MUTUI E FINANZA INTERNAZIONALE
Di seguito un piccolo estratto dal bollettino della
Banca d'Italia sull'andamento dell'Economia internazionale. In
particolare viene evidenziata la situazione economica mondiale, a
partire dagli Usa che nel 2007 hanno avuto grosse difficoltà, a
cominciare dai mutui subprime per arrivare fino alle porte della
recessione.
Le turbolenze sui mercati finanziari
internazionali, attenuatesi dalla seconda metà di settembre, si sono
riacutizzate nel quarto trimestre. Vi hanno influito numerosi fattori:
l’ulteriore peggioramento delle condizioni nel settore immobiliare
statunitense; revisioni al ribasso del rating di strumenti connessi
con i mutui ipotecari e di altri prodotti di finanza strutturata; le
ingenti svalutazioni di tali strumenti annunciate o iscritte a
bilancio dagli intermediari finanziari e le conseguenti preoccupazioni
per le loro condizioni patrimoniali. Dalla metà di ottobre le
quotazioni sulle principali borse mondiali hanno registrato nuove,
consistenti diminuzioni . La caduta dei corsi è
stata accentuata per le società finanziarie statunitensi (-16 per
cento dall’inizio di ottobre). I differenziali di rendimento tra le
obbligazioni societarie e i titoli pubblici con scadenza analoga hanno
ripreso ad aumentare per tutte le classi di rating . La consistenza di
carta commerciale garantita da attività reali e finanziarie (asset
backed commercial paper) sul mercato statunitense, la
cui contrazione si era attenuata in ottobre, ha ripreso a calare
rapidamente; all’inizio di gennaio era inferiore di quasi un terzo
rispetto al valore massimo registrato alla metà di agosto. La
variabilità dei prezzi dei titoli a reddito fisso e delle azioni è
nuovamente salita, superando in alcuni casi i livelli raggiunti in
agosto . La ricomposizione dei portafogli verso attività più liquide e
meno rischiose ha contribuito ad accentuare il calo dei rendimenti
delle obbligazioni pubbliche a lungo termine emesse dai paesi
industriali; negli Stati Uniti, il consolidarsi delle attese di un
rallentamento dell’economia , ha favorito una loro discesa al di sotto
del 4 per cento . Nei paesi emergenti i premi per il rischio, misurati
dal differenziale di rendimento tra i titoli di Stato a lungo termine
in dollari e quelli del Tesoro statunitense, hanno raggiunto in
novembre livelli più elevati di quelli dello scorso agosto, pur
rimanendo contenuti nel confronto storico. Nonostante l’aumento della
volatilità sui mercati azionari e dei cambi, non sono emersi segnali
di fuga degli investitori internazionali da tali paesi. In novembre i
tassi d’interesse sui principali mercati interbancari sono risaliti
marcatamente, riflettendo l’accresciuta percezione del rischio di
controparte e il tentativo delle banche di minimizzare la propria
esposizione in vista della compilazione dei bilanci di fine anno. Per
contrastare queste tensioni la Riserva federale, la BCE e la Banca
d’Inghilterra hanno annunciato, e successivamente avviato, una serie
di operazioni di rifinanziamento con scadenze più lunghe di quelle
usuali e tali da coprire la fine dell’anno. Il 12 dicembre le tre
istituzioni, assieme alle banche centrali canadese e svizzera, hanno
attuato un’azione coordinata per soddisfare la domanda di liquidità in
dollari da parte delle banche europee. Tali interventi hanno mantenuto
condizioni ordinate sui mercati a cavallo della fine dell’anno e
attenuato le pressioni sui tassi interbancari, senza peraltro
eliminarle. All’inizio di gennaio il differenziale tra il tasso
interbancario a tre mesi e il corrispondente tasso su operazioni con
garanzia era pari a 50 punti base nel caso dell’euro, a 60 punti per
il dollaro e a 40 punti per la sterlina; prima dello scorso agosto
tali valori erano in media pari rispettivamente a circa 10, a 20 e a
15 punti base.
Estratto da Bollettino Economica Banca ITalia
Gennaio 2008. |