PIL: Il prodotto interno lordo. Cos'è?
Per Prodotto interno lordo (Pil) si intende "il valore della
produzione di beni e servizi finali effettuata durante un certo
periodo di tempo all'interno di un determinato Paese". Se dal
Pil escludiamo il valore del contributo produttivo dei lavoratori
stranieri o di quello delle imprese di cui la proprietà (in tutto o in
parte) appartiene a cittadini non italiani e includiamo,
simmetricamente, il valore della produzione che cittadini italiani o
imprese, che in tutto o in parte appartengono a cittadini italiani,
effettuano all'estero, otteniamo un aggregato diverso, il Prodotto
nazionale lordo (in inglese Gross National Product, o GNP). Il
reddito interno lordo (Ril) può essere definito come la somma dei
redditi di varia natura erogati in un sistema economico durante un
certo periodo ai fattori della produzione.
Poiché il Pil viene di solito calcolato sommando i
valori aggiunti che si formano nelle diverse fasi produttive e dato
che il valore aggiunto consiste nelle remunerazioni dei vari tipi di
servizi prestati, il Pil risulta uguale al Ril. Il reddito
nazionale lordo (Rnl) differisce dal Ril per il fatto che una
parte di quest'ultimo viene in definitiva distribuita a cittadini
stranieri e che i cittadini italiani percepiscono quote di reddito
prodotte all'estero; la differenza tra la seconda voce e la prima
misura i redditi netti dall'estero. Se questi vengono aggiunti al Ril
otteniamo appunto il Reddito nazionale lordo.
Il reddito personale dovrebbe invece misurare
quale parte del reddito nazionale è effettivamente percepita dal
settore famiglie (cioè distribuita a persone fisiche o percepita da
imprese non costituite in società). Per ottenere questo aggregato
partendo dal reddito nazionale è necessario sottrarre a quest'ultimo
quanto è guadagnato dalle società o dal settore pubblico e aggiungervi
i trasferimenti netti al settore famiglie (quali pensioni, sussidi di
disoccupazione ecc.). Se al reddito personale sottraiamo le imposte
personali sul reddito e sul patrimonio otteniamo il reddito
personale disponibile, un aggregato che, meglio degli altri,
sembra in grado di mostrare qual è l'ammontare di reddito sulla cui
allocazione le famiglie prendono decisioni. E' chiaro, quindi, come le
imposte pagate non possono esservi incluse, poiché quanto dovuto per
imposte non è oggetto di decisioni (in termini di consumo o di
risparmio) da parte delle famiglie. La variazione del Pil da un anno
all'altro pone il problema di sapere quanta parte della variazione del
Pil sia dovuta a variazioni nei prezzi e quanto peso vada invece
attribuito alla variazione delle quantità prodotte. Il problema è
quello di calcolare il Pil reale (o a lire costanti) a partire
dal Pil nominale (o a lire correnti) ed è di solito risolto
utilizzando, nel calcolo del Pil di un certo anno, i prezzi di un anno
diverso scelto come anno base. Così, se, per esempio, il Pil del 1989
è più alto del Pil del 1988 si pone il problema di sapere se questo
fatto riflette un aumento nel livello generale dei prezzi, o è dovuto
a più elevate "quantità" prodotte nel secondo dei due anni
considerati. Un modo per risolvere questo problema è quello di
valutare le produzioni dei due anni ricorrendo a un sistema di prezzi
comune, per esempio quello prevalente nel 1980. In questo modo,
deflazionati i due valori del Pil, il confronto viene adesso fatto tra
valori in cui è eliminata l'influenza della variazione dei prezzi.
Normalmente i valori del Pil sono deflazionati in base
a un indice dei prezzi noto come deflatore del Pil: esso non è
altro che il rapporto tra il Pil a prezzi correnti e il Pil ai prezzi
di un anno base.
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