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LA PREPARAZIONE DEL PIU' GRANDE EVENTO TELEVISIVO A CUBA: LA VISITA DI GIOVANNI PAOLO II

5 LA PREPARAZIONE DELL'I.C.R.T. ALLA VISITA DEL PAPA

La copertura televisiva per la visita del Papa Giovanni Paolo II a Cuba incominciò ad essere preparata quasi un anno prima dell'incontro ufficiale tra il Pontefice e il Presidente cubano Fidel Castro. Nel marzo 1997 furono studiati i vari preparativi, i vari progetti e si organizzò come seguire il Papa durante le sue varie tappe sull'isola, visto che la sua presenza non era prevista nella sola città dell'Avana ma anche nei capoluoghi di provincia Santa Clara, Camaguey, Santiago de Cuba. In tutti questi luoghi oltre la prevista celebrazione di una Santa Messa furono organizzati incontri e visite collaterali che la televisione cubana si prese il compito di coprire mediaticamente. L'incontro ufficiale con il Presidente della Repubblica nel palazzo della rivoluzione e l'incontro con gli intellettuali nell'aula Magna dell'università dell'Avana, sempre nella capitale all'interno della cattedrale l'incontro con l'Arcivescovado, l'incontro con il mondo del dolore e gli ammalati all'interno della chiesa Rincon a Santiago de Las Vegas erano appuntamenti già fissati da tempo, di conseguenza dati gli innumerevoli impegni del Pontefice e il desiderio da parte dell'I.C.R.T. di riuscire nella copertura totale del soggiorno del Papa e vista la situazione precaria dei mezzi a disposizione dell'Istituto, fu d'obbligo iniziare il progetto con largo anticipo. Il problema principale fu proprio questo: come coprire tutti i movimenti del Pontefice, tenendo conto del fatto che gli innumerevoli appuntamenti erano dispersi in più luoghi e in tempi molto ristretti e dove reperire tutto il materiale e tutti gli equipaggiamenti necessari per una buona riuscita televisiva. Nel marzo 1997 si formò una commissione tecnica composta da ingegneri che elaborarono diversi progetti sulla realizzazione dell'evento. A giugno si fece la scelta finale e si preparò una lista di tutto ciò che fosse necessario, includendo l'equipaggiamento mancante e indispensabile da comprare. Da giugno a luglio si ricevettero le offerte dalle varie imprese e si cercò di comprare il meglio sempre tenendo conto degli sforzi economici che ciò avrebbe comportato. Tra settembre e ottobre arrivarono le telecamere, i fili, i raggi laser ecc.. dal Giappone e dal Canada. In novembre s'iniziò a montare le nuove installazioni e per la fine dell'anno tecnicamente fu tutto pronto. Dal cinque al venti di gennaio furono effettuate prove di ripresa, il ventuno arrivò il Pontefice. Furono effettuate tre prove generali utilizzando telecamere ed elicotteri per il tragitto da effettuare dall'aeroporto alla residenza di Giovanni Paolo II. Si provarono riprese anche per le Sante Messe celebrando riti religiosi nelle piazze destinate alla professione del Papa, funzioni svolte da prelati cubani.

6 LA VISITA DEL PAPA GIOVANNI PAOLO II

L'arrivo all'aeroporto José Martì, il tragitto dopo l'arrivo, tutte le Sante Messe compresa quella in Plaza de la Revolucion all'Avana del venticinque gennaio 1998, la più importante da un punto di vista storico e simbolico, vista la presenza di Fidel Castro e di un numero di fedeli innumerevole, tutti gli incontri extra- religiosi, il ricevimento ufficiale del Consiglio di Stato e la partenza furono avvenimenti trasmessi in diretta a reti unificate. È importante sottolineare che furono trasmessi in diretta visto che le Messe si celebrarono di mattino e a quest'ora la televisione cubana non può trasmettere a causa dei problemi economici, ma l'importanza dell'evento fece sì che, grazie a sforzi non indifferenti, si autorizzò la programmazione. Si organizzarono molte unità pubbliche della televisione, si modernizzarono altre unità pubbliche delle province e fu un lavoro molto duro da compiere anche perché i principali canali statunitensi premevano per dirigere le riprese televisive di tutti e cinque i giorni. Le catene statunitensi s'installarono all'interno dell'hotel Havana Libre, in pieno centro città, dove tecnologicamente fu montato un centro internazionale di trasmissione per fornire un servizio adeguato ai canali mondiali più importanti, CBS, CNN, ABC, EBU (EUROPEAN BROADCASTING UNION), tutte gli emittenti occuparono l'hotel e montarono stazioni off- limits per raggiungere via satellite ogni paese del mondo. S'installò un istituto internazionale di trasmissione anche sopra gli studi televisivi più grandi del Paese, gli studi Focsa. Sopra i Focsa si montarono stazioni terrene. Il grande evento incominciò mercoledì ventuno gennaio con l'arrivo del Pontefice. La televisione si situò in undici punti differenti. Fu preparato anche un punto televisivo all'interno di un hangar dell'aeroporto per trasmettere e svolgere i rituali del ricevimento anche in caso di maltempo, però per fortuna non vi fu nessun imprevisto meteorologico. Gli undici punti Aeroporto, Van Troi y Boyeros, Boyeros y C.Bejucal, 100 y Boyeros, Ciudad Deportiva, Boyeros y Tulipan, Raspadura, Paseo y Boyeros, Teatro Nacional, 23 y Paseo, Linea y Paseo, Tunel de linea, Nunciatura e Hangar (i nomi indicano i luoghi geografici della città dove si pose la televisione) furono installati strategicamente lungo tutto il tragitto fino all'Annunciatura, residenza ufficiale del Papa. Un ulteriore punto di ripresa era stato previsto fuori dalla residenza del Papa però la sicurezza vaticana lo proibì per non molestare la privacy del Pontefice. Il mercoledì mentre arrivava il Papa, uno studio mobile stava facendo le prove generali a Santa Clara per la Santa Messa del giorno seguente, l'altro (gli studi mobili a disposizione dell'I.C.R.T. sono due) al terminare del ricevimento all'aeroporto si trasferì il più velocemente possibile a Camaguey per la cerimonia del giovedì. Lo studio mobile che effettuò le riprese a Santa Clara si trasferì a Santiago de Cuba e tutti e due si ritrovarono all'Avana per la messa domenicale a Plaza de la Revolucion. Nelle altre sedi, in ogni caso, s'improvvisarono studi di riserva per prevenire eventuali inconvenienti tecnici ai due studi mobili. Tutto ciò costò un anno di preparamenti però ha suscitato la soddisfazione per un risultato finale perfetto e la consapevolezza davanti agli occhi di tutto il mondo di avere un apparato televisivo non inferiore tecnicamente ai Paesi più avanzati tanto che il Presidente ringraziò pubblicamente la televisione cubana durante il discorso alla nazione a fine visita. Per le riprese delle attività papali extra- religiose si montarono due unità dotate di nove telecamere, ad esempio per il ricevimento a Palacio de la Revolucion si seguì tutto il cammino di Fidel Castro e di Giovanni Paolo II dall'arrivo in macchina fuori del palazzo fino al salone riservato alla conversazione privata. Si calcola per l'evento storico e politico più importante di fine millennio arrivarono a Cuba tremila giornalisti di ogni mass-media da tutto il mondo.

7 I GRANDI EVENTI TELEVISIVI A CUBA

La visita del Pontefice è stata per Cuba l'evento televisivo più grande di tutti i tempi, di gran lunga più importante e impegnativo delle riprese dei giochi Panamericani del 1991, che coprì tutto il continente americano dal Canada all'Argentina, giochi che previdero collegamenti tv da tutto il territorio cubano dall'Avana a Santiago de Cuba e che comunque pur essendo stato un avvenimento sportivo d'importanza bi- continentale non può essere paragonato alla visita del Papa, avvenimento di richiamo mondiale e che ha impegnato l'isola completa, in ogni sua attività, per accogliere dignitosamente l'enorme affluenza di persone accorse sul posto. Oltre ai giochi Panamericani l'altro evento mediatico più importante fu la visita di Gorbaciov del 1993 che tuttavia non richiese un impegno tale alle risorse umane, tecniche, gestionali della televisione. Tornando alla visita del Papa, le riprese che si sono viste in tutto il mondo sono state quelle dell'I.C.R.T. che non ha permesso a nessun'emittente del mondo di utilizzare telecamere proprie; alle televisioni U.S.A. è stato permesso di creare un pool e una stazione mobile collegata via satellite con il continente nella provincia dell'Avana per riprendere dal vivo i commenti giornalistici durante gli spazi informativi. La RAI è arrivata come parte dell'EBU (EUROPEAN BROADCASTING UNION) e come indipendente, infatti, le è stato permesso installare in aeroporto all'arrivo del Papa un raggio laser di microonde per dare la voce a un proprio commentatore (Del Noce) che ha potuto cosi essere indipendente dal segnale della tv cubana.

8 RIFLESSIONI SULL'IMPORTANZA DELLA VISITA DEL PAPA

L'incontro tra il Papa e Castro non può essere considerato ed analizzato solo dal punto di vista mediatico perché, prima di essere tale, l'evento riveste un'importanza politica e culturale enorme. Innanzi tutto si sono trovati di fronte due uomini dal carisma indiscutibile, amati o avversati a secondo delle ideologie o del credo religioso che hanno militato su due fronti, fino ad oggi, considerati opposti. Eppure lo stesso Fidel Castro ha dedicato parte del suo intervento televisivo precedente all'arrivo del Papa, a confutare la tesi secondo la quale Giovanni Paolo II rappresentava 'l'angelo sterminatore del comunismo.' Egli ha affermato: " C'è chi vede il Papa come un angelo sterminatore che con una spada di fuoco vuole distruggere il socialismo e il comunismo a Cuba. Ma non è così. E poi, la caduta del comunismo in Europa è stata determinata da altri fattori e non dall'intervento del capo della Chiesa Cattolica." E, quasi a rafforzare questo concetto, ha aggiunto : " Il nostro non sarà un incontro fra l'angelo e il demonio, quanto quello fra due angeli dei poveri, anzi fra l'angelo e il diavolo dei poveri." Secondo Saverio Tutino le parole di Castro mostrano anche simpatia umana nei confronti del Papa in quanto egli vede in Wojtyla un personaggio parallelo a sé. Il Papa ha viaggiato attraverso gli stessi Paesi che Castro visitava cioè il Terzo Mondo. Entrambi sono nati in paesi contigui a ciò che per ciascuno dei due era ' l'impero del male': Wojtyla nella Polonia minacciata dall'Unione Sovietica, Castro nella Cuba non lontana dagli Stati Uniti imperialisti. Inoltre li avvicina la comune critica al capitalismo, sia pure da sponde opposte. D'altra parte nei discorsi che il Papa ha pronunciato a Cuba non c'è stata né una legittimazione né una condanna della Rivoluzione, anche se non sono mancate le sottolineature a contraddizioni e a scelte troppo permissive per la morale cristiana, per quello che riguarda, ad esempio, l'unità e il ruolo della famiglia. In questo clima di equilibrio e di rispetto reciproco vanno lette, probabilmente, anche le parole di Castro al momento del commiato dal Pontefice: " Per l'onore della sua visita, per tutte le Sue manifestazioni d'affetto per i cubani, per tutte le sue parole, anche quelle con le quali posso non essere d'accordo, in nome di tutto il popolo di Cuba, Santità, La ringrazio." Tuttavia non possiamo non renderci conto che se il vecchio ma indomito Papa polacco e il guerrigliero della Sierra Maestra si sono incontrati è perché i cambiamenti erano già nell'aria di questo fine millennio: la Chiesa che esce dal suo silenzio a Cuba, la politica degli USA che incontra delle opposizioni e Castro che 'ammorbidisce ' le sue posizioni sono le risposte a necessità preesistenti e non create dalla visita del Papa. E' difficile poter prevedere se ci saranno cambiamenti a breve termine, ma è condivisibile l'opinione di chi sostiene che Cuba non può e non vuole più sentirsi un paese sopravvissuto allo sfacelo dei regimi comunisti, ma che è alla ricerca di un orizzonte proprio, senza abiure plateali, salvando il meglio della sua storia più recente e delle sue conquiste sociali. Quello che si aspetta la Chiesa dopo quest'incontro leggiamolo direttamente nelle parole di commiato di Giovanni Paolo II : " Come successore dell'apostolo Pietro, e seguendo il mandato del Signore, sono venuto come messaggero della verità e della speranza a rafforzarvi nella fede e a lasciarvi un messaggio di pace e di riconciliazione in Cristo…" Perché questa riconciliazione possa avvenire sarà necessario che a Cuba venga riconosciuta la piena libertà religiosa e il ripristino delle condizioni che consentano alla Chiesa di esercitare le proprie funzioni ed il proprio ruolo nel paese. Ricordiamo che negli anni Sessanta dei circa settecento sacerdoti cattolici che si trovavano a Cuba, centoquaranta furono espulsi con l'accusa di attività controrivoluzionarie, molti altri abbandonarono volontariamente l'isola. Quelli che restarono continuarono a svolgere, con molte restrizioni, il loro ministero. Nel 1992 con un emendamento costituzionale, è stato riaffermato il principio della libertà di religione ed è stato consentito a molti sacerdoti di tornare a Cuba. Oggi il 40% dei cubani professa la religione cattolica-romana, ma solo il 5% si dichiara praticante. Con molta probabilità la religione più diffusa nell'isola è la "santeria",culto sincretistico in cui figure e valori cattolici si mescolano con quelli di tradizione animista e africana. Negli USA intanto un'insolita coalizione di uomini d'affari, leader religiosi, deputati e lobbisti ha chiesto al governo di allentare la morsa dell'embargo per permettere la vendita di cibo e di medicinali nell'isola. Nella stessa direzione si muovono anche i due quotidiani più influenti d'America: il Washington Post e Usa Today. Il primo afferma che l'importanza politica del viaggio del Papa, è proprio quella di offrire agli USA l'opportunità per una profonda revisione della loro politica. L'editorialista sostiene che, solo se l'America abbandonerà le sue 'posizioni anacronistiche' prendendo finalmente atto dei profondi cambiamenti di fronte ai suoi occhi, il viaggio del Papa avrà successo Ancora più duro è l'editorialista del secondo giornale che attacca ' il manipolo di banchieri, avvocati e uomini d'affari cubani residenti a Miami che da trent'anni dettano la folle ed inefficace politica americana di castrazione e di isolamento anti-Cuba. Di questa spinta al 'disgelo' dovrà tener conto il partito democratico e forse anche la decisione di Clinton di sospendere, per la quarta volta, l'applicazione della controversa legge Helms-Burton potrebbe essere stata motivata dal timore di perdere molti voti. Probabilmente, come ha detto Vazquez Montalban all'inviato del Corriere della Sera: "Non cambierà tanto e non subito, ma una porta si è aperta, forse per sempre."

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Aggiornato il: 25-03-2002

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