VALUTAZIONE DEL CAPITALE ECONOMICO DI
IMPRESA
Nella valutazione del capitale economico si deve adottare un metodo
che tenga conto delle caratteristiche settoriali in cui l’azienda
opera e lo scopo della valutazione. Individuare il valore di
un’azienda, al fine della sua successiva liquidazione, richiederà
l’applicazione di un procedimento metodologico certamente diverso da
quello utilizzabile per un’eventuale cessione a terzi. Nessuna
normativa di legge, civilistica o fiscale, indica quale metodo il
professionista debba usare nella valutazione. Tale indicazione non è
fornita nemmeno nei casi espressi previsti dalla legge in cui la
relazione di stima è richiesta; ebbene, anche in tali situazioni, le
norme non possono che rimandare a disposizioni tecniche di generale
accettazione. Esiste comunque l’obbligo per il professionista di
dichiarare le metodologie seguite in quanto, proprio come la tecnica
insegna, possono essere diverse e avere una differente validità in
relazione alle situazioni in cui trovano applicazione.
Il valore del capitale economico di un’azienda può
indicarsi come “generale” quando, in normali condizioni di mercato, è
ritenuto congruo senza considerare la natura delle parti interessate
nella transazione, la loro forza contrattuale e i loro interessi. In
questo modo il valore che si determina costituisce un punto di
riferimento distinto da una valutazione soggettiva che considera, al
contrario, l’utilità dell’azienda per specifici operatori. In tal
senso, non bisogna confondere il “prezzo”
con il concetto di “valore”. Considerando gli aspetti
pratici che dovrebbero guidare le valutazioni
d’azienda si deve tenere presente come diverse siano
le informazioni contabili e gestionali che l’esperto dovrebbe avere a
disposizione. Prima di tutto si devono fornire indicazioni utili per
un’idonea scelta della metodologia da seguire. Trattasi di
informazioni sull’attività esercitata dalla società, sul settore di
appartenenza, sulla presenza o meno di particolari operazioni
gestionali ecc.
I diversi metodi elaborati dalla dottrina
economico-aziendale possono sinteticamente suddividersi in:
–
patrimoniale;
–
reddituale;
– misto
patrimoniale-reddituale;
–
finanziario.
Ognuno dei menzionati criteri può presentare pregi e
difetti, tuttavia la scelta dovrebbe essere fortemente influenzata
dalle specifiche particolarità dell’azienda che si valuta. In modo più
analitico, potremmo indicare i seguenti fattori da tenere presenti:
–
caratteristiche dell’azienda da
valutarsi;
–
caratteristiche del settore in cui l’azienda opera;
–
correttezza dei bilanci aziendali;
–
adeguatezza del sistema informativo aziendale (per conseguente
significatività dei budget).
Particolarmente importante è considerare il settore in
cui la società opera. Per esempio, per una società immobiliare i
metodi patrimoniali sono certamente quelli più adeguati, mentre meno
idonei possono ritenersi i metodi basati sui flussi finanziari o
reddituali. Al contrario tali ultime metodologie sono meglio
utilizzabili in caso di scarsa significatività delle poste
patrimoniali dell’azienda.
Entro certi limiti, nella scelta del metodo possono
incidere anche alcune considerazioni sulle caratteristiche
dell’operazione che ha richiesto la valutazione dell’azienda; si pensi
ai conferimenti per i quali oltre a rilevare il capitale economico è
necessario ottenere una situazione patrimoniale, base per le future
determinazioni dei redditi della conferitaria. Ebbene, in questi casi
l’uso della metodologia patrimoniale può ritenersi più adeguato. In
ultima analisi, il valutatore deve quindi considerare gli aspetti
particolari dell’azienda da valutare e le informazioni ottenibili al
fine di scegliere in modo opportuno il metodo da utilizzare. |