinzi 8,1), è anche vero che troppo spesso “il popolo perisce per mancanza di conoscenza” (Osea 4,6) e che “lo zelo senza conoscenza non è cosa buona” (Proverbi 19,2 e Romani 10,2). Dio poi “vuole misericordia, non sacrificio, la conoscenza più degli olocausti” (Osea 6,6) e desidera che “tutti gli uomini siano salvati ed arrivino ad una accurata conoscenza (επιγνωσις) della verità” (1 Timoteo 2,4). Sull valore della conoscenza di Dio nei tempi messianici si soffermarono pure molti profeti (Isaia 11,9; Geremia 31,34; Habacuc 2,14). San Paolo scriveva poi ai Filippesi: "E perciò prego che la vostra carità abbondi sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento perché possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quei frutti di giustizia che si ottengono per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio. (Filippesi 1,9-11) Come giustamente osservava un altro cristiano dell’antichità: “Chi non conosce le Scritture, non conosce la potenza di Dio, né la sua sapienza. Ignorare le Scritture significa ignorare Cristo” (Gerolamo, Commento al profeta Isaia, Prologo), perché “nella perfetta conoscenza (επιγνωσις) del mistero di Cristo Dio sono nascosti tutti i tesori della sapienza (σοφιας) e della scienza (γνωσεως)” (Colossesi 2,2-3).

 

Chi approfondisce lo studio delle Sacre Scritture non dovrebbe comunque mai  dimenticare che, sebbene tutta la Bibbia ci metta continuamente in guardia dagli eretici, dagli apostati e dagli scismatici, non tutti i nemici di Dio sono fuori della Chiesa. Un grande Padre della Chiesa (San Basilio, Lettera agli Occidentali, 263, 2), già nel IV secolo, molto onestamente osservava che, mentre gli ariani avevano rinnegato apertamente la verità seguendo scismi, dottrine perverse ed eresie, molti ipocriti e falsi dottori continuavano ad operare nell’ombra, mescolati al gregge e nascosti all’interno della Chiesa. Si trattava evidentemente di quei lupi vestiti da pecore e di quei demoni mascherati da angeli di luce da cui tutta la Chiesa è stata nei secoli devastata e dai quali la Parola di Dio ci mette da sempre in guardia (Matteo 7,15; Matteo 13,41; Matteo 18,7; 2 Corinzi 11,13-15; 1 Timoteo 5,24). Da tali individui mise in guardia anche un grande Papa, osservando come "I fautori dell'errore già non sono ormai da ricercarsi fra i nemici dichiarati; ma, ciò che dà somma pena e timore, si celano nel seno stesso della Chiesa, tanto più perniciosi quanto meno sono in vista" (Pio X, Pascendi Dominici Gregis, Introduzione).

 

Nel XIX secolo, il positivismo, l'evoluzionismo, il razionalismo, la critica biblica e lo studio comparato delle religioni misero in dubbio molti antichi presupposti della fede cristiana. Secondo la cosiddetta "alta critica distruttiva", larga parte dei fatti narrati nei libri della Genesi e dell’Esodo mancherebbe di fondamento storico, la creazione ed il diluvio altro non sarebbero che miti e leggende, Mosè non avrebbe scritto il Pentateuco, Isaia avrebbe realizzato solo una piccola parte dei sessantasei capitoli attribuitigli, il libro di Daniele risalirebbe al II secolo avanti Cristo, la nascita verginale e la resurrezione di Gesù andrebbero lette come fantasie dei primi discepoli, la seconda lettera di Pietro non gli apparterrebbe e Paolo potrebbe non essere l’autore delle lettere pastorali. Sicuramente poco equilibrate furono le reazioni del fondamentalismo evangelico e del tradizionalismo cattolico durante tutto il XX secolo, ma non poche perplessità continuano a suscitare alcune frange del protestantesimo liberale e del cattolicesimo iperprogressista che adottano, insegnano e tentano di imporre alcune ipotesi come verità ormai definite, scientifiche e inconfutabili. Il problema è grave in tutta la cristianità perché convivono, più o meno pacificamente, posizioni estreme e difficilmente conciliabili: si incontrano (e si scontrano), infatti, tanto teologi, porporati e dottorati disposti a gettare alle ortiche tutta la Bibbia quanto studiosi e ricercatori pronti ad accettare solo un'interpretazione ottusa e iperletterale di tutta la Scrittura. Tra i sottili critici (atei o agnostici) e la massa di persone alla ricerca del soprannaturale (disposta a credere a tutto quanto ha una valenza spirituale), i terzi purtroppo godono .... e i movimenti religiosi alternativi finiscono spesso per raccogliere un numero non trascurabile di persone magari pure buone ed oneste, ma profondamente deluse ed insoddisfatte.

 

Lo studio biblico proposto è stato realizzato da un cattolico non particolarmente dotto ed erudito e presenta pertanto argomentazioni semplici, limitata conoscenza di molte problematiche, esposizione sintetica e carattere divulgativo. L’autore del sito, pur non nutrendo particolare simpatia verso coloro che, troppo spesso, apostatano dalla verità o tentano di spingere verso l'apostasia i figli del suo popolo, non è comunque mosso dal desiderio di polemica, di sterile contesa o di sfida dell’altrui fede ma si pone come unico fine quello di condividere in rete qualche informazione, rivolgendosi, senza pregiudizi, a tutte le persone oneste e sincere che intendano maturare e testare le proprie convinzioni, facendo tesoro anche delle altrui “provocazioni”.

 

 

 

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Un cristianesimo positivo 

 

Enrico Domenico

(cristiano cattolico)

E-mail: domingo7