ANALISI DELLA LIQUIDITA’
L'obiettivo
dell'analisi della liquidità è quello di verificare se l'impresa sia
in grado di far fronte ai propri impegni con le attività.
Dalla
riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio
finanziario è possibile esaminare in primo luogo tre indicatori di
situazione finanziaria che permettono già di evidenziare la struttura
del capitale d'impresa:
- Il margine o divario di tesoreria;
- Il capitale circolante netto o margine di disponibilità;
- Il margine di struttura
Ø
MARGINE DI STRUTTURA =
Capitale permanente - Attività immobilizzate
Accoglie le voci di
fonte e impiego a medio/lungo termine legate alla gestione finanziaria
e operativa. Indica in che misura le fonti permanenti finanziano gli
impieghi durevoli (Il margine
di struttura, inteso nel suo significato più restrittivo, cioé come
differenza tra capitale proprio e attività immobilizzate, permette di
esaminare le modalità di finanziamento dell'attivo immobilizzato e può
essere anche un indicatore della capacità di una ulteriore espansione
dell'attività aziendale o al contrario di una eventuale insufficienza
del capitale proprio in relazione alle dimensioni aziendali).
MS>0
Le attività immobilizzate sono
state finanziate con fonti proprie. Le fonti permanenti finanziano
interamente gli investimenti durevoli e parte dell’attivo circolante.
Possono esserci le premesse per un ulteriore sviluppo degli
investimenti. MS aumenta al crescere del patrimonio netto del capitale
e dell’autofinanziamento.
MS<0
Vi è una situazione di deficit di risorse a medio/lungo termine che
deve essere coperta da fonti a breve. (Il capitale permanente finanzia
solo in parte le attività immobilizzate per cui la differenza è
coperta anche da passività correnti). MS diminuisce per effetto degli
investimenti, rimborsi di debiti a medio/lungo termine, riduzioni di
capitale, erogazione di dividendi.
Ø
CAPITALE CIRCOLANTE NETTO =
Attività correnti - Passività correnti
Rappresenta la
capacità dell’impresa a far fronte autonomamente alla passività di
breve periodo facendo leva sulle liquidità e sulle disponibilità di
magazzino. (Il
capitale circolante netto indica il saldo tra il capitale circolante e
le passività correnti. In generale si deve ritenere come obiettivo
ideale il raggiungimento di una situazione nella quale le passività a
breve siano coperte oltre che dalle liquidità immediate e differite da
quella parte delle rimanenze che possono essere vendute senza
intaccare la cosiddetta scorta di sicurezza).
CCN>0
Rappresenta l’entità dell’investimento nella gestione corrente ossia
l’eccedenza degli impieghi correnti da cui nel corso del periodo si
attendono flussi monetari in entrata, sull’indebitamento a breve, che
nello stesso periodo richiede flussi monetari in uscita. Il CCN cresce
al crescere dei crediti, del magazzino, della cassa e al ridursi dei
debiti.
CCN<0
Rappresenta l’entità del finanziamento attivato dalla gestione
corrente ossia il finanziamento degli investimenti in attività
immobilizzate è stato effettuato anche con debiti a breve. Il CCN
diminuisce al ridursi dei crediti, del magazzino, della cassa e al
crescere dei debiti.
Ø
MARGINE DI TESORERIA
= ( Liquidità immediate + Liquidità differite) - Passività correnti
E’ il saldo tra
attivo e passivo finanziario a breve e indica in quale misura le
liquidità riescono a coprire i debiti di prossima scadenza.
(Pertanto il
margine di tesoreria è un indicatore, in termini assoluti, della
liquidità netta dell'impresa, prescindendo dagli investimenti
economici delle rimanenze. In caso di un margine di tesoreria molto
elevato occorre verificare se ciò dipenda da un'elevata liquidità o da
crediti limitati).
MT>0
L’impresa dispone di attività liquide sufficienti a coprire le
passività correnti.
MT<0
Vi è una situazione di deficit, ossia le liquidità immediate e
differite non riescono a coprire completamente gli impegni finanziari. |