ANSA 25 novembre 2009
Cosentino:
giunta Camera,no arresto
ROMA,
25 NOV - La giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera ha respinto la
richiesta di arresto per il sottosegretario Nicola Cosentino. Contro l'arresto
hanno votato 11 deputati, in sei si sono espressi a favore del provvedimento
giudiziario mentre il radicale Maurizio Turco si e' astenuto. Ad esprimersi
definitivamente sulla richiesta della magistratura sara'l'aula di Montecitorio
tra un paio di settimane.
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Repubblica
25 novembre 2009
Respinta
in commissione la richiesta della Procura di Napoli
Undici deputati hanno detto di "no" contro 6 sì e un astenuto
Camera,
no della Giunta
all'arresto di Cosentino
Di
Pietro: "La casta si autoassolve. Sentenza beffa per i cittadini
onesti"
Nel pomeriggio bocciate le mozioni di sfiducia del Pd e dell'Idv
ROMA -
La giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera ha respinto la
richiesta di arresto nei riguardi del sottosegretario Nicola Cosentino, accusato
dalla procura di Napoli di concorso esterno in associazione mafiosa. Contro
l'arresto hanno votato 11 deputati. In sei si sono espressi a favore del
provvedimento giudiziario mentre il radicale Maurizio Turco si è astenuto. Dura
la reazione di Italia dei valori: "Una vergogna per i cittadini
italiani".
La parola definitiva spetta all'aula di
Montecitorio, che sarà chiamata ad esprimersi tra un paio di settimane.
Mozione
di sfiducia bocciata al Senato. Palazzo
Madama ha bocciato le mozioni presentate da Pd e Idv per chiedere le dimissioni
del sottosegretario all'Economia. Centosedici sì, 165 no e due astensioni per
quella del Partito democratico su un totale di 283 votanti. Novantacinque sì,
170 no e 17 astensioni per quella dell'Italia dei Valori. Alla votazione non
hanno partecipato i radicali Marco Perduca e Donatella Poretti e a titolo
personale Pietro Mercenaro del Pd.
Castagnetti:
"L'arresto è atto dovuto". La decisione sull'autorizzazione a
procedere nei confronti di Cosentino ha suscitato un intenso dibattito in
giunta. Tra i favorevoli alla richiesta avanzata dai magistrati campani, il
presidente della commissione Pierluigi Castagnetti: "C'è l'obbligo del
provvedimento - ha spiegato - siamo in presenza di 416-bis e la custodia
cautelare in carcere è un atto obbligatorio. Durante il dibattito in giunta
sono emersi elementi di solidità e di gravità degli indizi a carico di
Cosentino che hanno indotto il gip ad assumere questo tipo di
provvedimento".
Samperi
(Pd): "Non c'è fumus persecutionis".
Il Partito democratico si è espresso per l'arresto. "Abbiamo votato per
l'autorizzazione agli arresti dell'onorevole Cosentino e presenteremo in aula
una puntuale relazione di minoranza perché abbiamo ritenuto che i gravi
elementi circostanziati e riscontrati nell'ordinanza del tribunale di Napoli
escludano il fumus persecutionis".
Lo
Presti (Pdl): "Cosentino perseguitato". Di opinione del tutto
contraria, il relatore Nino Lo Presti: "C'è un fumus persecutionis
oggettivo. Negli atti non ci sono elementi sufficienti per sradicare Cosentino
dai suoi elettori".
Turco:
"Astenuto per spiegare mie ragioni in aula". Unico
astenuto il radicale Maurizio Turco, eletto nelle file del Pd, che si dice
contrario all'arresto: "Se avessi votato con la maggioranza - spiega - non
avrei potuto poi presentare in aula una mia relazione di minoranza per spiegare
la ragioni della mia contrarietà che sono diverse da quelle di Pdl e
Lega".
Di
Pietro: "Altra pagina buia della nostra democrazia". Il capogruppo
dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, parla di beffa nei confronti di tutti
i cittadini onesti e attacca: "L'assoluzione dell'onorevole Cosentino da
parte del Parlamento è una vergogna per tutti i cittadini italiani. Oggi
abbiamo assistito all'ennesima pagina buia della nostra democrazia. La casta si
è nuovamente autoassolta". "Cosa ci possiamo aspettare - ha aggiunto
- da un Parlamento che al suo interno ha tantissime persone con carichi
pendenti? Il caso Cosentino è lo specchio di una classe politica corrotta che,
non a caso, vuole sostituirsi alla magistratura".
Polemiche
sulla candidatura alle regionali. Da discutere nel Pdl resta ancora la
questione della candidatura di Cosentino alle regionali in Campania. Il nodo
verrà sciolto probabilmente domani nel corso dell'ufficio di presidenza del
partito ma gran parte della vecchia An continua a ritenere inopportuna una corsa
del sottosegretario alla presidenza della Regione. Oggi è la finiana Flavia
Perina a ribadire che "Cosentino non fa bene a insistere nel candidarsi. In
tutto il centrodestra è opinione diffusa che sarebbe più utile un passo
indietro, che alla fine credo ci sarà"
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Il Corriere del Mezzogiorno 9 novembre 2009
L'ACCUSA:
CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE CAMORRISTICA
Cosentino,
richiesta d'arresto alla Camera
Inoltrata
dalla Procura di Napoli alla giunta per le autorizzazioni a procedere di
Montecitorio
NAPOLI
- La richiesta di misura cautelare per il sottosegretario all'Economia, Nicola
Cosentino, sarebbe stata firmata e inoltrata alla Camera dei deputati per
ottenere l'autorizzazione a procedere. Non è dato sapere, ora, se la misura
riguarda la custodia cautelare in carcere o ai domiciliari. La notizia è
trapelata oggi in ambienti giudiziari, anche se i magistrati titolari
dell’inchiesta si sono rifiutati tutti di confermare l’indiscrezione.
CANDIDATO
PDL - Cosentino risulta
indagato per presunti contatti con il clan dei Casalesi nell’ambito di un
procedimento scaturito dalle rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia.
Nicola Cosentino, ricordiamolo, è il candidato in
pectore del Pdl per le
elezioni regionali della Campania.
IL
GIP - La misura cautelare
sarebbe stata emessa dal gip Raffaele Piccirillo, su richiesta dei pm Alessandro
Milita e Giuseppe Narducci. Da indiscrezioni, i magistrati ipotizzerebbero a
carico di Cosentino un concorso esterno in associazione camorristica.
Trattandosi di un deputato, il gip - come stabilisce la legge - ha disposto la
notifica dell’ordinanza al Presidente della Camera, con richiesta di
autorizzazione all’esecuzione del provvedimento. La documentazione sarà poi
inviata alla giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio, che dovrà
formulare una proposta per l’Aula. La posizione di altri indagati coinvolti
nello stesso procedimento, sui quali pendono richieste di misure cautelari,
sarebbe stata stralciata.
L'AVVOCATO -
Il legale di Cosentino, Stefano Montone, si è recato dal procuratore
Giovandomenico Lepore e dal gip Piccirillo. Il penalista negli ultimi tempi
aveva informato i magistrati che Cosentino era disponibile a presentarsi per
dichiarazioni spontanee o per rendere interrogatorio, ma gli inquirenti - ha
spiegato il legale - non hanno ritenuto di dover accogliere tali richieste.
LA
SOLIDARIETA' DEL PDL CAMPANO -
Il Popolo della libertà della Campania, in una nota, «esprime fraterna
solidarietà all’onorevole Nicola Cosentino, nella convinzione che presto si
dimostrerà l’assoluta estraneità del coordinatore regionale del Pdl, dalle
ipotesi di reato contestategli». «Resta inteso - conclude la nota - che il
Popolo della libertà della Campania non consentirà alcuna strumentalizzazione
politica dell’iniziativa intrapresa dalla magistratura».
Cosentino,
il candidato di Gomorra
L'accusa "Concorso esterno con i clan"
di
Davide Del Porto
L´impianto
iniziale dell´indagine è stato successivamente integrato dagli inquirenti con
ulteriore materiale investigativo e questo, oltre alla evidente complessità
della materia, ha determinato uno slittamento nelle conclusioni del gip
Piccirillo, magistrato al quale vengono riconosciute dagli addetti ai lavori
doti di correttezza e grande competenza. Il provvedimento emesso dal giudice
riguarda unicamente la posizione di Cosentino e verosimilmente non prende in
esame intercettazioni dirette o indirette in quanto non utilizzabili senza la
preventiva autorizzazione da parte delle Camere.
L´efficacia del provvedimento è sospesa in attesa delle determinazioni del
Parlamento. E l´indagato si prepara a replicare energicamente alle
contestazioni sia a Montecitorio che a Palazzo di Giustizia. La difesa del
sottosegretario ha chiesto al procuratore capo Giandomenico Lepore di
interrogare personalmente Cosentino.
La richiesta era stata formalizzata ieri mattina, prima che le indiscrezioni
sulla firma dell´ordinanza da parte del giudice assumessero contorni più
nitidi rispetto alle voci dei giorni scorsi, con quattro pagine firmate dagli
avvocati Stefano Montone e Agostino De Caro e corredate da severe
considerazioni. I legali hanno ripercorso le fasi che hanno accompagnato la
vicenda dall´ottobre 2008, quando L´Espresso pubblicò i primi verbali nei
quali il pentito Gaetano Vassallo chiamava in causa Cosentino, fino agli ultimi
giorni caratterizzati, scrivono i due penalisti, da una «pesantissima campagna
mediatica».
L´intera situazione, sostengono Montone e De Caro, «ha ormai poco di
processuale, toglie ogni sostanziale efficacia alla presunzione di non
colpevolezza e avvilisce i diritti di cittadino» del sottosegretario. Il quale,
rimarcano gli avvocati, «non chiede minimamente alcun trattamento differenziato
in dipendenza del ruolo politico istituzionale ma insiste per il riconoscimento
di spazi ordinari e minimi di esercizio dei propri diritti» ritrovandosi ad
essere «gravato da voci e sospetti da cui pure la Procura dovrebbe proteggere
ogni cittadino assumendo tempestive e adeguate iniziative di qualunque segno la
cui mancanza - si legge ancora - legittima e autorizza un incivile gioco al
massacro».
(10
novembre 2009)