AZIENDE E SERVIZI: Definizione di
Servizio È
estremamente difficile definire un bene materiale puro o un servizio
puro. Perché si possa parlare di bene materiale puro è necessario che
il cliente tragga beneficio soltanto dal bene in se stesso, escludendo
qualsiasi valore derivato dal servizio; allo stesso modo, un servizio
puro comporta l’assenza di qualsiasi elemento materiale nella
prestazione che riceve il cliente. Nella realtà, sono molti i servizi
che comprendono anche elementi materiali: da McDonald’s il cliente
riceve l’hamburger; la banca fornisce estratti conto e altri documenti
cartacei; la riparazione di un’auto comporta spesso la sostituzione di
alcuni pezzi, e così via. Allo stesso modo, anche la fornitura di beni
implica spesso la presenza di qualche attività di servizio, non fosse
altro che per il trasporto e la consegna del bene stesso.
Tra gli opposti poli di beni e servizi puri vi è un
ampio spettro di posizioni intermedie, che le imprese cambiano nel
corso del tempo. In effetti, una precisa definizione di cosa sia un
servizio non è veramente necessaria per capire questo settore e la
specificità dei suoi problemi di marketing. Che ai due ambiti
corrispondano problemi di marketing diversi è comunque evidente;
secondo Mills e Moberg, essi si possono far risalire a differenze
nella sfera dei processi produttivi e dei prodotti. Da un punto di
vista pratico è probabilmente più utile concentrarsi su questo tipo di
differenze piuttosto che sul problema di una precisa definizione dei
servizi. È certo che la linea di demarcazione fra beni e servizi può
essere tracciata in punti diversi a seconda dell’impresa considerata.
James L. Schorr, che dalla Procter & Gamble è passato alla catena
alberghiera Holiday Inn in qualità di vicepresidente marketing, ci ha
fornito una sua generica definizione: “In parole povere, secondo noi
un prodotto è qualcosa che il cliente può portare via con sé, per
consumarlo o comunque per utilizzarlo. Se non è qualcosa di fisico,
che si può portar via e consumare altrove, allora è da ritenersi un
servizio”. Quando gli è stato chiesto se nella sua attività
alberghiera vendesse beni o servizi, egli ha risposto che la dicotomia
beni/servizi è strettamente confinata al mondo della teoria: “Quello
che vendo, quel che la gente compra, in realtà, è l’esperienza di un
soggiorno in albergo. Io vendo le camere, il modo in cui il cliente
viene accolto alla reception, il modo in cui viene assistito dal
fattorino o dalla cameriera: un miscuglio di tutte queste cose è ciò
che, nell’ottica del consumatore, determina la scelta di un albergo
piuttosto che di un altro”. Un altro buon esempio della distinzione
beni/servizi è rappresentato dal caso della Domino’s Pizza, un’azienda
americana che fornisce pizze a domicilio. La Domino’s vende un
prodotto che, chiaramente, è tangibile (anzi, ovviamente,
commestibile), ma l’elemento importante nell’attività di questa catena
è il fatto che la pizza viene consegnata a domicilio: all’inizio la
società garantiva addirittura che la pizza sarebbe stata consegnata
entro trenta minuti dall’ordinazione. In questo caso, il cliente
acquista un bene o un servizio? In pratica, evidentemente, sta
comprando entrambe le cose. L’offerta di servizi, elemento cruciale di
ogni proposta di marketing, è in realtà un misto di beni e servizi.
Possiamo comunque parlare di beni e servizi, e in
effetti in questo libro si continuerà a farlo, ma la parola
servizio dovrebbe essere
intesa con quest’avvertenza:
un servizio è tale nella misura in cui il beneficio prodotto per il
cliente dipende da un’attività di servizio piuttosto che da un bene
materiale. |