BANCA ITALIA: Bollettino Economico
Ottobre 2008 Un estratto del bollettino di Ottobre
2008.
Gli interventi per preservare la stabilità dei sistemi
finanziari sono ingenti e coordinati - La crisi finanziaria
globale che ha avuto origine lo scorso anno nel mercato statunitense
dei mutui subprime si è molto aggravata da settembre,
colpendo alcune delle più grandi istituzioni finanziarie americane
ed europee, provocando fortissime cadute dei corsi di borsa,
suscitando timori di collasso dei sistemi finanziari e di recessione
delle economie avanzate. La diffusa incertezza su possibili
insolvenze delle controparti dopo il fallimento della banca d'affari
Lehman Brothers ha inceppato i mercati all'ingrosso su cui le banche
si approvvigionano di fondi, a iniziare dal mercato interbancario.
Di fronte a eventi di questa gravità la reazione dei governi e
delle autorità monetarie ha acquisito via via forza e capacità di
coordinamento internazionale.
Le banche centrali hanno sopperito al blocco dei mercati
interbancari nazionali con iniezioni di liquidità senza precedenti
nell'ammontare e nelle modalità di erogazione; l'8 ottobre, la Banca
centrale europea (BCE), la Riserva federale statunitense, la Banca
d'Inghilterra, la Banca del Canada, la Banca di Svezia e la Banca
Nazionale Svizzera, con l'appoggio della Banca del Giappone, hanno
effettuato una riduzione concertata dei tassi d'interesse, di mezzo
punto percentuale: un evento mai prima accaduto.
I governi statunitense e di alcuni paesi europei, tra cui
l'Italia, hanno approntato misure straordinarie volte a
ricapitalizzare le banche con fondi pubblici, o anche ad acquisire
da esse attività illiquide di difficile valutazione (è questo il
caso americano, in cui si sono stanziati per tale scopo fino a 700
miliardi di dollari), al tempo stesso estendendo e rafforzando le
garanzie per i depositanti.
In particolare, l'8 ottobre il Governo del Regno Unito ha
disposto un vasto e organico piano di sostegno del sistema
finanziario britannico, prevedendo fra l'altro la possibilità di
garantire nuovi debiti delle banche e l'intervento pubblico diretto
nel capitale delle stesse; il 9 ottobre il Governo italiano ha
disposto, oltre alla garanzia statale sui depositi bancari,
procedure speciali per intervenire con fondi pubblici nel capitale
delle banche e per meglio consentire alla Banca d'Italia di
sostenere la loro liquidità in casi di emergenza.
Il 10 ottobre i Ministri delle Finanze e i Governatori delle
banche centrali dei paesi del G7 si sono formalmente impegnati a
sostenere le istituzioni finanziarie la cui eventuale insolvenza
possa avere ripercussioni sistemiche e ad adottare tutte le misure
necessarie per riattivare i mercati monetari e creditizi.
Il 12 ottobre i paesi aderenti all'area dell'euro, d'intesa con
la Commissione della Unione europea (UE) e con la BCE, hanno
approvato un piano d'azione concertato, invitando anche gli altri
paesi della UE ad adottarne i principi. Il piano prevede che i
singoli governi nazionali prendano misure coordinate per facilitare
la provvista di fondi delle banche (garanzia statale sulle nuove
passività fino a 5 anni) e per ricapitalizzarle (sottoscrizione da
parte pubblica di azioni privilegiate o altri strumenti). Le
autorità competenti sono state invitate ad adottare nei giorni
seguenti misure atte a consentire a enti finanziari e non finanziari
di valutare in bilancio le proprie attività secondo appropriate
assunzioni sul rischio d'insolvenza del debitore piuttosto che
secondo l'immediato valore di mercato.
Il 13 ottobre il governo italiano ha dato seguito alle decisioni
concordate in sede di Eurogruppo definendo misure per aumentare il
grado di liquidità degli attivi bancari e favorire la raccolta di
fondi sul mercato. La Banca d'Italia ha dal canto suo preso
provvedimenti per facilitare il ricorso delle banche italiane al
rifinanziamento presso l'Eurosistema.
Il 14 ottobre il Tesoro degli Stati Uniti, d'intesa con la
Riserva federale, ha varato, nella cornice del precedente piano,
ulteriori misure, volte a favorire la ricapitalizzazione delle
istituzioni finanziarie con fondi pubblici, a estendere la garanzia
statale sulle loro passività e a favorire il finanziamento delle
imprese mediante acquisti di carta commerciale da parte della banca
centrale.
Le quotazioni nelle principali borse del mondo, che tra l'inizio
di settembre e la fine della prima decade di ottobre avevano segnato
flessioni dell'ordine del 30 per cento, nei giorni successivi hanno
recuperato parte delle perdite.
Le previsioni di crescita per tutti i paesi avanzati sono
state riviste al ribasso - Il Fondo monetario
internazionale (FMI) ha rivisto nei primi giorni di ottobre le
previsioni di crescita per tutti i paesi avanzati, ribassandole
decisamente. Per il 2009 i tassi medi annui di crescita del PIL sono
previsti intorno allo zero, negativi in diversi casi. L'ipotesi
sottostante è quella di un successo delle azioni delle autorità
volte a stabilizzare i mercati e le economie, sicché l'attività
riprenderebbe gradualmente già nel corso del 2009.
Faciliterebbero questo processo i recenti, forti ribassi dei
prezzi dell'energia e delle materie prime e il passo ancora
sostenuto delle principali economie emergenti. L'inflazione è
prevista ovunque in ripiegamento. L'FMI elenca peraltro una serie di
rischi che potrebbero, materializzandosi, approfondire la recessione
e prolungarla nel tempo, rischi acuitisi dopo l'aggravarsi della
crisi sui mercati finanziari e creditizi.
In Italia gli indicatori congiunturali sono negativi
- In Italia, dopo il rimbalzo dell'attività produttiva nel primo
trimestre, si sono susseguiti segnali di debolezza. Nel secondo
trimestre il prodotto si è contratto rispetto al primo. Il quadro
congiunturale dà segnali di un ristagno per il resto dell'anno. La
produttività, che riflette le insufficienze strutturali della nostra
economia, risente negativamente del ripiegamento ciclico.
L'inflazione flette per il ribasso dei corsi petroliferi e la
debolezza della domanda.
I consumi si contraggono e il costo dell'indebitamento
delle famiglie cresce - La spesa delle famiglie italiane si
è contratta dello 0,3 per cento nel primo semestre rispetto a un
anno prima. Il reddito disponibile è cresciuto nello stesso periodo
di un modesto 0,5 per cento, metà che nel 2007, nonostante il
progresso del reddito nominale dovuto ad alcuni rinnovi
contrattuali, a causa dei rincari dei prezzi al consumo, influenzati
dalle quotazioni internazionali delle materie di base. Il
deterioramento del ciclo influisce sulle aspettative rendendo
prudenti le decisioni di spesa e stimolando il risparmio. Le
famiglie italiane restano fra le meno indebitate del mondo avanzato,
ma si è appesantito l'onere per il servizio del debito, dato
l'aumento dell'esposizione degli anni passati e i rialzi dei tassi
d'interesse.
L'occupazione ha continuato a crescere nel secondo trimestre, ma
la partecipazione al mercato del lavoro è aumentata di più, un dato
che può essere letto come reazione ai rischi per il reddito
familiare dovuti al ristagno economico. Le difficoltà congiunturali
sono evidenti nel numero di persone, in forte crescita, che hanno
perso recentemente il posto di lavoro tra quelle in cerca di
occupazione, specie nel Centro-Nord.
Gli investimenti delle imprese si riducono - Gli
investimenti delle imprese nel secondo trimestre del 2008 sono stati
pressoché stagnanti, quelli in costruzioni hanno segnato una netta
riduzione. Nel settore residenziale, sulla base delle informazioni
disponibili, si è registrata durante il primo semestre una drastica
contrazione delle compravendite e un rallentamento dei prezzi, che
peraltro hanno continuato a salire, mentre in molti altri paesi
scendevano, anche rapidamente.
Le esportazioni si sono contratte nel secondo trimestre e si
avviano a ristagnare nel terzo, risentendo dell'indebolirsi della
domanda mondiale e degli andamenti sfavorevoli della competitività
registrati almeno fino al primo trimestre dell'anno.
La debolezza del ciclo e le peggiorate condizioni di
finanziamento si riflettono in un rallentamento dell'indebitamento
delle imprese. Quello con le banche cresce, mentre le emissioni
obbligazionarie lorde, nel secondo trimestre, sono state nulle a
fronte di rimborsi per 1,5 miliardi.
Le condizioni di offerta del credito bancario si
irrigidiscono - Le banche italiane, secondo l'indagine sul
credito bancario (Bank Lending Survey) relativa al secondo trimestre
di quest'anno ed effettuata in luglio, hanno operato un ulteriore
irrigidimento dei criteri adottati per l'erogazione dei prestiti
alle imprese; nel comparto del credito alle famiglie, dopo quasi un
biennio di allentamento, la restrizione già emersa sui mutui si è
estesa al credito al consumo. Ulteriori restrizioni sono attese per
la seconda metà dell'anno.
La redditività delle banche italiane sta risentendo della crisi
finanziaria globale, ma in misura contenuta, data l'esposizione
relativamente modesta al settore dei mutui subprime e Alt/A
americani, a titoli collegati e a "veicoli" attivi nel comparto.
Gli obiettivi per i conti pubblici sono stati confermati
in settembre - Nel mese di agosto il Parlamento ha
approvato la manovra di bilancio per il triennio 2009-2011, volta ad
assicurare il conseguimento degli obiettivi indicati nel Documento
di programmazione economico-finanziaria (DPEF) di giugno. Il disegno
di legge finanziaria per il 2009 include solo alcuni interventi
tecnici miranti a dare attuazione alla manovra triennale. La
Relazione previsionale e programmatica (RPP) per il 2009, che
conferma sostanzialmente gli obiettivi indicati nel DPEF, stima che
nel 2008 l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche
aumenti al 2,5 per cento del PIL; rispetto al 2007, l'incidenza
della spesa corrente primaria sul PIL salirebbe di 0,5 punti
percentuali e la pressione fiscale scenderebbe di 0,5 punti. Il
rapporto tra il debito e il prodotto diminuirebbe leggermente, al
103,7 per cento. La RPP prevede che nel 2009 l'indebitamento netto
scenda al 2,1 per cento del PIL. Il raggiungimento dell'obiettivo
potrà essere ostacolato dal deterioramento del quadro
macroeconomico.
Le misure di sostegno del sistema finanziario appena decise dal
Governo, che hanno carattere cautelativo, non determineranno
necessariamente un aggravio della spesa pubblica: la garanzia
statale sulle passività delle banche accrescerebbe la spesa solo
nella misura in cui fosse effettivamente utilizzata. Eventuali
operazioni di ricapitalizzazione delle banche o di scambio di titoli
pubblici con altri strumenti non incidono sul saldo di bilancio;
potranno influire temporaneamente sul livello del debito lordo senza
modificare il debito netto.
La politica di bilancio è volta a raggiungere un sostanziale
pareggio nel 2011 e a condurre nello stesso anno il rapporto tra il
debito pubblico e il prodotto al di sotto del 100 per cento. Il
conseguimento degli obiettivi è in larga misura affidato al
contenimento della spesa; saranno cruciali le modalità di attuazione
degli interventi disposti negli scorsi mesi. |