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09 gennaio, 2009




 
 

Accensione Mutuo. Come fare per accendere un Mutuo? I passi fondamentali per accendere un mutuo presso una banca o presso una finanziaria, solitamente sono sempre gli stessi. Di seguito trovate le informazioni che vi interessano. Una volta svolta l’istruttoria, la banca, acquisita la documentazione inoltrata ed effettuati ulteriori accertamenti (quali l'acquisizione della "dichiarazione notarile preliminare" sul bene offerto in garanzia, nonché della "relazione tecnico-estimativa" redatta da un tecnico di sua fiducia), è in grado di deliberare il finanziamento. A delibera avvenuta la banca ne da immediata comunicazione al richiedente e fissa la data della stipula dell'atto pubblico di finanziamento (concessione formale del mutuo). continua

 

 

   
   
 

FINANZA: Capitale Garantito

"Capitale garantito”, due parole la cui melodia è sempre stata apprezzata dai “Bot people”. La logica di base di questi prodotti è tanto semplice quanto allettante: guadagnare senza rischiare di perdere il capitale. In una fase di crescita economica tremolante, mercati in discesa e inflazione al galoppo, le banche sono state pronte a cogliere l’esigenza di sicurezza del risparmiatore con l’emissione di numerosi strumenti dotati di protezione del capitale. Tuttavia la semplice formula illustrata poco sopra appare troppo bella per essere vera. E’ tutto oro quel che luccica?
Non sempre, anche perché l’inondazione di prodotti di protezione arriva, come spesso è accaduto,
dopo che i proverbiali buoi sono già scappati dal recinto e rischia di servire solo a proteggere le perdite
finora realizzate su altri mercati proprio nel momento in cui, con prudenza, si potrebbe cominciare a osare di più.

Fondi comuni a capitale garantito o protetto. Della fuga del risparmiatore dai fondi comuni di investimento si è letto abbondantemente. I dati diffusi da Assogestioni lasciano poco spazio alle interpretazioni. Diverse le cause, da performance insoddisfacenti a concorrenza di nuovi prodotti. Per cercare di arginare la fuoriuscita anche nel mondo del risparmio gestito è tornato di moda il termine “capitale protetto” o “garantito”. Nel primo caso non c’è in realtà alcuna garanzia di restituzione del capitale ma solo l’attuazione da parte del gestore di tecniche volte a limitare il rischio.

Sostanzialmente vengono privilegiati obbligazionario e liquidità a scapito dell’azionario, il che, se da un lato riduce il rischio, dall’altro si traduce in performance opache, facilmente cannibalizzabili dalle commissioni e difficilmente in grado di tenere il passo dell’inflazione. Nel secondo caso viene promessa alla scadenza la restituzione del capitale investito o di una sua frazione solitamente non inferiore al 70-75%. Si tratta, notazione che vale per qualsiasi prodotto a capitale garantito, del capitale nominale. In altre parole se si compra un’ipotetica quota del valore di 100 euro a scadenza verrà restituito, in caso di copertura totale e andamento negativo dei mercati, lo stesso valore. Se si considera l’orizzonte temporale pluriennale di tali strumenti e un tasso di inflazione che le ultime rilevazioni danno al 3,8% in Italia, il risultato finale sarà una svalutazione in termini reali del capitale iniziale. Senza contare commissioni di sottoscrizione, di gestione e diritti vari, tradizionali palle al piede dei fondi comuni. Per offrire la protezione del capitale è infatti necessario trovare una copertura i cui costi saranno scaricati sul risparmiatore: una parte dal capitale investito sarà dedicata a tale scopo, a danno della quota di investimento destinata a generare rendimento e ciò frenerà le performance del fondo nel momento in cui i mercati guadagnano valore, effetto particolarmente evidente nel corso della vita del fondo. La protezione del capitale vale solo alla scadenza. Durante la sua vita è possibile disinvestire a prezzi di mercato e il rischio di incorrere in una perdita di capitale è ben presente.

Se invece stai cercando altri conti o informazioni sui conti correnti ti invito a visitare www.tuttosullafinanza.com.

 
 

 

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