VUOI FERMARE IL TUO LAVORO PER UN ANNO?
SCOPRI L'ANNO SABBATICO... Nel Nostro Paese, così come in
tutti i paesi evoluti al mondo, esiste un qualcosa che ci può
permettere di lasciare il lavoro oer un anno, senza perdere il nostro
posto. Si chiama anno sabbatico e da la possibilità di
staccarsi dal proprio lavoro per poi riprenderlo al massimo dopo 11
mesi.
.Già, ormai da 7 anni in Italia esiste la legge 53/2000 firmata da
Livia Turco, che si rivolge a tutti i dipendenti con 5 anni di
anzianità maturata nello stessa azienda e con il desiderio di
aggiornare il proprio curriculum professionale. Che così possono
lasciare il lavoro per un po' di tempo con la certezza di non
ritrovarsi in mezzo a una strada quando si ripresentano al lavoro.
Per farla breve, grazie all'anno sabbatico tutti i lavoratori
italiani, sia privati sia pubblici, possono concedersi il lusso di
staccare la spina per 11 mesi una volta nella vita senza temere di
perdere il posto di lavoro e i contributi fino a quel momento versati.
Certo, per ottenere la lunghissima pausa è necessario preparare un
progetto da sottoporre all'azienda dove si spiegano le ragioni della
richiesta, i vantaggi che la società può trarre da questa esperienza e
le motivazioni personali che spingono a compiere una tale scelta. Il
datore di lavoro può però decidere di non concedere il congedo
formativo (così si chiama in Italia) o di rinviare il progetto ad
altro periodo o ancora che l'assenza del dipendente sia frazionata in
più periodi.
Altrove ormai l’esperienza è invece così avanti da essere una
tradizione, in particolare per i paesi anglosassoni. Da quelle parti
il cosiddetto “gap year” ha già permesso a centinaia di migliaia di
persone di fermarsi, prendere un lungo respiro, migliorare la loro
preparazione. Trovi nelle nostre città un impiegato inglese che da un
anno gira l’Italia per studiarne i monumenti, o imbattersi in un
ingegnere americano che ha mollato tutto per 12 mesi e vuole imparare
da noi l’italiano sono ormai incontri sempre più facili da fare. Già,
ma da noi si fa un po’ fatica. Il career break stenta infatti a
decollare nel nostro Paese.
I lavoratori per tutto il periodo del congedo formativo non
percepiscono lo stipendio e non maturano contributi pensionistici.
Senza contare che, nella dura realtà quotidiana, il dipendente per il
periodo di stop deve mantenersi magari ricorrendo ai risparmi di una
vita o a ottenendo l’anticipo sulla liquidazione (possibile solo per
chi ha almeno 8 anni di anzianità in azienda) per pagarsi corsi e
lezioni.
Nel loro piccolo ci sono gli enti locali che stanno tentando di
incentivare e aiutare le imprese nell’appoggiare il lavoratore che
voglia l’anno sabbatico.
Ad esempio già da anni alcune regioni offrono a chi si iscrive ai
corsi da loro riconosciuti, un rimborso spese, che può arrivare fino a
1291,14 euro. Mentre alle piccole aziende che concedono l'anno
sabbatico è offerta invece la possibilità di assumere sostituti, senza
l'onere dei contributi. Ma non è per niente facile, in un paese come
il nostro dove la cultura del lavoro è rimasta ancorata a schemi
sorpassati. |