Benvenuti e  buona navigazione!!!!  P.s. Ricordati di firmare il Guestbook

 

 

Dolmen e Menhirs

Le mura Messapiche

Perchè Muro

 

 

Chiesa Madre

Chiesa dell' Immacolata

Chiesa di S. Domenico

Chiesa del  Crocefisso 

Chiesetta di  S. Marina

Chiesetta di S. Maria di Miggiano

 

I Palazzi e le corti

Il Palazzo del Principe

Borgo Terra "Sutta Terra"

Le corti

 

 

Foto d'epoca

Foto odierne

 

 

Come arrivare

Alberghi-Agriturismo

Gastronomia

Numeri utili

Mappe

Cartina del Paese NEW

 

 

 

I muri a secco

Li Pajari

Il meteo secondo i vecchi contadini

 

Particolarità delle pajare: La costruzione trulliforme è la dimora più adatta per le nostre campagne, in quanto, considerando che le estati sono molto calde e gli inverni relativamente rigidi, grazie allo spessore delle “muraje”, tra il pietrame più piccolo utilizzato per colmare l’intercapedine si forma una camera d’aria che funge da ottimo cohibente della temperatura esterna. Pertanto la pajara all’interno presenta temperature miti in inverno e fresche durante la stagione estiva. Inoltre la sua struttura è anche resistente ai movimenti tellurici in quanto la passività della sua compagine muraria assorbe, in parte, le vibrazioni del terreno senza crollare. Le nostre pajare sono tutte munite di una o più scale esterne a spirale, ricavate dallo spessore della muraja; questo fa assomigliare l’intera struttura ad una gigantesca chiocciola. L’importanza della presenza delle scale è da addebitarsi alla possibilità di seccare fichi, peperoni ed altri alimenti al sole, alla necessità di effettuare dei lavori di manutenzioni sul tetto, ma, principalmente, la scala sembrerebbe essere un elemento necessario durante la costruzione del riparo, in quanto man mano che la struttura si ergeva verticalmente, il costruttore poteva salire il materiale usando i gradini della stessa scala (la cui costruzione, quindi, procedeva parallelamente a quella della pajara).

Caratteristica delle porte d’ingresso: Particolarmente interessante, riguardo la tecnica costruttiva, sono le varie soluzioni delle strutture e dei profili delle porte d’ingresso che, in genere, erano costruite basse.A tal proposito vi sono varie interpretazioni: per una migliore difesa dal freddo e dagli agenti atmosferici; per credenze pagane o religiose ( evitare alle “malumbre”, spiriti malefici, di entrare nel riparo; o, molto più probabilmente, per non alterare (nel caso la porta d’ingresso fosse più alta) la staticità dell’intera costruzione. 

Le varie soluzioni dei profili di tali porte, succedutesi nel tempo, ci forniscono un utile elemento per seguire l’evoluzione delle costruzioni in pietra a secco: dalla forma primitiva, con due elementi verticali ed un architrave (poggiante orizzontalmente su di esse), si passa all’architrave spezzata in due blocchi monolitici che anticipano il sistema del triangolo di scarico delle soluzioni più evolute. 

Nei profili più elaborati (e più recenti), si trova generalmente la porta ad arco (a tutto sesto, a sesto ribassato o acuto) sotteso da architrave.La porta poi, era costruita in legno d’ulivo, le cui assi venivano fissate mediante chiodi di legno. Mentre si innalzava la costruzione, da un lato venivano collocate due pietre (poste una sull’altra): quella superiore bucata verticalmente ed una inferiore scavata a mò di calotta sferica (a forma “de cùlu de murtàru”), in cui veniva infilato lo stante di legno (“stànturu”), a cui veniva fissata la porta (quando chiusa), mediante una serratura a chiavistello, anch’essa in legno (“mascatùra”).

Origine delle costruzioni trulliformi: L’origine di queste costruzioni è certamente antichissima, probabilmente megalitica, dato che restano a testimonianza di queste ipotesi le spècchie che, secondo il De Giorgi, hanno relazione di somiglianza nella struttura e nella forma e che furono, in origine, delle costruzioni analoghe ai trulli, elevate dall’uomo sia per abitazione che per difesa.

Clicca per ingrandire ...Pertanto bisognerebbe riferirsi alla preistoria pugliese e più precisamente entro un periodo di tempo che va dal 2000 a.C. alla fine dell’età del Bronzo (VIII sec. a.C.) anche se in verità, da noi, la capanna neolitica e le dimore dell’età del Bronzo e del Ferro, nulla hanno a che vedere con le costruzioni  a tholos. Gli scavi archeologici, sino ad oggi infatti, hanno soltanto restituito tracce di capanne in materiale vegetale impostate su un basamento di pietrame informe oppure resti di abitazioni a pianta quadrangolare coperte con tegole di argilla.

 Secondo altri studiosi il sistema costruttivo del “truddhu” è stato introdotto in Puglia dall’esterno; tale opinione sarebbe avvalorata dalla presenza di costruzioni analoghe in numerose zone del Mediterraneo. C’è chi vede come centri originari la Mesopotamia, l’Egitto, l’isola di  Creta, chi le coste dell’Africa settentrionale o i territori dell’Illiria ma in realtà, per quanto concerne l’Illiria, come è stato dimostrato, si è verificato il fenomeno inverso e cioè l’influenza della Puglia su tali terre (e non solo per quanto riguarda il trullo). Riguardo all’uso di tali costruzioni, possiamo dire che queste, in passato come ai giorni nostri, sono servite come abitazioni e che, in determinate epoche, siano servite come postazioni di guardia dalle quali osservare il nemico. Inoltre il non escludiamo che i “truddhi” abbiano un’origine più recente (rispetto alle altre ipotesi formulate), origine che potrebbe essere ricercata nelle numerose immigrazioni di epoca bizantina e nelle correlate attività agricole che in quell’epoca, proprio ad opera delle comunità monastiche, determinarono una profonda trasformazione dell’habitat rurale.  Per concludere circa l’irrisolto dilemma, una teoria che sembrerebbe attendibile è quella del Simoncini che vede tra le cause dell’architettura del trullo: l’importanza del dato geologico locale e l’organizzazione economica della società. Ciò vuol dire che la costruzione a trullo poteva poteva sorgere sempre e dovunque si realizzassero, come avvenne dalle nostre parti, quelle particolari ed adeguate condizioni economiche ed ambientali.

Le liàme: Con il termine liàma, indichiamo un riparo di campagna, con pianta quadrangolare o rettangolare e volta a botte. I muri perimetrali di tali costruzioni sono anch’essi, come nel caso dei ripari trulliformi, in pietra a secco, mentre la volta a botte è costruita grazie all’utilizzo di blocchi di pietra tufàcea (“pièzzi de càrparu”). Queste costruzioni permettevano una terrazza più spaziosa di quella del trullo, per i diversi usi, come essiccare le “fiche”, per cui il termine liàma deriva dalla loro ampia terrazza (in effetti nel dialetto salentino “liàma” = terrazza). La scaletta che porta alla terrazza della liàma è ricavata esternamente su uno dei due lati più lunghi. Prima che per la copertura di tali costruzioni si usasse la volta a botte, per tale scopo erano utilizzate tegole in terracotta (“ìmbrici”), quasi sempre a due spioventi.

 

 

 Scopri il meteo di Muro

 

 

  Sfondi Desktop  NEW

  Screen saver      NEW

 

 

Luglio

Agosto

Settembre

Feste e sagre

Lu Porcu meu

 

 

www.anticocamino.it

www.lecceweb.it

www.insalento.it

www.netcompass.it

 

Em@il : atjdep@inwind.it
Web Master: De Pascali Pierluigi 
Aggiornato il 10/02/2003