LA DONNA NEL MONDO DEL LAVORO/I primi anni dell'industrializzazione
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Movimento operaio.

 

Nell'ultimo decennio del XIX secolo, il lavoro delle donne è ormai un fenomeno di tale importanza da costituire una questione di attualità in tutti i Paesi industrializzati e, in modo particolare, all'interno del movimento operaio.

In questo momento le lavoratrici cominciano a prendere parte dei movimenti di rivendicazione.

A Vienna il primo sciopero femminile nel settore tessile scoppia in occasione del 1 maggio 1893 per chiedere la giornata lavorativa di 10 ore, anziché 12, un salario minimo di 8 corone alla settimana e il 1 maggio festivo.

In Francia tra il1916 e il 1917 le operaie addette alla produzione bellica interrompono la fabbricazione di munizioni per ottenere salari decenti, la soppressione delle multe e il miglioramento delle condizioni di lavoro.

Occuparsi del lavoro femminile diventa una necessità per il movimento operaio che a quel tempo comincia ad organizzarsi.

In Germania il congresso socialdemocratico nel 1896 adotta su proposta di Clara Zetkin una risoluzione che riguarda: l'ampliamento della protezione legale delle lavoratrici e giornata lavorativa di 8 ore per le donne; istituzione di ispettrici del lavoro; diritto di essere elettrici ed eleggibili nei collegi dei probiviri ; parità di salario a parità di lavoro; uguaglianza di diritti con gli uomini, in materia di diritto di riunione e di associazione; e pari opportunità professionali per i due sessi; uguali diritti civili.

Tuttavia, alla fine del secolo, è il diritto stesso delle donne di esercitare un'attività lavorativa ad animare ancora il dibattito all'interno delle organizzazioni operaie tedesche e degli altri Paesi. Il quarto Congresso della Confédération Générale du Travail, nel 1908 si schiera contro il lavoro femminile, considerato un elemento che "svaluta il lavoro maschile e favorisce la disoccupazione".

Comunque sia questo tipo di controversie si va gradatamente attenuando e, alla fine del 1910, il diritto delle donne al lavoro sembra ormai essere considerato come acquisito.

La tesi marxista secondo cui la scomparsa delle classi nella società comunista comporterebbe ipso facto la liberazione della donna si avvia dominare per lungo tempo la cultura operaia.

In Francia i dirigenti sindacali sono particolarmente ostili all'ingresso delle donne nei sindacati e ancora di più all'organizzazione di sindacati femminili. Nel 1914 la CGT crea un organismo diretto da donne e conduce una campagna in loro favore; l'aumento delle donne iscritte ai sindacati è lento: solo nel 1920 una legge che permette alle donne di iscriversi a un sindacato senza l'autorizzazione del marito viene approvata.

In linea generale, i sindacati sono ostili al femminismo, considerato un movimento borghese che rompe la solidarietà fra i due sessi, per sostituirla con una solidarietà illusoria fondata sull'appartenenza allo stesso sesso. Sebbene le donne si sindacalizzino sempre più soprattutto dopo la Grande guerra, ci vorranno ancora molti decenni perché esse possano assumere posti di responsabilità. Nonostante questi ritardi, la loro azione è all'origine dei principali cambiamenti della condizione femminile nel mondo del lavoro: è nei settori in cui le donne sono più presenti sindacalmente che il divario fra i salari maschili e quelli femminili è meno ampio.