Nazionali ottobre 2013 - Retefin_Agevolazioni_Economiche

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Nazionali ottobre 2013

Agevolazioni > Archivio News > Nazionali

28-10-2013

Agevolazioni utilizzabili per finanziare il cambio macchine: la nuova Legge Sabatini
25 OTTOBRE 2013 di UFFICIO STAMPA in COMUNICATI, FOCUS
(a cura del dott. Marco Minoccheri – consulente fiscale AS.TRO)

Gli ultimi decreti varati dal Governo (in particolare, il D.L. 69/2013, conv. con modif. dalla L. 98/2013, e il D.L. 76/2013, conv. con modif. dalla L. 99/2013) contengono alcune importanti misure agevolative per le piccole e medie imprese.

Tra i vari interventi agevolativi mirati allo sviluppo delle imprese segnaliamo la reintroduzione dell’«agevolazione Sabatini» (art. 2, D.L. 69/2013) che le aziende del gioco potrebbero utilizzare per affrontare l’investimento del cambio macchine.

Si tratta, sostanzialmente, di finanziamenti e contributi a tasso agevolato per gli investimenti, anche mediante operazioni di leasing finanziario, in macchinari, impianti, beni strumentali d’impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, nonché per gli investimenti in hardware, software e tecnologie digitali.

L’agevolazione ha le seguenti caratteristiche:

- i finanziamenti sono concessi, entro il 31.12.2016, dalle banche convenzionate e dagli intermediari finanziari autorizzati all’esercizio dell’attività di leasing finanziario, purché garantiti da banche, con un plafond, presso la gestione separata di Cassa depositi e prestiti S.p.a., per un importo massimo di euro 2,5 miliardi incrementabili sulla base delle risorse che si renderanno disponibili;

- i finanziamenti hanno durata massima di cinque anni dalla data di stipula del contratto e sono accordati per un valore massimo complessivo non superiore ad euro 2 milioni per ciascuna impresa beneficiaria, anche frazionato in più iniziative di acquisto. Essi possono coprire fino al 100% dei costi ammissibili individuati da un apposito D.M.;

- alle imprese beneficiarie il Ministero dello Sviluppo economico concede un contributo, rapportato agli interessi calcolati sui finanziamenti di cui sopra, nella misura massima e con le modalità stabilite con un decreto attuativo di prossima emanazione;

- l’autorizzazione di spesa è di euro 7,5 milioni per l’anno 2014, euro 21 milioni per l’anno 2015, euro 35 milioni per ciascuno degli anni dal 2016 al 2019, euro 17 milioni per l’anno 2020 ed euro 6 milioni per l’anno 2021.

I requisiti, le condizioni di accesso, le modalità di erogazione dei contributi e le relative attività di controllo verranno stabiliti con un apposito D.M.

Inoltre viene disposto che la concessione dei finanziamenti può essere assistita dalla garanzia del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, nella misura massima dell’80% dell’ammontare del finanziamento.

In sintesi:

NUOVA AGEVOLAZIONE SABATINI

In cosa consiste?

Finanziamenti e contributi a tasso agevolato per gli investimenti, anche mediante operazioni di leasing finanziario, in macchinari, impianti, beni strumentali d’impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, nonché per gli investimenti in hardware, software e tecnologie digitali.

Chi ne può fruire?

Pmi (come definite dalla Raccomandazione 2003/361/CE del 6.5.2003 recepita con il D.M. 18.4.2005), anche agricole e del settore della pesca

Che caratteristiche hanno i finanziamenti?

- Sono concessi entro il 31.12.2016;

- Hanno durata massima di cinque anni dalla data di stipula del contratto;

- Sono accordati per un valore massimo complessivo non superiore a euro 2 milioni per ciascuna impresa beneficiaria, anche frazionato in più iniziative di acquisto;

- Possono coprire fino al 100% dei costi ammissibili individuati da un apposito D.M.

Chi può erogare i finanziamenti?

Banche convenzionate e intermediari finanziari autorizzati all’esercizio dell’attività di leasing finanziario, purché garantiti da banche

Come funziona?

Alle imprese beneficiarie il Ministero dello Sviluppo economico concede un contributo, rapportato agli interessi calcolati sui finanziamenti di cui sopra, nella misura massima e con le modalità stabilite da un decreto attuativo



25-10-2013

NOVITA’!! MICROCREDITO: IL PRESTITO DEDICATO SOLO ALLE DONNE

Il progetto Microcredito vuol essere uno strumento di aiuto per tutte le donne che vogliono la possibilità di creare una propria impresa, senza dover fornire garanzie reali alla banca, o chiedere aiuto alla famiglia.
Il microcredito  può risolvere il problema dell'accesso al credito che da sempre penalizza le donne più degli uomini: tassi d'interesse maggiori, importi accordati inferiori e soprattutto maggiore richiesta di garanzie.
Si è studiato un modo per aiutare le donne nel mondo del lavoro e altro perché, come sempre, le donne non hanno la stessa importanza dell’uomo sotto certi aspetti quindi, con questa nuova iniziativa cioè il Microredito Donna, si dà appunto la possibilità alle donne in carriera di poter chiedere un prestito  e poi si può anche dimostrare che su questo punto di vista, cioè in quello lavorativo, uomini e donne sono sullo stesso piano, anzi forse le donne un gradino in più.
Vediamo ora che cosa è il Microcredito Donna.
Esso può assumere una duplice configurazione quale:
Microcredito per le attività imprenditoriali o di lavoro autonomo;
Microcredito sociale, erogato a beneficio delle sole “persone fisiche in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale”.

Nel caso del microcredito d’impresa, il finanziamento concesso non potrà superare i 25 mila euro, mentre nel caso del microcredito sociale l’importo massimo erogabile è stato fissato in 10 mila euro.
L’Ente Nazionale per il Microcredito non opererà direttamente in veste di soggetto erogatore dei finanziamenti, ma valuterà i progetti delle aspiranti imprenditrici, attiverà le relative attività di tutor, e soprattutto assicurerà la creazione dei fondi di garanzia per il microcredito.
Vediamo ora come è messo questo particolare e diretto prestito qui in Italia.
Se fino a qualche anno fa il microcredito era associato esclusivamente ai Paesi in via di sviluppo, negli ultimi tempi non è più così.
Con l’attuale congiuntura economica sfavorevole, infatti, nel nostro Paese si sta assistendo ad una costante crescita del ricorso allo strumento del microcredito, grazie ad esso lo scorso anno in Italia sono nate 106 nuove iniziative economiche, finanziate con oltre 63 milioni di euro.
Insomma, uno strumento utile sia per far fronte alle emergenze determinate dall’esclusione finanziaria delle donne, sia per la creazione di lavoro autonomo e di microimprese.




25-10-2013

BANCHE: PERTNERSHIP ARTIGIANCASSA-PERMICRO PER FINANZIAMENTO MICRO-IMPRESE

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 24 ott - Artigiancassa, societa' di Bnl Gruppo Bnp Paribas specializzata nel sostegno e nello sviluppo del settore artigiano e nella gestione di fondi pubblici di agevolazione, e PerMicro, azienda leader nel microcredito in Italia, della quale la stessa Bnl e' il principale azionista, hanno siglato una partnership per ampliare le possibilita' di accesso al credito dei propri clienti. Artigiancassa, attraverso una rete attiva in tutta Italia, offrira' nuove opportunita' di finanziamento a micro imprese, neo-imprenditori, start up e a persone con minore possibilita' di accesso al credito tradizionale, come immigrati e giovani lavoratori atipici che vogliano avviare un'attivita' artigiana. PerMicro, invece, potra' estendere il proprio modello di business anche al comparto artigiano, sviluppando ulteriormente la propria mission, che non ha solo una portata economica, ma anche di inclusione sociale.




23-10-2013

ILLECITI SU MUTUI, CONTI CORRENTI E LEASING. ANATOCISMO E USURA

Negli ultimi tempi molte notizie corrono sul web riguardanti l’anatocismo e l’usura. Cercando di spiegare entrambi, si potrebbe dire che l’anatocismo è l’anticamera dell’usura.
L’anatocismo si ha tutte le volte in cui su interessi vengono calcolati nuovi interessi a danno del cliente.
Esso aggrava notevolmente  il costo reale del denaro che i clienti pagano alle banche tutte le volte che si chiede un prestito, un mutuo o si ha un conto corrente con affidi e scoperture.
Il costo reale che si  paga alla Banca  non si trova esposto in nessun contratto bancario  ed è molto più alto di quello che apparentemente può sembrare.
L’anatocismo è  un moltiplicatore del debito perché  ad ogni scadenza di pagamento,  vengono sommati anche gli interessi che già sono stati pagati a scadenza e che faranno parte integrante del capitale nel nuovo trimestre, e su questi verranno pagati nuovamente interessi passivi.
Periziando i conti correnti vengono messi in evidenza tutti gli illeciti civile e penali dell’uso strumentale che la Banca fa della legge.
Le irregolarità dei contratti intrattenuti con la Banca, possono essere anche  ab origine, ovvero già il contratto al suo sorgere, può essere affetto da nullità anche solo parziali.  Ad es.  su un mutuo, dove la Banca applica per prassi un ammortamento alla francese o  stabilisce degli interessi di mora contrattuali su punti percentuali, facendo l’analisi si può evidenziare che il tasso effettivo  applicato dalla Banca, può superare il tasso soglia ovvero quello stabilito dal Ministero, ovvero c’è usura.
Si potrebbe quindi passare  da una violazione civile, ovvero il divieto di anatocismo, ad un illecito penale, ovvero un superamento del  tasso soglia, quindi usuraio, ma tutto ciò è possibile farlo solo con un analisi critica del rapporto intrattenuto con  la Banca.
Se su un conto corrente viene praticato  anatocismo (da sempre vietato anche nel codice civile), e se tale pratica ha comportato il superamento del tasso soglia, ovvero se c’è stata usura, tutto dovrà essere stornato.  Su un conto corrente, solo l’utilizzo strumentale della commissione  di massimo scoperto, provoca dei numeri debitori a favore della banca, quindi analizzando un conto corrente secondo legge, la maggior parte di essi vanno fuori soglia, ovvero nella maggior parte dei conti correnti, sono applicati tassi usurari.
In un contesto del genere, il correntista ha due possibilità. L’una è quella di denunciare la Banca per usura che dà la possibilità di costituirsi in un eventuale processo penale a carico della Banca, come parte offesa, l’altra opportunità invece è quella di chiedere dinanzi al Giudice Civile, la restituzione di quanto indebitamente versato a favore della Banca, oltre che chiedere un risarcimento del danno perché è vittima di usura.
Un importante messaggio da dare però è che se si riceve un decreto ingiunto dalla Banca, esso non va  trascurato ma bisogna fare opposizione ad esso. Non lasciare mai che un decreto ingiuntivo della Banca possa divenire definitivo.
Dinanzi ad una richiesta fatta dalla Banca con decreto per una somma debitoria presunta, chiedere al Giudice  che dimostri la Banca la validità del credito richiesto, come anche dice l’art. 50 del TUB  che stabilisce che bisogna poter fare tutto il saldaconto del rapporto tra la Banca ed il cliente, cioè dall’inizio del rapporto fino al decreto, e non certo solo dell’ultimo trimestre. Solo così si può fare una giusta quantificazione della cifra debitoria nei confronti della Banca, o addirittura si potrebbe ribaltare il rapporto e risultare creditori della Banca.
Dinanzi al decreto, è bene sempre fare opposizione periziando tutti i movimenti del conto corrente, dall’inizio del rapporto, e se c’è stato anche un illecito penale, ovvero un superamento del tasso soglie e quindi usura, è bene  evidenziarlo dinanzi al Giudice Civile che potrà avere una visione più completa sulla autenticità delle richieste fatte dalla Banca, o viceversa sulla falsità delle loro pretese.


24-10-2013

Microcredito in “rosa”, come funziona il nuovo prestito destinato alle donne

Al via il progetto “microcredito donna”, il prestito agevolato per l’autoimpiego femminile. Disponibili finanziamenti dai 10 mila fino ai 25 mila euro.
  
Da giorni sui canali Rai si susseguono gli spot della campagna “Riparti da te! Bella impresa essere donna” promossa dal Ministero del Lavoro per far conoscere alla platea delle potenziali interessate le agevolazioni disponibili per chi vorrebbe intraprendere una propria attività imprenditoriale, pur non disponendo delle classiche garanzie da presentare in banca.

Un tema, quello dell’inclusione delle donne nel mercato del lavoro, che la crisi economica ha reso sempre più drammatico, imponendosi nell’agenda politica come autentica voce emergenziale.

Che cos’è il Microcredito
Il microcredito in Italia è disciplinato dagli artt. 111 e 113 del TUB (d. lgs. 385/93) e può assumere una duplice configurazione:

Microcredito per le attività imprenditoriali o di lavoro autonomo;
microcredito sociale, erogato a beneficio delle sole “persone fisiche in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale”.
I finanziamenti
Nel caso del microcredito d’impresa, il finanziamento concesso non potrà superare i 25 mila euro, mentre nel caso del microcredito sociale l’importo massimo erogabile è stato fissato in 10 mila euro.

Il ruolo dell’Ente Nazionale per il Microcredito
L’Ente Nazionale per il Microcredito non opererà direttamente in veste di soggetto erogatore dei finanziamenti, ma valuterà i progetti delle aspiranti imprenditrici, attiverà le relative attività di tutoraggio, e soprattutto assicurerà la creazione dei fondi di garanzia per il microcredito




24-10-2013

Ristrutturare casa: agevolazioni fiscali prolungate al 2014

Prolungate per tutto il 2014 le tre agevolazioni fiscali che riguardano le ristrutturazioni della casa. Restano infatti in vigore: a) la detrazione del 50% sugli interventi di recupero edilizio fino a una spesa massima di 96mila euro; 2) la detrazione del 65% sugli interventi per il risparmio energetico (ecobonus); 3) la detrazione del 50% sull'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici fino a una spesa massima di 10mila euro, riservata ai contribuenti che beneficiano anche del 50% sulle ristrutturazioni (per l'ecobonus lo sconto fiscale su mobili ed elettrodomestici non vale). I bonus fiscali sono prorogati per l'intero 2014, poi saranno ridotti. Per i contribuenti che chiedono rimborsi Irpef oltre i 4 mila euro, scatteranno controlli da parte dell'Agenzia delle Entrate. La proroga dell'ecobonus porterà più entrate fiscali per 199 miliardi nel 2014.




24-10-2013

Durc

Per tutelare quelle aziende che non hanno una situazione contributiva regolare, ma che nel frattempo vantano dei crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni, era intervenuto il Decreto 13 marzo 2013 (in G.U. n. 165 del 16 luglio 2013), con il quale erano state disciplinate le modalità di attuazione dell’art. 13 bis, comma 5, del D.L. n. 52/2012 (conv. da L. n. 94/2012), prevedendo il rilascio del Durc “in presenza di una certificazione che attesti la sussistenza e l’importo di crediti certi, liquidi ed esigibili vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni di importo almeno pari agli oneri contributivi accertati e non ancora versati da parte di un medesimo soggetto”.

Con la circolare n. 40 del 21/10/2013, il Ministero del Lavoro, d’intesa con gli Istituti previdenziali, fornisce prime importanti indicazioni per la corretta applicazione dell’art. 13 bis, comma 5, del D.L. n. 52/2012 e del D.M. 13 marzo 2013.

Il meccanismo chiarito dalla circolare vuole superare quelle problematiche che non consentivano alle imprese di ottenere un DURC attestante la regolarità – in quanto debitrici nei confronti degli Istituti e/o delle Casse edili – sebbene fossero a loro volta creditrici nei confronti delle pubbliche amministrazioni.

Secondo l’art. 2 del D.M., in presenza della certificazione in questione, gli Istituti e le Casse edili devono emettere il Durc “con l’indicazione che il rilascio è avvenuto ai sensi del comma 5 dell’art. 13-bis del decreto-legge 7 maggio 2012, n. 52, precisando l’importo del relativo debito contributivo e gli estremi della certificazione esibita per il rilascio del DURC medesimo”.

Si tratta dunque di una disposizione che consente il rilascio di un Durc attestante la regolarità pur in presenza di mancati versamenti di contributi e/o premi e/o relativi accessori, a condizione della sussistenza di crediti certificati di importo almeno pari alle somme non versate agli Istituti e/o Casse.

Tale specifico Documento è rilasciato “su richiesta del soggetto titolare dei crediti certificati”. Ciò significa che, qualora il Durc debba essere richiesto d’ufficio da parte di una P.A., il soggetto interessato, nella fase di avvio del singolo procedimento all’interno del quale è prevista tale acquisizione d’ufficio, dovrà dichiarare di vantare crediti nei confronti della pubblica amministrazione per i quali ha ottenuto la certificazione tramite Piattaforma informatica e che conseguentemente il Durc dovrà essere acquisito “ex art. 13 bis, comma 5, D.L. n. 52/2012”.

Tale certificazione potrà essere esibita direttamente agli Istituti e/o Casse edili, fino alla scadenza del termine assegnato al titolare del credito certificato per sanare una irregolarità contributiva. In questa ipotesi gli Istituti e/o le Casse edili rilasceranno, ove ne ricorrano le condizioni, un DURC “ex art. 13 bis, comma 5, D.L. n. 52/2012” benchè non sia stato richiesto esplicitamente dalle stazioni appaltanti.

In entrambe le ipotesi, il soggetto titolare dei crediti certificati deve comunicare gli estremi delle certificazioni di credito (amministrazione che le ha rilasciate, data di rilascio della certificazione, numero di protocollo, importo a credito disponibile, eventuale data del pagamento) e il codice attraverso il quale potrà essere verificata la certificazione nella Piattaforma informatica. Tale codice, con validità temporanea, è rilasciato al titolare del credito per consentire l’accesso alla Piattaforma informatica.

La Piattaforma consentirà di produrre un documento informatico attestante l’esistenza del credito certificato nonché la sua effettiva disponibilità al momento della richiesta e dell’emissione del DURC.

Analogo procedimento trova applicazione nell’ipotesi di richiesta di DURC effettuata direttamente dall’interessato, nei casi espressamente previsti ex art. 90, comma 9 lett. a) e b), del D.Lgs. n. 81/2008, ossia per la verifica dell’idoneità tecnico-professionale delle imprese affidatarie, delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi in relazione alle funzioni o ai lavori da affidare e per la dichiarazione dell’organico medio annuo.




19-10-2013

Prestiti alle imprese artigiane, nuove opportunità dal microcredito

Buone notizie per gli artigiani italiani: presto sarà aperto un nuovo canale per accedere a prestiti del microcredito grazie all'accordo tra Artigiancassa e PerMicro.

PerMicro è una società specializzata, appunto, nell'erogazione di microprestiti: l'obiettivo dichiarato dall'istituto, partecipato da Bnl, è quello di creare occupazione e inclusione sociale attraverso l'erogazione di finanziamenti a persone cosiddette "non bancabili", escluse cioè dai tradizionali canali del credito per insufficiente storia creditizia o per mancanza di garanzie (per esempio per lavoro precario).

Grazie all'intesa, a partire dal 2014, gli artigiani che non possono accedere a prestiti per le vie tradizionali potranno quindi essere dirottati da Artigiancassa su PerMicro. Le opportunità offerte sono state dettagliate da Corrado Ferretti, presidente della società, nel corso del Jasmine Workshop ospitato negli scorsi giorni dalla Fondazione Cariplo a Milano, un appuntamento per approfondire i modelli di business del microcredito in Europa.

Essendo prestiti con una maggiore rischiosità, i finanziamenti del microcredito presentano un tasso di interesse maggiore di quelli standard, che nel nostro paese si aggira intorno al 9%.

Si tratta di un'opportunità importante per le imprese e per la crescita del paese intero, ma l'Italia in questo ambito, come purtroppo in molti altri, si dimostra indietro rispetto agli altri paesi europei. Da noi, ha sottolineato  Ferretti nel corso del workshop, "non esiste ancora un contesto giuridico. Siamo ancora in attesa della lista degli operatori riconosciuti. Eppure circa l'11% della popolazione non è bancabile". E solo nel 2013, gli 850 progetti finanziati tramite microcredito da PerMicro hanno permesso di creare ben 1.105 nuovi posti di lavoro.




19-10-2013

Microcredito donna: finanziamenti imprese femminili, come fare domanda

Il Ministero del Lavoro in collaborazione con l’Ente nazionale per il Microcredito ha presentato il progetto Microcredito donna finalizzato a favorire l’accesso al credito e a finanziamenti per nuove imprese femminili. Le donne che desiderano creare una nuova attività imprenditoriale possono accedere a dei prestiti agevolati attraverso lo strumento del microcredito.
Per sostenere il progetto il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha lanciato una campagna istituzionale chiamata “Riparti da te! Bella impresa essere donna” con l’obiettivo di di far conoscere alle donne le modalità di accesso ai prestiti agevolati messi a disposizione per creare piccole imprese e dare impulso al lavoro femminile attraverso lo strumento del microcredito. Ecco le informazioni utili.
MICROCREDITO
Che cos’è il microcredito? E’ un credito di piccolo ammontare che serve per aprire nuove imprese o per far fronte a spese d’emergenza, nei confronti di soggetti vulnerabili dal punto di vista sociale ed economico, ai quali generalmente le banche non concedono finanziamenti ad esempio per mancanza di garanzie. Esistono due tipologie di microcredito, quello per l’apertura di nuove imprese e quello sociale, disciplinati dagli artt. 111 e 113 del TUB – Testo Unico Bancario (d. lgs. 385/93).
MICROCRDITO D’IMPRESA
Serve per favorire l’avvio o l’esercizio di attività di lavoro autonomo o di microimpresa da parte di persone fisiche, società di persone, s.r.l. semplificate, associazioni o società cooperative. I finanziamenti concessi:
- non possono superare i 25.000 euro;
- devono essere finalizzati all’avvio o allo sviluppo di iniziative imprenditoriali oppure all’inserimento nel mercato del lavoro;
- devono essere accompagnati dalla prestazione di servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio dei soggetti finanziati;
- i soggetti richiedenti non devono offrire garanzie reali (es. ipoteche sulla casa ecc.)
MICROCREDITO SOCIALE
Serve per favorire l’inclusione sociale e finanziaria di persone fisiche in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale. I finanziamenti concessi:
- non possono superare 10.000 euro;
- devono essere accompagnati dalla prestazione di servizi ausiliari di bilancio familiare;
- vanno prestati a condizioni più favorevoli di quelle prevalenti sul mercato;
- i soggetti richiedenti non devono offrire garanzie reali (es. ipoteche sulla casa e simili)
SERVIZI AUSILIARI
Cosa sono i servizi ausiliari? Sono servizi non finanziari che possono essere effettuati sia nella fase pre-erogazione del prestito che in quella post-erogazione del finanziamento. Per il microcredito d’impresa sono ad esempio servizi di informazione e orientamento, valutazione dell’idea imprenditoriale, supporto per la stesura del progetto e nella fase post sono ad esempio iltutoringper verificare l’andamento, formazione, coaching. Per il microcredito sociale sono servizi di ascolto, affiancamento individuale, valutazione affidabilità del richiedente e nel post sono ad esempio il supporto nella gestione del bilancio familiare, accompagnamento ecc.
MICROCREDITO PER LE DONNE
Il microcredito può risolvere il problema dell’accesso al credito che penalizza le donne imprenditrici (spesso più degli uomini) a causa di elevati tassi di interesse, bassi importi accordati e soprattutto maggiore richiesta di garanzie. Ad esempio le donne che sono disoccupate e che vogliono ripartire da sé creando una propria azienda (anche una piccola attività nel campo artigianale, della moda, del web o nell’ambito del commercio, aprendo un negozio ecc.), attraverso il microcredito possono ottenere finanziamenti anche se non si hanno garanzie (es. ipoteca sulla casa ecc.) evitando di chiedere aiuto alla famiglia, ai genitori, al proprio compagno o addirittura ad aziende poco serie e usurai.
COME TROVARE CHI EROGA FINANZIAMENTI AGEVOLATI ALLE DONNE
L’Ente nazionale per il Microcredito ha creato il sito web www.microcreditodonna.it il cui staff si occupa di valutare gratuitamente il progetto d’impresa e consigliare alle future imprenditrici l’ente che può offrire il finanziamento che meglio si adatta alle proprie esigenze. L’Ente Nazionale per il Microcredito non eroga direttamente i finanziamenti ma offre una serie di servizi e soprattutto assicura il fondo di garanzia. Di cosa si tratta? Come per tutti i prestiti anche per il microcredito esiste il rischio che i beneficiari non riescano a restituire il denaro concesso loro, in questi casi interviene il fondo di garanzia che rimborsa gli enti finanziatori i quali altrimenti non si esporrebbero nel dare finanziamenti senza garanzie.
L’Ente Nazionale per il Microcredito ha individuato una serie di organizzazioni disponibili ad erogare finanziamenti i quali hanno aderito al progetto “Microcredito Donna” e sono entrati a far parte del network. Per ora le associazioni / società aderenti sono:
AFFI
AIDDA
AIWA
ANCI
ASPETTARE STANCA
ASSOCIAZIONE FABULA IN ART
ASSOCIAZIONE REA SILVIA
ASSOCIAZIONE TIA FORMAZIONE INTERNAZIONALE
BANCA IMPRESA LAZIO SPA
CGIL
CIF
CISL NAZIONALE
CNA-IMPRESA DONNA
COMITATO IMPRENDITORIA FEMMINILE DELLA CCIA DI CAGLIARI
CONFAPI APID
CONFARTIGIANATO IMPRESA DONNA
CONFARTIGIANATO IMPRESE ROMA
CONFCOMMERCIO TERZIARIO DONNA
CONSIGLIERA PARITA’ PUGLIA
CONSULTA DELLE DONNE
COORDINAMENTO REGIONALE COMITATI IMPRENDITORIA FEMMINILE LIGURIA
CORRENTEROSA
COSMET 2000
CPO LIGURIA
ETUF-TCL
EUDONNA
EXTRABANCA
INSME
FIDAPA
FILCTEM-CG
FONDAZIONE RISORSA DONNA
IMPRENDITORIA FEMMINILE DI CAGLIARI
ISTITUTI ITALIANI DI CULTURA ALL’ESTERO DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
LYONS CLUB INTERNATIONAL
ONERPO
PARI O DISPARI
PARI OPPORTUNITA’
PARITA’
PMG SERVIZI
PRODOMED
ROTARY
UDI
UGL
UIL
UILCA UIL
UNIBO. GIF. WINWIN
UNIONCAMERE
UNWOMEN ITALIA
UPI
A questi se ne aggiungeranno probabilmente molti altri.
COME FARE DOMANDA PER OTTENERE PRESTITI AGEVOLATI
Le donne interessate ad ottenere finanziamenti (sia per la creazione di nuove imprese sia per il microcredito sociale) devono andare sul sito web microcreditodonna.eu e compilare il modulo di richiesta informazioni con i propri dati. Il personale interno, dopo aver ricevuto la richiesta, vi ricontatterà per seguirvi in tutte le fasi di informazione ed erogazione del prestito. Il sito è gestito da Ente Nazionale per il Microcredito – Sede legale: Via Vittoria Colonna, 1 – 00193 Roma – email: info@microcreditodonna.it.
PROGRAMMA OBIETTIVO 2013
Vi ricordiamo che è attivo anche il Programma Obiettivo 2013 per l’incremento e la qualificazione dell’occupazione femminile (donne over 35 e under 35) e per lo sviluppo e il consolidamento di imprese femminili. Tutte le informazioni sono disponibili nel post finanziamenti a fondo perduto per l’occupazione femminile.






19-10-2013

Microcredito: il Gruppo BNP Paribas si avvicina all'imprenditoria sociale


Il Gruppo BNP Paribas propone una serie di finanziamenti, sotto forma di microcredito, per l'imprenditoria sociale. Il fondo messo a disposizione ammonta a 200 milioni di euro. Mentre sono già stati stanziati lo scorso giugno, 156 milioni di euro.

Il progetto terminerà alla fine del 2015 ed ha un obiettivo di lunga durata per coinvolgere sia l'Europa che i Paesi emergenti.

"Come banca responsabile un impegno di lungo periodo è per noi fondamentale - ha dichiarato Francois Villeroy de Galhau, direttore generale e capo della corporate social responsability - Non c'è più distinzione tra il sociale e il commerciale; gli obiettivi di redditività dell'imprenditoria sociale ci sono familiari e noi sosteniamo questi imprenditori nel raggiungimento dei loro obiettivi. Noi siamo impegnati a sostenerli nel superare le difficoltà connesse al business".

Il Gruppo BNP Paribas, attraverso tre aziende che operano nel settore dell'economia sociale e solidale, e cioè PerMicro in Italia, Flexpack in Belgio ed Ecodair in Francia, si prefigge l'obiettivo di raggiungere i soggetti più svantaggiati.

PerMicro, è una società specializzata nel microcredito in Italia, che concede prestiti ai soggetti che non riescono ad avere accesso alla richiesta di un prestito presso una banca, per mancanza di storico creditizio o di garanzie. Le agenzie del gruppo Permicro sono i PerMicroPoint.

Flexpack è invece un'azienda belga, sempre appoggiata da BNP Paribas Fortis, che opera nel settore del packaging e che sostiene e spinge l'occupazione dei disabili. Infine, Ecodair in Francia si occupa della rigenerazione dei componenti informatici e vuole collocare persone con problemi psichici.

"Il sostegno allo sviluppo dell'imprenditoria sociale in Europa - ha concluso Laurence Pessez, Referente per la CSR di BNP Paribas - coniuga il nostro essere responsabili sia da un punto di vista economico sia sociale e civico. Siamo un grande gruppo in grado di offrire a questo settore di attività in forte crescita non solo un'ampia gamma di prodotti e servizi ma tutta l'attenzione che merita un tale impegno sociale".




19-10-2013
Usura Bancaria
Retefin informa che i nostri avvocati sono specializzati per assistenza legale a Tutti, contro l’usura bancaria per consentire il check-up dei propri contratti bancari. Alcune recenti decisioni della Cassazione e dell’Arbitro Bancario Finanziario rendono, infatti, opportuno per qualsiasi consumatore o imprenditore che abbia un contratto di mutuo o un finanziamento a qualsiasi titolo (così come ogni altro contratto bancario) verificare se i tassi di interesse praticati dalla banca hanno rispettato la soglia dell’usura. L’ufficio legale della Retefin si offre, inoltre, di recuperare le eventuali somme indebitamente trattenute dagli istituti di credito.




19-10-2013
Agevolazioni fiscali prima casa

Le agevolazioni fiscali sulla prima casa subiranno, nel giro di qualche mese, una piccola rivoluzione. Rivoluzione che gioca a favore del contribuente, a meno di clamorose smentite dell’ultima ora. Si tratta, in breve, del tentativo di dare uno scossone al mercato immobiliare, in declino da troppo tempo e per l’erosione dei redditi (causa tasse) e per l’aumento della pressione fiscale sugli immobili, sia per chi acquista che per i propretari.
I cambiamenti riguardano semplicemente l’entità dell’imposta. Dal 1° gennaio 2014 entreranno in gioco nuove aliquote, tali da garantire un risparmio per il contribuente. Di seguito, un raffronto tra il prima e il dopo (le info riguardano l’acquisto da privato).


Situazione attuale
Per acquistare un immobile occorre pagare alcune imposte cosiddette notarili: imposta di registro, ipotecaria catastale. In assenza di agevolazioni, la loro entità corrisponde rispettivamente al 7%, al 2% e all’1% del valore catastale. Questo vuol dire che per un immobile dal valore di 100mila euro si andrà a pagare, per la sola imposta di registro, qualcosa come 7mila euro.
In caso di agevolazioni fiscali, le percentuali si abbassano. Si parla del 3% per l’imposta di registro e di 168 euro (quindi misura fissa) per l’imposta catastale e ipotecarie.

A partire dal 1° gennaio 2014
Le novità riguardano solo le agevolazioni fiscali. L’impatto è però notevole. L’imposta di registro consisterà nel 2% del valore catastale (quindi un punto percentuale in meno) mente l’imposta catastale e ipotecaria imporranno un esborso, anche in questo caso, di 50 euro, quindi 118 euro in meno.
Questo vuol dire che per il solito immobile di 100mila, si pagherà in totale 3mila euro di tasse notarili. Ovviamente si tratta di una cifra consistente, ma non proibitiva e soprattutto molto più bassa rispetto 10mila euro che si pagano attualmente per un immobile di uguale valore con la situazione attuale (e senza agevolazione naturalmente).




19-10-2013


Mutui agevolati per giovani da UniCredit, Intesa Sanpaolo e Ubi Banca.

UniCredit

eroga un importo compreso tra 50mila e 200mila euro, per un loan to value del 70% (80% per chi lavora da almeno 5 anni in maniera continuativa anche se precario
rimborso al massimo in 20 se a tasso fisso, in 30 anni se a tasso variabile
si può domandare a tasso fisso per un primo periodo, poi a tasso variabile
Mutuo Domus SuperFlash di Intesa Sanpaolo

età massima del mutuatario al momento della stipula fissata a 35 anni
durata massima del rimborso: 40 anni se a tasso fisso, 30 anni se a tasso variabile
può arrivare al 100% del loan to value
consente di sospendere il pagamento fino a sei rate consecutive e di variare l'importo della rata
obbligo di polizza sul rimborso nel caso il mutuatario sia un lavoratore atipico

Mutuo Giovani Coppie di Ubi Banca

In realtà si tratta di tre mutui, Mutuo a Tasso Fisso, Mutuo Sempre Light a tasso variabile, Mutuo Prefix a tasso varabile con cap, che la banca concede anche a coppie sposate under 40 che abbiano lavorato almeno 18 mesi negli ultimi due anni con un'occupazione al momento della domanda, oppure che abbiano un lavoro da almeno 18 mesi.




19-10-2013

Agevolazioni mutui giovani e precari, i requisiti di accesso al Fondo di Garanzia

I mutui agevolati per giovani e precari sono un tema caldo di questo ultimi tempi in quanto il governo Letta, tramite il Piano Casa, vuole rilanciarli per dare un ulteriore impulso allo stagnante settore immobiliare. Giusto mercoledì 16 settembre la Camera ha approvato il Decreto Legge Imu (settimana prossima lo farà anche il Senato), risalente ad alcune settimane addietro e contenente anche le norme relative al rifinanziamento del Fondo Di Garanzia per Mutui Agevolati, di cui vediamo in questo articolo i requisiti di accesso in quanto sono stati in parte modificati rispetto l'originale impianto.

Tale Fondo per mutui agevolati a giovani famiglie e precari è stato introdotto nel 2011 dal governo Berlusconi nell'ambito del progetto Diamogli Futuro ma ha stentato a decollare proprio a causa di requisiti di accesso un po' troppo restrittivi, tant'è che il governo Letta ha preso atto di ciò e col Piano Casa li ha un po' allentati.

Ricordiamo che tali mutui agevolati possono essere mutui prima casa a tasso variabile o fisso, che non necessitano di un garante in quanto è lo Stato a garantirli al 50% in caso di insolvenza, che le banche non sono obbligate ad erogarli ma possono farlo se hanno aderito alla convenzione Abi-Governo e che possono comunque domandare la sottoscrizione di una polizza sul rimborso (costano circa 50 euro al mese per un mutuo da 100.000 euro).

Requisiti di accesso al Fondo di Garanzia per mutui agevolati a giovani e precari

giovani coppie con o senza figli, genitori single con figli minori
non c'è più l'obbligo di almeno il 50% del reddito derivante da lavoro precario o a tempo determinato, ma si dà comunque precedenza a tali situazioni
reddito Isee non inferiore ai 40mila euro annui
età massima di 35 anni al momento della stipula del mutuo casa
mutuo massimo da 200mila euro a tasso di interesse, fisso o variabile, non superiore al tasso effettivo globale medio sui mutui, pubblicato trimestralmente dal Ministero dell'Economia
vale solo per "prima casa", cioè abitazione principale non classificata come immobile di lusso e al massimo di 95mq; i mutuatari non devono essere proprietari di altre abitazioni


17-10-2013

Terreni, le agevolazioni restano

Le agevolazioni tributarie alla piccola proprietà contadina - soppresse dal 1° gennaio 2014 (per via dell’art. 10 del dlgs 23/2011, modificato dall’art. 26 del dl 104/2013) - non spariranno. Saranno ripristinate le imposte di registro e ipotecaria in misura fissa anziché in percentuale sul prezzo di acquisto dei terreni (da ultimo 168 euro ciascuna) e con imposta catastale nella misura dell’1%. L’imposta di registro salirà, invece, al 12% quando il trasferimento di terreni e pertinenze non sia a favore di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. Arriveranno, inoltre, incentivi di favore per gli aspiranti imprenditori agricoli che intendono acquistare terreni e beni pubblici di proprietà dello stato, delle regioni e degli enti locali: operazioni che potranno essere oggetto di riordino fondiario finanziato dalla Cassa per la formazione contadina. Mentre, sono in cantiere aiuti ad hoc per gli under 40 che vogliono accedere con le proprie imprese agricole al mercato dei capitali o che intendono subentrare in contratti di locazione o concessione di beni del demanio. Per questi ultimi, in particolare, la locazione del bene pubblico avverrà con una sorta di equo canone: sarà decisa cioè per via prioritaria, al canone di affitto base previsto dall’avviso pubblico. O dal bando di gara. Infine, ma non per ordine di importanza, sarà rifinanziata la legge 499/1999 per la promozione agricola, agroalimentare, agroindustriale e forestale; normativa che era stata definanziata totalmente dal governo Monti




17-10-2013

A chi spetta il bonus energia per disagio economico?

Possono fare richiesta del bonus elettrico per disagio economico, tutti i privati intestatari di un contratto di energia elettrica nell’abitazione di residenza con queste caratteristiche:

Contratto con potenza impegnata fino a 3 kW, per un numero di persone residenti fino a 4,
Contratto con potenza impegnata fino a 4,5 kW per un numero di persone residenti superiori a 4,
In più, devono presentare una certificazione ISEE:

fino a 7.500€ per la generalità dei richiedenti,
fino a 20.000€ per i nuclei familiari con quattro e più figli a carico.
Il diritto al bonus non dipende dal servizio (maggior tutela o mercato libero) o dal venditore scelto, ma spetta a tutte le famiglie che ne abbiano i requisiti. Il bonus ha totale e gratuita portabilità.

Il bonus per disagio economico è riconosciuto per 12 mesi; dopo tale periodo, per ottenerne uno nuovo, si deve rinnovare la richiesta di ammissione.

A chi spetta il bonus energia per disagio fisico?

Hanno diritto al bonus energia per disagio fisico tutte le famiglie, a prescindere della potenza impegnata, presso le quali vive una persona affetta da grave malattia, costretta ad utilizzare apparecchiature elettromedicali per il mantenimento in vita.

In questi casi, il titolare del contratto elettrico deve essere in possesso di un certificato ASL che attesti:

l’esigenza obbligatoria di utilizzare tali apparecchiature,
il tipo di apparecchiatura impiegata;
l’indirizzo presso il quale è installata l’apparecchiatura,
la data a partire dalla quale il soggetto la utilizza.
Le apparecchiature che permettono l’accesso al bonus devono essere indispensabili per le funzioni alimentare, respiratoria e/o urinaria del paziente.

Altre attrezzi quali ascensori, montascale, carrozzine, e tutte quelle che servono a funzioni diverse da quelle elencate, non danno diritto al bonus.

A partire da gennaio 2013, l’importo del bonus elettrico per disagio fisico viene stabilito in funzione al livello dei consumi e alla quantità di apparecchiature necessarie per il supporto vitale, tenendo conto così degli specifici bisogni ed esigenze dei clienti malati gravi.

Posso richiedere i due bonus energia insieme?

Sì; il bonus per disagio fisico è cumulabile con quello riservato alle famiglie a basso reddito e numerose (sia per la fornitura di energia elettrica che di gas), purché ricorrano i rispettivi requisiti di ammissibilità.

In più, adesso è possibile ottenere più bonus per disagio fisico nel caso in cui presso l’abitazione del titolare della fornitura di energia elettrica dimorino più malati gravi, sempre che abbiano bisogno ciascuno di apparecchiature elettromedicali indispensabili per il loro mantenimento in vita.

Se si risiede in un’abitazione in cui la fornitura elettrica è intestata ad una persona non appartenente al nucleo familiare, occorre richiedere la voltura del contratto.

Il bonus per disagio fisico non ha una durata determinata: il bonus sarà applicato senza interruzioni mentre ci sia la necessità di utilizzare le apparecchiature elettriche.

Quanto risparmio con il bonus energia

Quest’anno l’Autorità ha anche aggiornato i valori dei bonus per le famiglie a basso reddito e numerose.

Nello specifico, a partire dal 10 gennaio 2013, il bonus elettrico (che consente una diminuzione media del 20% sulla bolletta, al netto delle imposte) consentirà uno sconto minimo di 71 euro e massimo di 155 (anziché 63-139 erogati nel 2012); stessa situazione per il bonus sociale gas (risparmio medio del 15%), che passerà dal minimo di 39 euro al massimo di 350 euro (invece dei 35-318 del 2012).

A partire dal 1 gennaio 2013, il bonus energia per disagio fisico è anche aumentato notevolmente, variando da un minimo di 176 euro a un massimo di 636 euro.

E’ adesso possibile, inoltre, ottenere il riconoscimento retroattivo del nuovo bonus energia.

Quest’agevolazione consente un risparmio pari a circa il 20% della spesa annua presunta (al netto delle imposte) per una famiglia tipo.

Come richiedere il bonus energia

Per richiederlo basta compilare gli appositi moduli e consegnarli al proprio Comune. I moduli sono reperibili presso i Comuni.




17-10-2013

Agevolazioni fiscali per le Pmi:
In arrivo i bandi per micro-imprese, Pmi e professionisti nelle nuove Zone Franche Urbane
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Zone franche, nuove opportunità
Esenzioni e sconti sul reddito, Irap, Imu e contributi sul lavoro dipendente per microimprese, Pmi e professionisti delle Zone Franche Urbane (ZFU) in Regioni Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Sicilia e Puglia) e Comuni della provincia sarda di Carbonia Iglesias: in vista dei bandi, una nuova circolare del Mise, in Gazzetta Ufficiale del 9 ottobre, fornisce chiarimenti sulle le agevolazioni indicate nel Decreto Sviluppo bis 2012 (articolo 37 dl 179/2012 convertito con la legge 221/2012) e rese operative dal decreto10 aprile 2013: focus su tipologia, condizioni, limiti, durata e modalità di fruizione.

Imprese aventi diritto
Le agevolazioni saranno concesse nell’ambito dei cosiddetti aiuti de minimis, fino a un massimo di 200mila euro per impresa (100mila per aziende del trasporto su strada). Se nell’esercizio finanziario in corso si è già beneficiato di altri aiuti de minimis, l’importo massimo dell’agevolazione sconta quanto già ricevuto.

Micro-imprese: meno di 10 dipendenti, fatturato/bilancio sotto 2 mln di euro.
Piccole imprese: meno di 50 dipendenti, fatturato/bilancio sotto 10 mln di euro.
Studi professionali o professionisti che svolgono attività in forma di impresa e sono iscritti al Registro delle imprese alla data di presentazione della domanda.

Requisiti. Le imprese devono essere già costituite al momento di presentazione della domanda, non possono essere in liquidazione o soggette a procedure concorsuali, devono svolgere attività nella ZFU (sede legale, amministrativa, produttiva o sede secondaria o unità locale).

Per attività non sedentaria (ambulanti, costruzioni, idraulica, parrucchieri a domicilio) serve almeno un lavoratore dipendente (anche part-time) presso un ufficio/locale nella ZFU o almeno il 25% del volume d’affari attraverso operazioni nella ZFU.

Esclusi. Non sono ammesse le “imprese in difficoltà” ai sensi delle norme comunitarie sugli aiuti di Stato: srl o società con soci a responsabilità illimitata che abbiano perduto più di metà del capitale (di cui un quarto negli ultimi 12 mesi) o società sotto procedura concorsuale di insolvenza. Nei primi tre anni di vita la società non si considera mai in difficoltà, a meno che non sia sotto procedura di fallimento.

Esenzione imposta sui redditi
Esenzione totale imposta sul reddito dell’impresa fino a 100mila euro per i primi cinque periodi di imposta, partendo da quello di accoglimento dell’istanza. Dal sesto al decimo anno l’esenzione è al 60%, per undicesimo e dodicesimo anno al 40%, per tredicesimo e quattordicesimo al 20%.

Il tetto di 100mila euro è maggiorato di 5mila euro per ciascun periodo d’imposta per ogni nuovo dipendente a tempo indeterminato residente nel territorio della ZFU. Le imprese che svolgono attività anche fuori dalla ZFU, devono tenere contabilità separata. Il reddito determinato per l’esenzione concorre alla formazione della base imponibile per l’addizionale regionale e comunale IRPEF.

Esenzione IRAP
Per cinque anni di imposta da quello di presentazione dell’istanza dall’imposta regionale sulle attività produttive è esentato un valore della produzione fino a 300mila euro.

Esenzione IMU
Non si paga per quattro anni sugli immobili situati nel territorio della ZFU, posseduti e utilizzati dall’impresa o dal professionista.

Contributi lavoro dipendente
Non si pagano i contributi sul lavoro dipendente, solo nel caso di contratti a tempo indeterminato o a termine superiori a 12 mesi, e a condizione che almeno il 30% dei dipendenti risieda nella ZFU, nella misura del 100% per i primi cinque anni, del 60% dal sesto al decimo anno, del 40% per undicesimo e dodicesimo, del 20% per il tredicesimo e quattordicesimo anno.

L’agevolazione
L’importo è concesso in base al rapporto fra risorse disponibili e richieste pervenute. La modalità di riparto è proporzionale: se quindi le richieste superano l’ammontare degli stanziamenti, ogni singola impresa riceverà meno di quanto richiesto.

Le risorse a disposizione sono: 56 milioni di euro per la Calabria, 100 milioni per la Campania, 184,7 milioni per la Sicilia. Per la Puglia, si attende ancora il Piano di Azione Coesione. Gli importi concessi alle singole imprese saranno pubblicati dal ministero dello Sviluppo Economico, sul sito web. La concessione dell’agevolazione è subordinata all’acquisizione dell’informativa antimafia. L’impresa usufruisce dell’agevolazione attraverso sconti da applicare direttamente in F24.




9-10-2013


 Prestiti con usura: le banche pagano gli errori con annullamento e restituzione del credito

Con la sentenza della cassazione del 9 gennaio 2013 n. 350 si apre una concreta possibilità per tutti i risparmiatori che hanno subito usura da parte degli enti creditizi. I prestiti che subiscono usura sono soggetti all'annullamento totale e al rimborso.

Ecco come leggere il contratto e calcolare il tasso di usura:

sommate tutte le somme addebitate dalla banca (non guardando solo agli interessi pattuiti nel contratto).
sommate il tasso di interessi alle voci "penali", "interessi di mora", "commissioni", "spese varie", se queste sforano la soglia dei tassi ufficiali fissati in base alla legge antiusura n. 108 del 1996, il prestito è da considerarsi nullo, quindi "non valido".
Se questo è superiore al Tasso Soglia, (tasso oltre il quale si è in regime di usura) il rapporto è in usura. In questo caso, ma anche in casi di sospetta usura, vi consigliamo di contattare esperti del settore, perché se accertata tale anomalia, udite udite, il consumatore non dovrà pagare neppure un centesimo di interessi fino alla scadenza del prestito stesso e tutti gli interessi già pagati dovranno essere restituiti dalla banca.


9-10-2013


 Sospensione mutui: cosa cambia


Lo scorso luglio l’Abi e le Associazioni dei Consumatori hanno sottoscritto per la terza volta la moratoria sui mutui (che dovrebbe partire a breve), dando ancora una volta alle famiglie italiane la possibilità di sospendere per un anno il pagamento delle rate.
E mentre si prevede un’adesione ancora maggiore da parte degli istituti di credito (attualmente siamo all’80%), si presentano alcune importanti novità per chi ha necessità di usufruire della suddetta moratoria, per ingenti difficoltà economiche.


Oltre alla sospensione del mutuo per 12 mesi, infatti, alla scadenza di tale periodo sarà possibile allungare di ulteriori 3 o 4 anni la durata del mutuo stesso, per consentire al mutuatario di diminuire l’importo delle rate, senza che il tasso di interesse subisca variazioni.
Oltre a tale novità, è stata introdotta anche per le imprese individuali, le associazioni, gli enti non costituiti in società di capitali, ma che esercitano attività commerciali ed i professionisti la possibilità di attuare la sospensione.
Infine, oltre ai mutui, potranno essere bloccati per 9 mesi i pagamenti di anticipazioni e finanziamenti a breve.
Una boccata d’ossigeno, dunque, anche per le piccole e medie imprese, gravemente colpite da questa crisi senza fine.




9-10-2013


Mutui casa per giovani e precari, agevolazioni e requisiti di accesso


Le banche per concedere i mutui per acquistare una casa hanno sempre chiesto molte garanzie, ma in questi tempi di crisi profonda, le condizioni per accedere a questa tipologia di prestito, soprattutto per i giovani senza reddito fisso o, peggio, disoccupati, sono diventate pressoché proibitive.  

Per fortuna però, molti istituti di credito, proprio per venire incontro a giovani e precari, cominciano a proporre prodotti finanziari più accessibili. I mutui casa sono offerti a condizioni più umane come la sospensione del pagamento della rata del mutuo fino a diciotto mesi, in caso di perdita di lavoro, di grave malattia o di handicap di qualsiasi genere.

Le agevolazioni per i mutui casa e gli affitti a scopo abitativo sono possibili grazie alle modifiche inserite nel nuovo Piano Casa varato dal governo Letta. Sono stati rifinanziati, infatti, il Fondo di Garanzia per mutui agevolati ai giovani, il Fondo di Solidarietà per sospensione mutuo alle famiglie in difficoltà economiche, il Fondo di Garanzia per il sostegno al pagamento dell'affitto casa.

In poche parole ridando liquidità agli istituti di credito, si è potuto, in qualche misura, restituire alle famiglie la possibilità di accedere a mutui agevolati per acquistare una casa. Inoltre, è stato previsto anche un nuovo fondo per l'accesso al credito finalizzato all'acquisto della prima casa dedicato alle coppie sotto i trentacinque anni e nuovi incentivi per gli affitti.  

Il Fondo di Garanzia dedicato ai giovani offre un valido sostegno alle coppie e ai genitori single che possono accedere a mutui per acquistare una casa anche in presenza di un lavoro precario. Questo è reso possibile dal fatto che il Fondo statale fornisce alle banche garanzie sulla metà dell'importo dell’immobile. Ovviamente, questo vincolo del 50% è eliminato per quanti hanno un reddito da lavoro precario. Accedono a questa tipologia di mutui casa:

coppie under trentacinque sposate, con o senza figli;
genitori single con figli minori a carico.
I requisiti richiesti sono:
reddito ISEE annuo non oltre i 40.000 euro;
mutuo prima casa massimo da 200.000 euro;
immobile che misura massimo novantacinque metri quadrati e non di lusso (non appartenente alle categorie catastali A1, A8, A9).
Il Fondo di Solidarietà, a sua volta, garantisce la sospensione del pagamento della rata del mutuo casa per diciotto mesi, nei quali si paga solo lo spread bancario. Rimane a carico del Fondo la quota interessi mentre la quota capitale si pagherà alla fine del piano di ammortamento.

Chi può accedere al Fondo di solidarietà? Le famiglie in difficoltà economica per improvvisa perdita, handicap, infortuni, morte o comunque sopraggiunta non autosufficienza del mutuatario. Inoltre è necessario che il mutuo sia stato stipulato esclusivamente per la prima casa e con importo che non superiore ai 250.000 euro acceso da almeno un anno con reddito ISEE non superiore ai 30.000 euro l’anno.


07-10-2013


Prestito vitalizio ipotecario, cos’è e chi può chiederlo


Introdotto in Italia con la legge 248 del 2005, il prestito ipotecario vitalizio permette alle persone che hanno compiuto i 65 anni di età e proprietarie di un immobile di convertire parte del valore della casa in liquidità, a fronte dell’iscrizione di un’ipoteca sull’abitazione come garanzia.
Il prestito non viene erogato in caso di immobili non residenziali
La particolarità di questo mutuo, a medio lungo termine e conosciuto nei paesi anglosassoni come "reverse mortgage" o "equity release", è che si può entrare in possesso del contante senza dover rimborsare il capitale, spese e relativi interessi sino a che il contraente è in vita (se l’immobile è cointestato, sino alla morte del co-proprietario più longevo).

L’importo erogabile varia in base all’età del richiedente (più si è avanti con gli anni, più alta la cifra che si può ottenere) e oscilla generalmente tra il 20% e il 50% del valore dell’immobile. A differenza di quanto avviene con la “nuda proprietà”, inoltre, a chi contrae il prestito resta il possesso dell’abitazione sino alla morte, senza però poterla vendere (a meno che non si estingua il debito in anticipo cancellando l’ipoteca) o affittare.
Il rimborso, in un’unica soluzione, delle spese, del capitale e degli interessi che si accumulano negli anni spetta agli eredi che, allo scadere del finanziamento, possono ripianare il debito nel giro di circa 12 mesi liberando l'immobile dall'ipoteca oppure vendere l’abitazione e restituire il dovuto con il ricavato o ancora lasciando la casa alla banca mutuataria che provvederà ad alienarla trattenendo il credito vantato e restituendo agli eredi l’eventuale eccedenza.




07-10-2013


Il credito d`imposta per gli investimenti nelle aree svantaggiate

Mancano solo pochi mesi per usufruire delle agevolazioni fiscali in tema di credito d`imposta per le piccole e medie imprese.

Ancora pochi mesi per prenotare i benefici dell`agevolazione di cui ai commi da 271 a 279 dell`articolo 1 della legge finanziaria 2007 (credito d`imposta per gli investimenti nelle aree svantaggiate). La normativa citata, infatti, prevede la concessione di un credito d`imposta alle imprese che effettuano entro il 31/12/2013 l`acquisizione di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle aree delle regioni Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Abruzzo e Molise, con percentuali di aiuto differenti da regione a regione.

In questa sede si intende riepilogare sinteticamente, a vantaggio degli interessati, il meccanismo di concessione dell`agevolazione per quanto attiene i settori di industria, commercio, artigianato e servizi.

Beneficiari dell`agevolazione
Come chiarito nella circolare Agenzia delle Entrate n. 38/E dell`11/04/2008, beneficiari del credito d`imposta sono tutti i soggetti titolari di reddito d`impresa, indipendentemente dalla natura giuridica assunta, che effettuano nuovi investimenti destinati a strutture produttive, da intendersi come singole unita` locali o stabilimenti, situate nelle aree sopra elencate.
Innanzi tutto e` bene specificare preliminarmente che sono agevolabili soltanto i beni connessi ad un progetto di investimento iniziale, da intendersi in dettaglio quale:
la creazione di un nuovo impianto produttivo;
l`ampliamento, la riattivazione e l`ammodernamento di impianti produttivi gia` esistenti;
la diversificazione della produzione di uno stabilimento in nuovi prodotti aggiuntivi;
un cambiamento fondamentale del processo di produzione complessivo di uno stabilimento esistente.
In sostanza, deve trattarsi di un investimento del tutto nuovo quale l`avvio di una nuova attivita`, sia che si tratti di un nuovo stabilimento, sia addirittura dell`avvio di un nuovo business.

Acquisti agevolabili
Sono agevolabili gli acquisti di beni classificati nello Stato Patrimoniale come "Impianti e macchinario" (voce B.II.2) e come "Attrezzature industriali e commerciali" (voce B.II.3). Deve trattarsi di macchinari, impianti diversi da quelli infissi al suolo, attrezzature varie, brevetti e, limitatamente alle piccole e medie imprese, programmi informatici. I suddetti beni, inoltre, dovranno essere caratterizzati dal requisito della novita`; non sono dunque agevolabili gli acquisti di beni usati.

Misura dell`agevolazione

L`intensita` di aiuto, come detto, e` variabile da regione a regione; per la Calabria, ad esempio, e` attualmente fissata per le piccole imprese al 50%.

Meccanismo di fruzione dell`agevolazione
Per avere diritto alla fruizione del credito d`imposta, i soggetti interessati devono apportare, nell`effettuazione dell`investimento, un contributo finanziario pari almeno al 25% dei costi ammissibili, o attraverso proprie risorse o mediante finanziamento esterno, in una forma priva di qualsiasi sostegno pubblico.

Il credito d`imposta e` utilizzabile per il versamento, mediante compensazione "interna", delle imposte sui redditi dovute, in acconto ed a saldo, per il periodo d`imposta in cui sono effettuati gli investimenti e per i periodi d`imposta successivi; l`eventuale eccedenza puo` essere fruita in compensazione ai sensi dell`art. 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.

Il credito d`imposta non e` cumulabile con il sostegno "de minimis", ne` con altri aiuti di Stato che abbiano ad oggetto i medesimi costi ammissibili. Esso puo` invece essere cumulato, nei limiti delle spese effettivamente sostenute, con altre misure agevolative che non siano qualificabili come aiuti di Stato ai sensi dell`articolo 87 del Trattato CE ovvero come aiuti "de minimis".





07-10-2013


RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE: LE AGEVOLAZIONI FISCALI


Ricordiamo che la misura della detrazione è stata elevata al 50% (invece di quella ordinaria del 36%) per le spese effettuate dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2013 e  che l`importo massimo di spesa ammessa al beneficio è di euro 96.000 euro per unità immobiliare

Segnaliamo che sono state introdotte anche:

una detrazione del 65% delle spese effettuate dal 4 agosto 2013 al 31 dicembre 2013 per interventi di adozione di misure antisismiche su costruzioni che si trovano in zone sismiche ad alta pericolosità;
un`ulteriore detrazione del 50% per l`acquisto (effettuato dal 6 giugno 2013 fino al 31 dicembre 2013) di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), finalizzati all`arredo di immobili oggetto di ristrutturazione.
L`Agenzia delle Entrate ha:

- aggiornato la guida alle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie (aggiornamento ad ottobre 2013) che fornisce utili indicazioni per richiedere correttamente il beneficio fiscale per spese di ristrutturazione.

guida ristrutturazioni

- pubblicato un opuscolo, che specifica chi può usufruire dell’ulteriore detrazione per acquisto elettrodomestici e mobili.

bonus mobili ed elettrodomestici






07-10-2013



Usura bancaria, sono decine i ricorsi. Si cerca chiarezza attraverso vie legaliAlcuni istituti hanno scelto di togliere la commissione di massimo scoperto, in luogo di una tantum relativa al prestito.
Si cerca chiarezza attraverso vie legali.

L’usura bancaria è una realtà riconosciuta e quindi contrastata. In particolare dal 2010, quando una sentenza delle sezioni unite della Corte di Cassazione ne ha sancito l’esistenza dal punto di vista giuridico. Il reato ipotizzato è quello tradizionale di usura. Ma quella sentenza viene ancora oggi definita “illuminante” per aver individuato tutte le voci che contribuiscono a comporre il cosiddetto “tasso usurario”. Intanto quest’ultimo, per essere tale, deve superare la soglia fissata dalla banca d’Italia attraverso una circolare trimestrale. Ma come avviene, in definitiva, il conteggio? “La Corte suprema- tiene a sottolineare l'avvocato Carlo Orsini –ha sancito che il tasso oggetto di valutazione è composto anche da tutte le spese sostenute dal correntista stesso".

Contesto normativo Di fronte a un contesto normativo più complesso, dove le possibilità di avere a che fare con tassi usurari aumentano, alcuni istituti hanno scelto di togliere la commissione di massimo scoperto, in luogo di una tantum relativa al prestito.





07-10-2013



Con la approvazione in via definitiva della legge di conversione del Decreto Lavoro (decreto legge 28 giugno 2013, n. 76), sono state predisposte risorse per consentire la riattivazione, nei prossimi tre anni, delle misure Invitalia finalizzate alla creazione di nuove imprese in forma di ditta individuale e micro impresa (decreto legislativo 185/2000).
Si legge nel testo del decreto convertito, che attende adesso la firma del Presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che la nuova dotazione finanziaria per le misure Invitalia sarà destinata alle sole nuove iniziative imprenditoriali nei territori del Mezzogiorno. Ecco come saranno ripartite le risorse messe a disposizione fino al 2015:
2013 - 26 milioni;
2014 - 26 milioni;
2015 - 28 milioni.
Seguendo il dettato normativo del Decreto Lavoro, tuttavia, sembra doversi pazientare per comprendere con esattezza in che modo tali risorse verranno distribuite da Invitalia agli aspiranti imprenditori.
Viene stabilito che nel finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali, in forma di ditta individuale e micro impresa, saranno favorite le iniziative che comportino attività di accompagnamento e di tutoraggio da parte di imprese già operanti da tempo nel medesimo settore e che abbiano avuto successo in altro luogo.
Un apposito decreto del Ministero dell'economia e delle finanza, d'intesa col Ministero del Lavoro e dello sviluppo economico, da adottare entro il mese di ottobre, dovrà spiegare le modalità operative di questo nuovo meccanismo di finanziamento prevedendo, tra l'altro, un sistema di remunerazione per le imprese che svolgeranno l'attività di tutoraggio.





07-10-2013



Per tutti gli aspiranti imprenditori o per coloro che desiderano mettersi in proprio, il mondo bancario riserva delle offerte dedicate all’apertura di una nuova attività. Per realizzare la propria idea di impresa, infatti, potrebbe essere necessario richiedere un finanziamento ad una banca o ad un istituto di credito, in modo da poter sostenere il peso delle spese iniziali.





07-10-2013



Buongiorno, siete titolari di un mutuo, leasing o di un conto corrente affidato?
Desiderate sapere se siete stati oggetto di anatocismo o usura bancaria e quanti soldi potete recuperare? Per una PREANALISI GRATUITA per prendere coscienza della vostra reale situazione bancaria.






 
 
 
 
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