Amalfi - Monumenti da visitare
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L’ingresso di Amalfi è guardato dalla bella torre di San Francesco, oggi detta "Saracena" e in alto, l’ostello ricavato dall’antico convento, fondato da San Francesco nel 1222; soppresso a seguito delle leggi eversive, conserva un preziosissimo Chiostro. Annesso al convento è la chiesa di Sant'Antonio, a picco sul mare; a navata unica, nella cripta si ammirano pregevoli affreschi duecenteschi. Suggestiva la processione navale del Santo, il 13 giugno. Sul costone montano, in alto, troneggia l’ex monastero delle benedettine, fondato nel X sec, nel 1800 venne adattato a cimitero monumentale, sua attuale destinazione. All’imbocco del Viale delle Regioni, lo stupendo pannello ceramico del Cossa, monumento alle gesta amalfitane. Attigua al pannello apre Piazza Municipio, al centro dell’antico rione Campolillo, tra i luoghi meglio conservati nell’antica fisionomia. Quivi, nel palazzo in cui aveva sede il cinquecentesco monastero della SS. Trinità, ha sede il Municipio, l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, le Poste, la Biblioteca Comunale e, il ricco Museo Civico. All’interno, tra l’ altre cose, i tarì; degli strumenti nautici, tra cui la bussola;una antica copia delle "Pandette" giustinianee; l’ antico gonfalone e i costumi della Repubblica indossati durante la Regata Storica, gara remiera tra le quattro maggiori Repubbliche Marinare di un tempo Amalfi, Pisa, Genova, Venezia, che la ospitano alternandosi; e soprattutto una rara copia delle "Tabule Amalphitane", le famose Tavole Amalfitane sono il più antico codice di diritto marittimo, che contiene le leggi e le consuetudini marittime della gloriosa repubblica marinara di Amalfi. Si tratta probabilmente di una trascrizione quattrocentesca dell'originale di epoca normanna (fine dell'XI secolo o inizi del XII secolo). Tali norme, riconosciute valide e adottate da diverse potenze marinare, costituirono per diversi secoli il codice universale del commercio per tutto il Mediterraneo. Composto di 66 capitoli, 21 dei quali in latino, l'importante documento e' oggi conservato, in una redazione del XV secolo. Il cuore della cittadina, adorna della bella Fontana del Popolo, copia della più antica, inghiottita dai marosi, è dominata dall’imponente gradinata della Cattedrale di Sant'Andrea. Impiantata nel IX sec, nel corso dei secoli ha subito numerosi rifacimenti, che ne hanno stravolto l’originaria architettura. L’ultimo significativo rimaneggiamento negli ultimi anni del secolo scorso, epoca in cui vene rifatto l’atrio, e l’estasiatica facciata, in stile arabo-normanno di Sicilia. A sinistra, non allineato con l’edificio, il Campanile, discretamente conservato nell’antica struttura. Penetriamo all’interno attraverso le superbe porte bronzee, fuse a Costantinopoli nel 1066. In stile tardo-barocco, l’interno è un trionfo di marmi policromi, argenti, preziose tele: mirabolante il soffitto a cassettoni, in oro, riccamente affrescato. Una stretta scala marmorea conduce alla cripta duecentesca. A due navate, con volte a crociera stupendamente ornate, sull’altare domina l’imponente statua bronzea di Sant’Andrea. Sotto di essa, una preziosa urna custodisce, le veneratissime ossa del Santo. Dal Duomo si accede all’antica Basilica del Crocifisso, il primo duomo. Edificata nel IX sec, tra le imponenti colonne, conserva preziosissimi affreschi trecenteschi. Attualmente sede di conferenze e concerti, ospita il preziosissimo tesoro della Diocesi Amalfitana. Attiguo il Chiostro del Paradiso, splendida costruzione arabeggiante, a colonnine binate che sostengono archi intrecciati. Fatto costruire nel 1266-68, dall’arcivescovo Filippo Augustaccio, quale cimitero per cittadini illustri, venne abbandonato agli inizi del secolo XVII e restaurato nel 1908. Attualmente, vi sono raccolti numerosi reperti d’epoca romana e medioevale. Discesa la scalinata del duomo, attraversiamo la piazza e, percorriamo un breve e pittoresco supportico. Sul lato esterno si notano due grandi arcate ogivali, ci affacciamo, sono i resti degli antichi Arsenali della Repubblica. Unico esempio di cantiere navale meridionale, la sua esistenza è attestata già dal XI sec, tuttavia, le dodici arcate attuali sono solo la parte residua delle venti-ventidue che aprivano verso il mare. La costruzione affaccia su di una piazzetta ove avevano sede i fondaci e la Dogana. Su di una parete il superbo pannello ceramico del Rossi, raffigurante i traffici amalfitani. Percorso il corridoio, sbuchiamo nella suggestiva Piazza dei Dogi, e da qui, per mezzo di una ripida scalinata, all’antico Rione Vagliendola. Quivi era la porta occidentale della città, la "Vallenula" (ve ne erano alte quattro, di cui 2 a Sud, verso il mare), e, c’è ancora, la chiesa di San Biagio, antico possedimento dell’Abbazia di Montecassino. Di impianto alquanto semplice, all’interno conserva pregevoli dipinti cinquecenteschi e, una splendida pavimentazione ceramica della fine del ‘700. Bellissimo, il piccolo campanile bizantino. Proseguendo dritti, lungo la strada che costeggia il caseggiato, appare un antico Convento di Cappuccini del 1212 fondato da Pietro Capuano al posto della chiesa di S. Pietro a Tozcolo, anteriore al secolo X. Affidato ai Cistercensi di Fossanova e più tardi abbandonato, il convento nel 1583 concesso ai Cappuccini venne soppresso nel 1815. Parte dell’edificio è andata distrutta dalle frane, abbastanza conservati tuttavia, il bellissimo chiostro del XIII sec e, la magnifica loggia fiorita. Da questo punto si gode una panoramica incantevole, Amalfi somiglia ad un presepe: le candide case inframmezzate dai limoni e dagli olivi, digradanti verso la strada, che si tuffa nel mare... dai quali si abbraccia uno splendido panorama su Amalfi e sulla sua costa. |
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