INFLAZIONE: Aumento prezzo generi
alimentari nei paesi poveri L'allarme è stato lanciato da
più parti e il timore principale è che si tratti di un
surriscaldamento duraturo. L'ultimo rapporto congiunto elaborato da
Ocse e Fao prevede che i prezzi "reali" dei prodotti alimentari non
torneranno ai livelli precedenti all'attuale crisi prima di dieci
anni. Uno spauracchio che sta aleggiando sulla maggior parte delle
principali
economie con paesi che sono stati il vero motore della crescita
globale negli ultimi anni, come Cina India ma anche Russia, che sono
alle prese con una decisa accelerazione causata in gran parte
dall’aumento delle quotazioni delle commodities agricole. Il
surriscaldamento dei prezzi rappresenta ora il nodo principale da
affrontare per le autorità di politica monetaria dei paesi
maggiormente afflitti dall'impennata dei prezzi alimentari, che per
contenere l’inflazione dovranno giocoforza rendere più flessibili le
valute e metter mano ai tassi di interesse con una politica più
restrittiva. Gli analisti di Lehman Brothers hanno fatto il punto
sulle implicazioni dell'inflazione alimentare per le principali
economie emergenti indicando i paesi che risultano più esposti al
pericolo inflazione nel medio-lungo periodo. Si tratta di Argentina,
Cina, Egitto, India, Indonesia, Kazakhstan, Malesia, Messico,
Myanmar, Pakistan, Filippine, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa,
Thailandia, Turchia, Ucraina, Venezuela e Vietnam. Fanno invece un
distinguo a livello di aree geografiche gli analisti di Barclays che
vedono in Sud America e nell'area Emea minori rischi legati al
surriscaldamento dei prezzi alimentari rispetto a quelli presenti in
Asia. |