Fratelli, vi
esortiamo ardentemente a questa carità, non soltanto verso i vostri compagni di
fede, ma anche verso quelli che si trovano al di fuori, siano essi pagani che
ancora non credono in Cristo, oppure siano divisi da noi, perché, mentre
riconoscono con noi lo stesso capo, sono però separati dal corpo. Fratelli
proviamo dolore per essi, come per nostri fratelli. Cesseranno di essere nostri
fratelli, quando non diranno più “Padre Nostro”. Dicano pure essi: “Perché ci
cercate, perché ci volete?”. Noi risponderemo: “Siete nostri fratelli”. Ci
dicano “Andatevene da noi, non abbiamo niente a che fare con voi”. Ebbene, noi
invece abbiamo assolutamente parte con voi: confessiamo l’unico Cristo,
dobbiamo essere in un solo corpo, sotto un unico Capo. Perciò vi scongiuriamo,
fratelli, per le stesse viscere della carità, dal cui latte siamo nutriti, dal
cui pane ci fortifichiamo, per Cristo nostro Signore, per la sua mansuetudine
vi scongiuriamo. È tempo che usiamo una grande carità verso di loro,
un’infinita misericordia nel supplicare Dio per loro perché conceda finalmente
ad essi idee e sentimenti di saggezza per ravvedersi e capire che non hanno
assolutamente nessun argomento da opporre alla verità. Ad essi è rimasta solo l’animosità,
la quale tanto più è inferma quanto più crede di abbondare in forze. Vi
scongiuriamo, dicevo, per i deboli, per i sapienti secondo la carne, per gli
uomini rozzi e materiali, per i nostri fratelli che celebrano gli stessi
misteri, anche se non con noi, ma tuttavia gli stessi; per i nostri fratelli
che rispondono un unico Amen come noi, anche se non con noi. Esprimete a Dio la
vostra profonda carità per loro.
(Agostino, Commento sui Salmi, XXXII, 29)