LE OPZIONI SU VALUTE
Il mercato valutario ha contribuito a dare forte impulso ad un
utilizzo diffuso delle opzioni. Lo sviluppo di questo mercato dei
derivati è stato favorito dal sensibile aumento della volatilità sui
tassi di cambio, manifestatosi all'inizio degli anni settanta con il
passaggio da un regime a cambi fissi ad uno a cambi variabili. In tale
situazione, il servizio di assicurazione fornito dalle opzioni ha
consentito ai grandi investitori internazionali di ridurre la
rischiosità complessiva legata alla loro attività in valuta.
Così come nel caso delle tradizionali opzioni
del tipo call e put, il mercato dei derivati sui tassi di cambio ha
svolto la funzione di precursore anche per nuovi tipi di opzioni,
estremamente sofisticate e innovative, denominate opzioni "esotiche".
Ad esempio, le down-and-out options, opzioni che scadono non appena il
tasso di cambio tocca un certo livello, le average rate options,
opzioni che offrono al detentore la facoltà di acquistare o vendere la
valuta non ad un prezzo di esercizio prefissato, ma al valore medio
registrato dal tasso di cambio nel periodo di vita dell'opzione, le
lookback options, opzioni che danno diritto al possessore di
acquistare la valuta al valore più basso verificatosi nel corso della
vita dell'opzione. Di queste e altre opzioni esotiche si tratterà più
diffusamente nel seguito (quarta sezione).
Questa varietà di strumenti offre una notevole
flessibilità agli operatori e contribuisce a rendere sempre più rapida
ed efficace la gestione della rischiosità connessa ai movimenti dei
tassi di cambio. Le opzioni sui tassi di cambio possono essere
utilizzate a fini speculativi, per sfruttare la volatilità dei tassi
di cambio, ma soprattutto a fini cautelativi, per coprire il rischio
di posizioni in valuta estera ii. A titolo di esempio, si consideri il
caso di un'impresa italiana che importi materie prime per un ammontare
di un milione di dollari con pagamento fra sei mesi. Si ipotizzi che
il tasso di cambio corrente lira-dollaro sia pari a 1650 e che
l'impresa si attenda, o quantomeno tema, un sensibile apprezzamento
della moneta americana.
Al fine di limitare il rischio legato al
pagamento da effettuare al termine dei sei mesi, l'impresa potrebbe
acquistare un'opzione call, che, previo il pagamento di un premio, le
consentirebbe di coprirsi da questa eventualità negativa. Si assuma
che il premio per l'opzione call a sei mesi sul dollaro sia di 30 lire
e che il prezzo di esercizio sia uguale al valore corrente del
rapporto di cambio, cioè a 1650. Dopo sei mesi, l'impresa si troverà a
dover pagare il milione di dollari. Se, a quel tempo, il tasso di
cambio lira-dollaro si troverà al di sotto del valore di 1650, allora
all'impresa converrà non esercitare il diritto di opzione e acquistare
i dollari al tasso di cambio corrente.
Se, invece, al momento di saldare il debito, il
tasso di cambio lira-dollaro sarà aumentato al di sopra del valore di
1650, allora l'impresa troverà conveniente far valere il diritto di
opzione e acquistare i dollari al rapporto di cambio prefissato, ossia
al prezzo strike. Posto che il premio di 30 lire deve essere pagato in
ogni caso, l'impresa conseguirà un guadagno netto (o, meglio, un
mancato esborso) nel caso in cui le sue aspettative sulla forte
rivalutazione del dollaro si siano realizzate e il tasso di cambio
lira-dollaro sia salito sopra quota 1680 (ovvero, al di sopra della
somma dello strike e del premio: 1650 + 30). |