LA DONNA DELL'ISLAM ATTUALE/Iran.htm
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La politica di modernizzazione autoritaria della monarchia dei Pahlévi non aveva ignorato le donne. Nel 1918 viene istituita la prima scula pubblica per ragazze. Nel 1937 lo scià abolisce ufficialmente l'obbligo di indossare il chador. Nel 1963 le donne vengono autorizzate ad accedere all'università e ottengono il diritto di voto. Nel 1967 viene istituito il divorzio su domanda di una delle parti. L'età minima per il matrimonio viene fissato a 18 anni. Nel 1967 viene legalizzato l'aborto.

La Rivoluzione islamica del 1979, guidata dall'ayatollah Khomeini, è destinata a cambiare in modo profondo le condizioni della donna nelle terre islamiche.

All'inizio della rivoluzione le donne partecipano in modo massiccio alle manifestazioni e alle giornate insurrezionali che costringono lo scià ad abdicare. In opposizione agli eccessi di una politica modernista di cui soltanto le donne privilegiate delle classi più alte traevano vantaggi, le donne sfoggiavano il chador per affermare la propria identità e il proprio rifiuto dell'acculturazione forzata.

Paradossalmente , il velo diventa il simbolo della lotta per l'emancipazione.

Ma ben presto il nuovo governo impone l'obbligo di portare il velo, nonostante le proteste delle donne. Nel luglio 1983 diventa obbligatorio in tutti i luoghi pubblici e di lavoro. Le pene previste sono assai severe: si va dalla multa fino a un anno di prigione e, soprattutto, alla bastonatura in pubblico. I Guardiani della rivoluzione non esitano a impiegare le maniere forti come insulti, getti di acido, aggressione Nel 1992, 113.000 donne sono arrestate per non aver portato il velo islamico, e in casi estremi si arriva a sfigurarle col rasoio e la lapidazione.

Il regime islamico impone il proprio modello di donna musulmana pura e, perciò, diversa dalla vituperata donna occidentale.

Il padre è il solo giudice degli interessi della figlia impubere, ha il diritto di maritarla e la figlia maggiorenne deve ottenere il suo consenso. Il ripudio dipende unicamente dlla volontà dell'uomo, e la donna può ottenere il divorzio solo in caso di impotenza del marito o di una sua lunga lontananza da casa. La poligamia è permessa: il marito può avere quattro moglie legittime e anche con l'istituto del "matrimonio temporaneo", il numero di donne che vuole, senza autorizzazione da parte delle mogli. Di fatto questo istituto permette all'uomo di contrarre un matrimonio limitato nel tempo, di un'ora, un giorno, un anno, pagando una dote ai genitori, e di romperlo a suo piacimento.

Con il matrimonio temporaneo molte donne vengono rifiutate e lasciate senza risorse quando non piacciono più (il marito non è tenuto al risarcimento) e che vanno a infoltire i ranghi della prostituzione. In caso di ripudio, la sposa legittima non ha più diritto all'alloggio coniugale e perde la custodia dei figli, dall'età di due anni per i maschi e di sette per le femmine.

Infine nessuna donna può viaggiare e lavorare senza l'autorizzazione del marito.

La vita quotidiana delle donne è minuziosamente codificata; in materia di sanità medico e paziente devono essere dello stesso sesso.Le donne algerine che hanno rifiutato di piegarsi hanno subito crudeli sanzioni: sfregiate con l'acido, mutilate, rapite e, per finire, violentate e giustiziate da "militanti" della fede. Le donne non devono essere istruite: commandos intervengono nelle scuole per terrorizzare le alunne e obbligano alla chiusura gli istituti femminili.

Minacciate di morte sono state costrette ad interrompere la loro attività professionale, o a scegliere l'esilio.