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CONSIDERAZIONI GENERALI SULLA PROGRAMMAZIONE I programmi più seguiti e di successo della prima decade televisiva cubana erano, oltre ai dramatizados, i varietà e i programmi di partecipazione a quiz. Il varietà prevedeva l’alternarsi di un numero musicale e di uno sketch comico tutto rigorosamente dal vivo. I dramatizados erano delle novelas recitate che differiscono notevolmente dalla telenovelas per via della struttura del montaggio. la telenovela, per come si intende oggi, è un programma nato negli anni settanta, il suo montaggio prevede stacchi decisi nei momenti ad alta intensità emotiva, al contrario le novelas dramatizadas sono delle recitazioni quasi teatrali. La novela televisiva è un’invenzione cubana che deriva dalla formula radiofonica, la telenovela è di origine brasiliana. Già dal 1950 iniziarono le prime riprese di novelas televisive che venivano sponsorizzate da diverse imprese, si ricordano ad esempio i dramatizados patrocinati dai sigari “Regalia el cuno”, dai sigari “Eden”, dalle pastiglie “Bromosez” o da prodotti cosmetici, questi programmi erano talmente buoni ed economici che fecero scuola in tutto il Sud America, a Cuba arrivavano quotidianamente produttori stranieri che compravano il formato televisivo ed imparavano a loro volta a rifarlo. Uno dei programmi di maggior successo fu il “Cabaret Regalia”, un varietà condotto da Herman Pinelli, noto animatore, attore cubano. Nel 1953 il programma cambiò nome in “Casinò de las alegria” data la presenza di più sponsor che patrocinavano il varietà. Nel 1959 il programma diventò “Circulo de las alegria” in onda al mercoledì dalle 20.30 alle 21.30 ma il problema fu che, dopo la vittoria dei rivoluzionari, i migliori cabarettisti lasciarono l’isola, e il nuovo sistema televisivo non ebbe soldi sufficienti per ingaggiare artisti quotati cosi nel giro di poco tempo questo famoso spettacolo chiuse i battenti. Il canal 6 era l’emittente che pagava di più i propri artisti e i propri dipendenti, i comici guadagnavano fino a 2500 dollari per prestazione. Anche i telegiornali iniziarono a essere trasmessi sin dal principio, il problema era che non esistevano mezzi per far giungere rapidamente le notizie dall’oriente del paese alla capitale e quando arrivava in redazione e veniva preparata per il telegiornale, risultava essere già vecchia. I canali non investivano nell’informazione, così non esistevano inviati fissi all’interno dell’isola. Le notizie internazionali giungevano dalle agenzie stampa statunitensi Upi e Upe. L’unica edizione informativa degna di nota era il tg del canal 6 delle 19.30 ed era condotto da Manolo Ortega che dopo la vittoria di Castro diventò il principale presentatore di tutti i programmi dedicati ai rivoluzionari, dei discorsi in piazza, di riunioni del Partito. Comunque all’epoca di Batista non esisteva una chiara legislazione su ciò che poteva essere trasmesso in televisione. Nel 1953 si promulgò una legge sulla radio e tele diffusione, questa prevedeva l’esistenza di quattro tipi di generi televisivi: programmi informativi, culturali, d’intrattenimento e circensi. La legge obbligava ad almeno il 2 % la messa in onda di trasmissioni culturali, il rimanente 98 % era libero arbitrio del proprietario del canale. Nonostante questa legge gli impresari in pratica divisero i generi televisivi in informativi, educativi, d’orientamento e d’intrattenimento. Gli spazi informativi erano di due tipi: o i telegiornali o informazione generale fatta da interviste, commenti sopra le notizie quotidiani. I programmi d’orientazione erano spazi riservati alla sola politica, argomenti religiosi venivano classificati come programmi culturali. Come si può notare non esisteva chiarezza nel suddividere e classificare uno spazio televisivo e ciò non faceva che favorire una programmazione di solo intrattenimento. I programmi d’intrattenimento non erano classificati come tali ma erano suddivisi in drammatici, musicali, varietà, sportivi, lirici e films. Il sig. Mestre diede questa classificazione alla programmazione per non entrare in collisione con la legge del ’53 e in modo tale riuscì a costruire per il canal 6 il palinsesto da lui voluto. Dal 1950 al 1958 in ogni caso questa fu la quantità suddivisa in percentuale dei vari generi televisivi: 12 % informazione, 6 % educazione, 8 % orientazione e il 74 % intrattenimento. Il 56 % era programmazione propria, il 44 % filmica americana. I films venivano sia doppiati sia sottotitolati, Mestre tra le sue varie attività aveva un centro di doppiaggio per tutto il Sud America e i Caraibi, questo centro chiamato S.I.G.A. (servicio internacional de gravacion y audio) era nel Radiocentro e nel 1958 ne inventò uno per la tv di tutti i paesi di lingua spagnola T.I.S.A. (servicio internacional de la television interamericana). Questo centrò duro poco visto quello che successe l’8 gennaio del 1959. La maggior parte dei films erano in ogni caso doppiati, in caso di lingua inglese, o comprati da Messico ed Argentina visto che i segnali televisivi erano molto deboli e l’immagine che si riceveva non permetteva una lettura chiara del sottotitolo, oltre a considerare il fatto che ai tempi la percentuale di analfabeti era molto alta. Ogni canale trasmetteva circa cinquanta ore settimanali e nel 1958 la programmazione di tutti gli emittenti raggiungeva le trecentodieci ore a settimana. Di queste duecento erano di produzioni cubane, le rimanenti erano proiezioni di films stranieri. Il canal 6 tenne sempre come soglia una programmazione formata per l’ottanta per cento da produzioni interne e mai mandò in onda tra le venti e le ventidue produzioni straniere. Ecco qua riportati alcuni dati che si riferiscono al 1989 per poter fare un paragone tra le due epoche televisive a Cuba. Si mandarono in onda 7.374:04 ore, delle quali 5188:53 furono di produzione nazionale; le trasmissioni a colore raggiunsero le 7226:31 ore. Il materiale registrato costituì il 60 % della programmazione e il materiale straniero trasmesso proveniva da più di quaranta paesi del mondo, da tutte le aree geografiche. Queste furono le percentuali di programmazione suddivisa per genere televisivo nel 1989 : cinema 15,79 %, dramatizados e umoristico 8,76 %, orientazione sociale 4,64 %, informazione 24,19 %, musica 9,8 %, eventi sportivi 3 %, programmi sportivi 8,54 %, infantile 11,86 % e giovanile 4,53 %. Il 70 % fu programmazione di produzione cubana e nello stesso anno, molto significato visto che dal 1990 iniziò il “Periodo Especial” che comportò un taglio netto all’economia del Paese in ogni sua attività, l’I.C.R.T. vinse molti premi internazionali come il premio speciale del festival di Annecy in Francia, il premio speciale del ministero della cultura russa nel festival di Raduga in unione sovietica, il tucano d’argento al festival di Rio de Janeiro, il primo premio al festival villaggio globale di New York, il primo premio dell’Oirt in Finlandia, il secondo premio al festival messicano e quattro coralli nel XI festival internazionale del nuovo cinema Latinoamericano di cinema, televisione e video svoltosi all’Avana. In televisione nei primi anni della sua esistenza si trasmetteva esclusivamente dal vivo, in diretta e solo nel 1958 si usò per la prima volta una registrazione su nastro magnetico di una partita del campionato cubano di baseball da trasmettere negli Stati Uniti durante la pausa del campionato americano nel periodo invernale. Venivano registrati vari incontri da spedire negli Stati Uniti, poi trasmessi senza seguire la logica del campionato. Nel 1959 dopo il trionfo della rivoluzione, i registratori furono rispediti al mittente e arrivarono a Cuba impresari americani che cercarono di vendere i primi videoregistratori a Che Guevara e ad altri funzionari del governo rivoluzionario, erano degli Ampex VR-1000 però non si riuscì a raggiungere un accordo economico e non se ne fece nulla. Fino al 1969 l’I.C.R.T. non ebbe la possibilità di acquistare questo tipo di tecnologia e quando si acquistarono i primi videoregistratori furono utilizzati per riprodurre video orientati all’educazione. Infatti nel 1969 sulle frequenze del canal 4, a carattere provinciale nelle aree orientali del paese, venivano trasmesse in lezioni scolastiche. Questo servizio nacque a causa della deficienza provvisoria di professori sull’isola e la scuola in tv durò fino al 1971. Le lezioni andavano in onda nelle ore mattutine, si poneva un televisore all’interno di un’aula e oltre la videocassetta era prevista la presenza di un aiutante pedagogico che dava delucidazioni ulteriori agli alunni. Solo nel 1975 iniziò l’uso generalizzato dei videotapes. Prima della rivoluzione, oltre alla legge sopra citata, esisteva un ministero della comunicazione che controllava la forma e il contenuto della comunicazione radiofonica e televisiva. Il principio comunicativamente più importante era il “non dirigere” il popolo contro la situazione politica del Paese, il “non criticare” la dittatura di Batista. Era un controllo molto rigido ed esistevano repressioni corporali contro di chi non rispettasse la direttiva ministeriale. La maggioranza dei trasgressori erano i comici, che, con sottile ironia, criticavano il generale e la sua conduzione dello Stato. Accadde più volte che questi artisti venivano fermati per strada da militari e poliziotti e venivano picchiati od obbligati ad ingerire olio di ricino. I proprietari dei canali che davano spazio a critiche politiche rischiavano il ritiro della licenza per trasmettere, così piano piano negli anni ’50, mentre nasceva il movimento rivoluzionario, s’iniziò ad usufruire della radio per convincere la popolazione ad una forte reazione. Nel ’57 Batista, per evitare la diffusione di voci contro la sua dittatura, modificò la legge sulla libertà d’espressione radio e televisiva, confermando ulteriormente che la sua non era una presidenza democratica. Intervenne a proposito l’associazione interamericana di radio e televisione che riuscì a far modificare qualche articolo del nuovo emendamento, Batista però, approfittando di un’appendice della costituzione cubana del 1946 che garantiva al presidente in carica di eliminare in casi estremi la libertà d’espressione, iniziò ad inviare censori televisivi a tutti i canali a lui avversi e in qualche modo riuscì a bloccare lo sviluppo di critiche del suo operato politico. L’otto gennaio del 1959 i “barbudos” entrarono all’Avana e la storia di Cuba cambiò completamente.
Aggiornato il: 25-03-2002 |
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