FINANZA AZIENDALE: Azionisti contro
Obbligazionisti. Perchè?
Le aziende per definizione sono un insieme di cose, persone e azioni
volte ad ottenere del profitto. Questo profitto ovviamente deve essere
suddiviso tra gli attori aziendali. E qui nascono i problemi. Poichè i
maggiori attori di una azienda quotata sono gli azionisti e gli
obbligazionisti, sono questi a scontrarsi su come debba essere gestita
l'azienda.
La radice del conflitto di interessi fra azionisti e
obbligazionisti sta nella diversa natura dei diritti sui flussi di
cassa spettanti ai due gruppi.
Gli obbligazionisti in genere hanno priorità di
pagamento rispetto agli azionisti, ma ricevono somme fisse, ammesso
che l’azienda generi un livello di reddito sufficiente per adempiere
ai suoi obblighi finanziari.
Gli azionisti hanno invece diritto al pagamento
dei flussi di cassa residuali, ma hanno l’opportunità di dichiarare
fallimento nel caso in cui l’azienda non abbia i fondi necessari per
adempiere ai suoi obblighi finanziari. Di conseguenza, nella scelta
dei progetti di investimento e in altre decisioni dell’azienda,
gli obbligazionisti valutano il rischio in modo molto più negativo
rispetto agli azionisti, dal momento che essi ricevono somme fisse
anche se l’investimento si rivela un grande successo, mentre possono
sopportare una porzione significativa dei costi nel caso in cui si
riveli un fiasco.
Azionisti e obbligazionisti quindi si prefiggono
obiettivi diversi nell'azienda e alcune decisioni possono spostare
ricchezza da un gruppo (di solito gli obbligazionisti) all’altro (di
solito gli azionisti). Una funzione obiettivo incentrata sulla
massimizzazione del patrimonio degli azionisti può indurre gli questi
ultimi a prendere decisioni che danneggiano l’azienda nel suo
complesso, ma che aumentano il loro patrimonio a spese degli
obbligazionisti. Gli obbligazionisti sono consapevoli del potere degli
azionisti di intraprendere azioni che vadano contro i loro interessi,
e normalmente possono proteggersi o inserendo clausole contrattuali
volte a limitare il potere degli azionisti, o prendendo una
partecipazione azionaria nell’azienda. Inoltre, la consapevolezza di
dover ritornare in futuro a finanziarsi sui mercati obbligazionari
spinge molte aziende ad agire in modo onesto, dal momento che il
guadagno ottenibile a spese degli obbligazionisti con una di queste
operazioni è probabilmente inferiore al danno derivante dalla cattiva
reputazione che ne conseguirebbe. Problemi di questo tipo saranno
analizzati in dettaglio nel paragrafo seguente. |