Preveggenza

Un Dono divino

Santi

San Charbel Makhlouf
Non solo è famoso per i suoi miracoli, ma anche per la sua preveggenza. Una facoltà che si manifestava attraverso visioni e comunicazioni divine.

Padre Charbel, in virtù della sua intima unione con Dio, ebbe il dono di abbattere le barriere del tempo e dello spazio. Alla luce divina prediceva eventi futuri, vedeva fatti che accadevano a distanza, scrutava i pensieri e i sentimenti dei cuori e si faceva interprete della volontà di Dio presso gli uomini.

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Preveggenza di San Charbel Markhlouf

Il cugino di Gerges Boutros era in coma da venti giorni per una forte febbre. Gerges andò da padre Charbel per raccomandarlo alle sue preghiere e procurarsi un po' d'acqua benedetta.


L'eremita lo attendeva sulla soglia, e senza lasciargli spiegare il motivo della visita, lo anticipò dicendo: «Quando arriverai a casa, troverai tuo cugino cosciente e seduto sul letto». Gerges si stupì che padre Charbel sapesse il motivo della visita senza averglielo esposto e al rientro trovò tutto come gli aveva predetto.


Un altro testimone racconta: «Un giorno mio nonno, che praticava la medicina popolare, fu chiamato a curare un funzionario di nome Jibral Sleiman Abbas, ma non vedendo miglioramenti mandò mio padre a chiamare il santo. Padre Charbel esitava, ma col permesso dal superiore partì al tramonto, a piedi, con altri due monaci.


Mio padre li precedeva a cavallo di circa venti metri. Dopo un buon tratto di strada, Padre Charbel si fermò e disse: affermano che è morto, recitiamo l'Angelus e preghiamo, perché quell'uomo è morto, così dicendo s'inginocchiò e cominciò a pregare.


Poi aggiunse: è inutile proseguire il viaggio, perché la missione che il superiore ci ha affidato è terminata, il malato è morto. Non credendo alle sue parole, mio padre lo invitò a proseguire. Arrivati nei pressi del villaggio, udirono i pianti che giungevano dalla casa del morto. L'infermo era deceduto nella notte, all'ora in cui padre Charbel lo aveva annunciato. Mio padre sbalordito gli chiese come avesse fatto a saperlo, ma l'eremita non rispose e continuò a pregare».


Le monache dell'ordine libanese maronita confezionavano immagini di stoffa da appendere al collo, raffiguranti il Signore, la Madonna e i santi. Padre Charbel ne faceva ampio uso e le donava ai fedeli. Suor Moujahida Al Khayassi dichiara che un giorno il santo gliene mandò a chiedere una: Gliela inviai tramite un uomo che doveva passare da Annaya, e gli chiesi anche una benedizione. Per assicurarmi che eseguisse l'incarico, l'uomo doveva domandargli e riferirmi tre nomi di suoi parenti di Bqaakafta.


Al rientro l'incaricato mi consegnò un foglietto piegato come una busta e mi disse: L'eremita non ha inviato altro. C'era scritto: Padre Charbel, eremita di San Marone di Annaya, a colei che chiede una benedizione o una reliquia, che la protezione dei santi Pietro e Paolo scenda su di te. Era scritto in arabo con una grafia irregolare». La superiora le consigliò di custodire il foglio e di portarlo addosso. La monaca lo arrotolò, lo cucì dentro a un pezzo di stoffa e se lo mise al collo.

In seguito lo diede a una sorella diretta in America, come protezione per il viaggio. Poi prosegue la religiosa, inviai a padre Charbel una decina d'immagini di stoffa e chiesi al messo di portarmi una bottiglia di acqua benedetta.


L'incaricato al rientro mi disse: Gli ho consegnato tutto, ecco l'acqua benedetta. La presi, entrai in camera, ma mentre stavo per usarla, perché soffrivo di reumatismi, un'intuizione chiara e improvvisa mi rivelò che quell'uomo non aveva consegnato le immagini a padre Charbel e che neppure la bottiglia proveniva da lui.


Quando sua madre venne al convento, le dissi: Tuo figlio non ha dato le immagini a padre Charbel, ma le ha tenute per sé e ha riempito la bottiglia alla fontana. è vero affermò la donna, le ha portate con sé in America, ma vi manderà i soldi e anche quelli della bottiglia. Ebbi così la conferma che era stato padre Charbel a ispirarmi».


Youssef Abboud racconta: Mio figlio Gerges attraversava un punto critico della sua malattia. Andai all'eremo e chiesi a padre Charbel dell'acqua benedetta, ma il santo mi disse: Adesso siediti, che Dio dispone. Gli rifeci la domanda e mi rispose: Calmati, abbandonati a Dio che ti ricompenserà e non mi diede l'acqua.


Tornai a casa triste e sconcertato, perché non aveva voluto darmi l'acqua benedetta. Quando giunsi presso casa, udii grida e lamenti e capii che mio figlio era morto. Allora compresi le parole di padre Charbel e perché non mi aveva dato l'acqua benedetta, come se sapesse che mio figlio era già morto e non volesse dirmelo».