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01 maggio, 2007




 
 

 

 

 

 

 

  In questa pagina troverete le più importanti definizioni delle teorie economiche che vi serviranno per ricordate tanti principi economiche che di certo avrete dimenticato!

L'EQUILIBRIO DEL CONSUMATORE

 

 

   
  TEORIE ECONOMICHE

L'EQUILIBRIO DEL CONSUMATORE

Con l’ausilio della funzione di utilità cardinale è possibile iniziare descrivere dal punto di vista intuitivo il processo che porta il consumatore al raggiungimento di una posizione di equilibrio. Se consideriamo più beni, dato che per ipotesi il livello di soddisfazione ottenibile dal consumo di un determinato bene è in generale indipendente dalle quantità consumate degli altri beni, l’utilità viene generalmente assunta di tipo additivo, quindi:

Ut (q1. q2.)= U1(q1)+ U2(q2)

Ogni individuo consuma parecchi beni ed dispone di un certo reddito. Possiamo chiederci: che quantità comprerà dei beni che consuma? Per rispondere dobbiamo avere, innanzitutto, due elementi:

l'utilità che le successive dosi di ciascun bene danno all'individuo, ossia la sua scala d'utilità, che riflette i suoi gusti;

i prezzi di ciascun bene.

Supponiamo che l'individuo distribuisca il suo reddito fra n beni che consuma e che hanno lo stesso prezzo. Egli comincerà a consumare (e quindi acquisterà) la prima dose del bene che gli dà più utilità (diciamo il bene q1) e continuerà a consumare (e ad acquistare) dosi successive fino a quando l'n-esima dose del bene q1 gli darà un'utilità minore della prima dose che gli darebbe un altro bene (chiamiamolo q2). Consumata (e quindi acquistata) la prima dose del bene q2 continuerà a consumare (e ad acquistare) il bene q2 fino a quando la k-esima dose di quest'ultimo gli darà un'utilità minore della prima dose di uno degli altri beni oppure dell'n+1-esima dose Ume = Ut / q

Ut (q1. q2.)= U1(q1)+ U2(q2)

del bene q1. Continuerà così fino a quando ha speso tutto il suo reddito e le utilità marginali degli n beni sono eguali tra di loro. In definitiva, possiamo dire che quando i prezzi dei beni sono eguali tra di loro, il consumatore distribuisce il suo reddito nell'acquisto dei diversi beni in modo che ogni bene acquistato abbia per lui la stessa utilità marginale. Solo in questo modo egli ottiene la massima utilità totale. Cioè, dati n beni:

Umg1 = Umg2 = Umg3 ..=………….=Umgn

Nella realtà, però, i beni hanno normalmente prezzi diversi. In generale, possiamo dire che un individuo che ha a disposizione un certo reddito e che consuma n beni che hanno prezzi diversi, ogni volta che decide di spendere, comprerà la quantità di beni che gli dà la massima soddisfazione possibile.

Egli considererà, quindi, l'utilità marginale ponderata, cioè il rapporto fra l'utilità marginale di un bene e il prezzo del bene stesso. Allora, quando i prezzi dei beni sono diversi tra di loro, l'individuo tende a raggiungere non l'eguaglianza delle utilità marginali, ma l'eguaglianza delle utilità marginali ponderate per i rispettivi prezzi.

Cioè, dati n beni:

Umg1 /P1= Umg2/P2 = Umg3 /P3..=………….=Umgn/Pn

Quando le utilità marginali ponderate dei beni sono eguali tra di loro, il consumatore ha raggiunto la massima soddisfazione possibile, chiamata anche posizione di equilibrio del consumatore. Infatti, in questa situazione l'ultima lira spesa nell'acquisto dei diversi beni dà all'individuo la stessa utilità. Qualunque allontanamento da questa posizione, cioè qualsiasi sostituzione al margine tra le quantità dei beni consumati, farebbe diminuire l'utilità totale del consumatore.

 

 
   

 

Finanza ed Economia Editoriale

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