RISURREZIONE Ti
adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento
il mondo. Dal
Vangelo secondo Marco Passato
il sabato, Maria di Magdala, Maria, madre di Giacomo, e Salome comprarono olio e
profumi per andare a ungere li corpo di Gesù. La
mattina presto del primo giorno della settimana, al levar del sole, andarono
alla tomba e videro che la grossa pietra, molto pesante, era stata spostata.
Allora entrarono nella tomba. Piene di spavento, videro, a destra, un giovane
seduto, vestito di una veste bianca. Ma il giovane disse: “Non spaventatevi.
Voi cercate Gesù di Nazaret, quello che hanno crocifisso. È risuscitato, non
è qui. Ora andate e dite ai suoi discepoli e a Pietro che Gesù vi aspetta in
Galilea. Là, lo vedrete come vi aveva detto lui stesso". CRISTUS
VINCIT testimonianza
dall'Albania Appena
finita la Veglia del Sabato Santo con trenta battesimi di giovani e ragazzi, le
note del Cristus vincit risuonano nella valle. Inizialmente tutti rimangono in
silenzio, poi accompagnano il suono con il canto, alla fine un lungo applauso. E'
Pasqua: la vita dopo la morte, il canto dopo il silenzio. La gente partecipa con
numerosi spari di fucili. Notte
di festa, finalmente fuori dalle catacombe e nella libertà.
Le
campane erano state tolte dai campanili, usate nelle caserme, trasformate in
strumenti bellici, portate nei musei, nascoste, rubate, vendute... Il popolo è
rimasto legato al campanile, sente la campana come segno esterno della fede. Ascoltare
oggi il suono delle campane è come svegliarsi da un lungo sonno, prendersi la
rivincita su molti eventi tristissimi, ritornare bambini nel ricordo della
campanella del villaggio. In molti e per molti anni - alle quattro del mattino -
si sono appartati in angoli remoti della casa, per ascoltare il programma
albanese della Radio Vaticana che ha per sigla la melodia del Cristus víncit. Ora
gli argini dei silenzio e della paura hanno ceduto: si risente in piazza ciò
che in tanti anni hanno ascoltato nel segreto. RINASCERE
A VITA NUOVA testimonianza
sull'immigrazione Era
proprio l'8 marzo, festa della donna, quando ho avuto l'occasione di conoscere
suor Lourdes e le sue consorelle dell'Ordine religioso Adoratrici Ancelle del
SS. Sacramento e della Carità (fondato in Spagna nel 1856 con il carisma
proprio della adorazione all'Eucarestia e anche l'amore verso il corpo desolato
della donna prostituta). Da
anni lavora a favore delle ragazze di strada: in Colombia, in Ecuador e ora a
Bergamo. La Diocesi le ha messo a disposizione una casa e questo Centro porta il
nome di Kairos, parola greca che significa "momento propizio", momento
buono per il bene, momento opportuno per un cambiamento. In
Kairos, suor Lourdes e le consorelle fanno vita comune con sette ragazze:
condividendo ì vari momenti e i percorsi formativi proposti ogni giorno, le
ragazze vengono aiutate a costruire relazioni positive e ad occupare attivamente
il loro tempo. Quella
sera, dell'8 marzo proprio loro hanno guidato la preghiera della Via Crucis,
dando a tutti noi una bella testimonianza di femminilità e di voglia di vivere. PREGHIERA Signore,
aiutaci a vedere nella tua crocifissione e risurrezione un
esempio di come dobbiamo sopportare e morire nell'agonia
e nei conflitti della vita quotidiana. Facci
capire che solo morendo continuamente a noi stessi diventeremo
capaci di vivere più pienamente, perché
solo morendo con te possiamo con te risorgere. Amen. |