cartine  delle  apuane

ti interessano delle gite in provincia di firenze, più corte, adatte anche a chi ha bambini? 

oppure non hai un'intera giornata a disposizione, oppure vuoi solo fare quattro passi all'aria aperta? 

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quando si va sulle apuane in estate bisogna sempre avere acqua in abbondanza, perché fa caldo e le fonti sono rare. 

apuane settentrionali  (pizzo, pisanino, sagro, tambura, grondilice, cavallo, ecc.) 

centrali (macina, sumbra, altissimo) 

apuane meridionali  (corchia, pania, forato, ecc.) 

pania della croce: da levigliani (600 m.) in alta versilia; all'inizio è una strada di cava fino a pochi metri dopo l'antro del corchia (per chi ama la speleologia, visite guidate) poi a destra sentiero n° 9 fino al passo dell'alpino e alla foce di mosceta (1170 m. - il rifugio del freo è a tre minuti) poi classico sentiero 126 fino in cima; dal parcheggio, tre ore; al ritorno invece si può completare il giro, calare nella cosiddetta "val d'inferno" e deviare verso destra sul n° 7 che scende alla foce di valli (1260 m.) e poi deviare sul 125 (sentiero divertente, dolomitico) che rientra a mosceta 

secondo itinerario, dalla garfagnana, salire da gallicano - molazzana a piglionico (1100 m.) da dove inizia il sentiero n° 7 per il rifugio e. rossi; si arriva in circa un'ora, si prosegue fino al bivio con il n° 126 che sale al colle della pania

nella zona del rifugio rossi, interessanti anche la pania secca (dai prati sotto il rifugio, via normale nei pressi della cresta ovest), il pizzo delle saette (crinale dal colle della pania), e il canalone "borra di canala"     

ancora un altro itinerario è il sentiero 130 (poi il 7) da fornovolasco, oltre milletrecento metri di dislivello

corchia: divertente salita da passo croce (sopra levigliani), si risale il crinale erboso verso il 2° torrione e lo si supera per una cengia; fra il 3° e l'ultimo torrione si imbocca il caratteristico canale del pirosetto, che porta ai pendii sopra le rocce; le cime del corchia sono due, poi si scende per la cresta sud al rifugio del freo e si può concludere il giro passando da fociomboli, seguendo il sentiero nel bosco

freddone: cima secondaria ma con bella vista su sumbra, forato e corchia; da fociomboli i primi 100 metri del sentiero 111, poi sulla sinistra un sentiero non segnato sulle cartine ma marcato sul terreno; si può salire anche da nord o da ovest, per due creste non difficili ma molto ripide

 

 

 

 

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procinto: da stazzema (alta versilia) prima di arrivare in paese giriamo a destra e dove la strada diventa sterrata ci si ferma; da qui (500 m.) sentiero n° 5 fino al rifugio forte dei marmi (860 m.)(crca un'ora), poi segnali gialli sotto la parete verticale del monte nona fino alla foce del procinto; per la famosa ferrata vedi  percorso; per il ritorno, si può seguire un "fuori pista" in discesa che ci porta al sentiero n° 6, da qui si può rientrare a stazzema in un'ora e mezzo passando a nord del procinto, ma io consiglio di continuare fino alla foce di petrosciana (vedi sotto) e proseguire per il monte forato; 

forato: da stazzema (500 m.) sentiero n° 6 fino alla foce di petrosciana (960 m.), da qui sentiero "salvatori" fino alla cima sud (1220 m.) e al famoso arco; per la ferrata in cresta vedi  percorso  

matanna: da casoli (camaiore) sentiero 106, a san rocchino a destra (sentiero 3) verso la foce del pallone, ma prima di arrivarci si "taglia" a sinistra salendo direttamente alla cima senza sentiero; il giro prosegue verso la foce del termine (sentiero 105) poi si scende (n° 2) lungo il rio fino a rientrare a casoli; ma a un bivio sulla destra  (segnali gialli) conviene una bella deviazione per una grotta del paleolitico

croce e nona sono due cime intorno ai 1300 m. separate dalla foce delle porchette; da stazzema sentiero n° 6 fino a fonte moscoso poi si devia verso destra seguendo il segnavia n° 8 in salita fino alla foce (980 m.); sulla sinistra si sale per facili roccette e ripidi prati fino a una sella, da qui crinale ovest fino alla cima; si scende per il sentiero segnato che entra in una bella forra, per rientrare alla foce; proseguendo sull'altro versante, si segue per qualche curva il sentiero 109, poi si esce sulla destra per salire su una traccia che costeggia la costola del monte nona fino alla vetta; la discesa è per il crinale sud, verso il callare di matanna, il sentiero n° 5 che passa sotto il nona stesso, il rifugio forte dei marmi, il rientro verso stazzema

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apuane centrali

macina: cima non molto nota, di 1560 m. all'estremità sud della cosiddetta "cresta di sella". dalla cresta del vestito, vedi itinerario qui sotto, alla selletta attraversata dalla linea elettrica (1377 m.) si prosegue verso il passo sella e si sale sulla destra, per la cresta est, ripida e un po' impegnativa per noi escursionisti, ma senza passaggi alpinistici. (vedi foto altra pag.) 

sumbra: giro molto bello, dal ristorante "le gobbie", all'uscita dalla galleria per chi viene da massa - antona, il sentiero n° 150 (primo tratto sulla marmifera poi verso destra) sale verso la "cresta del vestito" e poi percorre i pendii orientali del monte macina; si attraversa il passo sella e il sentiero è il 144, sale e scende fino ai lastroni rocciosi del passo fiocca; da qui salita alla cima del monte o "la penna di sumbra"  per facilissimo sentiero attrezzato (non è una vera ferrata); poi per il ritorno sempre n° 144, -attenzione  a non sbagliare,  girare in orizzontale verso destra per non perdere il sentiero-; lunghissima discesa verso il paese di arni, da dove su strada asfaltata (ma c'è una scorciatoia, il sentiero numero 33 più in alto) si torna al punto di partenza.   dal passo, in pochi minuti si sale alla cima del monte fiocca  

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altissimo: il sentiero più diretto è il numero 33 di fronte al ristorante "le gobbie", prima nel bosco e poi, al passo degli uncini, a sinistra presso la cresta; 

un'alternativa è, parcheggiare al pasquilio sopra massa - cinquale (linea gotica e cappella dei partigiani); si sale al monte carchio (sventrato da una vecchia cava, ma molto panoramico) e si prosegue in cresta (il sentiero è sempre il 33), passo della focoraccia e della greppia e, al passo degli uncini, itinerario precedente; 

ancora, dalla galleria del cipollaio, venendo da seravezza - levigliani, si può salire per la via marmifera asfaltata, poi, dalla cava che strazia il poggio falcovaia, sentiero 142, in meno di due ore siamo in cima, con vista spettacolare sulla costa

apuane settentrionali

pisanino: dalla val serenaia (dall'alta garfagnana - gramolazzo) (1050 m.), i sentieri n° 178 e 180 salgono fino alla foce di cardeto, calare un centinaio di metri, girare a sinistra e cercare tracce di sentiero (senza i segnavia del cai, ma con bolli celesti); si taglia, con attenzione, il ripido versante orientale giungendo a una selletta sotto la cima; a sinistra si entra in un canale erboso ripidissimo che ci porta con un ultimo sforzo sulla vetta più alta delle apuane (1945 m.); circa tre ore e un quarto a salire e un po' meno a scendere 

pizzo d'uccello: bella gita, niente rischi; dalla val serenaia, dalla strada che prosegue oltre il vero rifugio donegani, parte il sentiero 187 che, nel bosco, porta a monte della ferrata "tordini galligani" con vista panoramica sulla grande parete nord; si prosegue a sinistra, per tracce di sentiero si sale seguendo da vicino la cresta, poi al "giovetto" (1500 m.) si piega verso destra e, con qualche passaggio in cui bisogna usare le mani, in breve si arriva alla vetta (1780 m.); per il ritorno si può scendere alla foce a giovo e poi calare a valle attraverso la "cava 27"  

 

 

  

cavallo:  dalla val serenaia (1050 m.), si sale fino alla foce di cardeto come per il pisanino, ma scendendo si prende sulla destra fino al passo della focolaccia (1640 m., con enorme cava) da cui si va anche alla tambura; si sale col n° 167 sulla destra fino alla forcella di porta (1700 m.); qui si cambia versante, il sentiero prosegue sotto la cresta, si cammina con attenzione finché si entra in un ripido canalino erboso che ci porta a quota 1850 sulla cresta; da qui, a sinistra sulla roccia si sale a una delle "groppe" del cavallo (1873 m.) non la più alta ma molto panoramica.

il ritorno è per lo stesso itinerario

cresta di nattapiana: è la cresta nord-ovest del pizzo, lunga oltre due km., da percorrere con molta attenzione perché quasi tutta esposta da entrambi i versanti; da vinca sentiero 190 fino alla foce lizzari (1280 m.), poi ci si attrezza con caschetto e imbrago perché ci sono due o tre calate in corda doppia; ci si affaccia diverse volte sulla parete nord, si incontra qualche difficoltà in due passaggi di 2° grado; poi c'è un'ampia sella facile, da cui si entra in un ripido canale che ci fa salire fino a quasi 1600 m. di quota, infine una cengia (attrezzata con un ridicolo cordino) e il pendio finale, ripido ma facile; in totale cinque ore dal paese (770m.) alla vetta (1780 m.); per il ritorno conviene la "via normale" in discesa fino alla foce a giovo e il sentiero 175 per rientrare in paese (due ore circa)  

 

grondìliceda vinca (lunigiana) (800 m.)  sentiero 175 fino alla foce giovo, poi n° 179 che taglia l'altro versante sotto la cresta di garnerone; si arriva alla cava 27 e si prende il sentiero che sale verso destra (186); dalla foce di grondilice si può velocemente salire alla vetta (1800 m.) per sentiero non segnato ma facile (primo grado); ritorno per il sentiero 186 fino alla foce di rasori, poi 37 e 38, passando vicino al rifugio capanna garnerone e proseguendo la discesa fino a vinca 

un altro bellissimo itinerario, più faticoso, con maggior dislivello ma della stessa lunghezza, è dalla parte massese, da biforco, si segue il 167 fino alla valle degli alberghi; da qui, grande panorama quasi dolomitico sul contrario e cavallo; si gira a sinistra attraversando il ruscello e seguendo i segnali rossi per carmeneto, che è un rudere nella valle; si sale alla forcella rasori, limite del bosco, poi si prende il n° 168 che entra fra le rocce per arrivare alla forcella; per ritorno si può prendere, scendendo, prima di arrivare a carmeneto, sulla destra il sentiero n° 168 che costeggia il torrente fondone, una specie di "orrido", anche se lungo, molto bello, tutto nel verde 

sagro: facile salita da carrara - campo cecina, il sentiero è il 173, si passa da foce di pianza (1270 m.) poi alla cava di marmo lo lasciamo per seguire sulla destra il facile sentiero di vetta, con segnali azzurri 

oppure salita dall'altro versante, dalla parte carrarese (colonnata) o da biforco si arriva a foce luccica (1030 m.) ma è un itinerario sul filo roccioso con passaggi di 1° grado che ci porta lungo la cresta fino a quota 1460, poi è un ripidissimo pendio erboso tutto al sole fino al monte spallone (1650 m.); da qui ancora cresta, ma facile, con salita e discesa fino alla vetta (1750 m.)

terzo itinerario da vinca : sentiero n° 38 per capanna garnerone (1250 m.)(fonte) poi 173, nel bosco, che sale fino alla foce del fanaletto (1420 m.) da dove si esce al sole e si arriva velocemente alla zona di cava da cui parte la "via normale" segnata in azzurro  

 

tambura: da vagli di sopra in garfagnana (650 m.) salita nel bosco fino a campocatino, poi il sentiero 177 sale al passo della focolaccia; da qui si sale, in cresta (ci sono due anti-cime che ingannano) alla vetta della tambura (1890 m.); per il ritorno, cresta verso sud, passo tambura poi sentiero 35 fino a fondo valle e rientro al paese; circa tre ore a salire e altrettante a scendere 

da resceto altre due possibilità: via di lizza (sentiero 166) fino al passo della focolaccia e poi come sopra, oppure canale dei piastriccioni (sentiero 165), cave cruzze, focoletta, passo tambura; ritorno per la storica via vandelli (segnata col n° 35) 

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aggiornamento agosto 2004