DECRETO ANTI CRISI: Mutui La
"soluzione 4%" per i mutui a tasso variabile prevista dal
provvedimento anti-crisi varato venerdì sera potrà forse essere un
vantaggio per chi ha già acceso un mutuo prima casa e da oggi sa che
nel 2009 potrà contare su un tetto massimo per le sue rate, perché
la differenza di costo è a carico dell'Erario (sotto forma di
credito d'imposta per le banche). Non è detto, tuttavia, che il
meccanismo definito nelle nuove norme risulti altrettanto
conveniente per chi si presenterà in banca a partire da gennaio
prossimo, deciso a sottoscrivere un mutuo a un tasso variabile
ancorato al saggio refi Bce (attualmente al 3,25%) e non più all'Euribor
(attualmente oscillante tra il 3,65% e il 3,95% a seconda della
durata).
Il provvedimento, infatti, prevede esplicitamente questa soluzione
come opzione per il risparmiatore: «A partire dal primo gennaio
2009, le banche che offrono alla clientela mutui garantiti da
ipoteca per l'acquisto dell'abitazione principale devono assicurare
ai medesimi clienti la possibilità di stipulare tali contratti a un
tasso variabile, indicizzato al tasso sulle operazioni di
rifinanziamento principale e della Banca centrale europea».
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