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Il
borgo Terra o "sutta terra"
Nel
1999, in coincidenza con la ristrutturazione del Palazzo del
Principe l'amministrazione Comunale ha chiesto la consulenza
dell' insegnamento di Archeologia Medievale presso l'Univeisità
di Lecce, per compiere alcuni saggi di scavo nella zona interessata
dai lavori. Le sorprese venute fuori dai resti archeologici
di età tarda medievale e rinascimentale rinvenuti all'intemo
del palazzo hanno spinto gli studiosi a formulare delle ipotesi,
affascinanti e suggestive per il borgo Terra di Muro Leccese.
Alla famiglia Protonobilissimo è attribuita la costruzione,
nel XVI secolo, del Palazzo signorile, il Palazzo del Principe,
che gli abitanti di Muro, ancora a metà ottocento chiamano "castello".
Sembra, quindi, che la struttura fortificata più antica sia
stata, in parte, inglobata dal palazzo signorile, il cui perimetro
non coincide con quello del castello precedente. Questa ipotesi
trova riscontro in due testimonianze storiche. Nel catasto onciario
di Muro, redatto nel 1682, si legge che la Corte baronale possiede
una casa di fianco al palazzo vecchio attaccante alle muraglie
e al castello di Muro; si distingue quindi, la residenza dei
principi dal castello vero e proprio. Inoltre il De Giorgi,
alla fine dell'ottocento, scrive che l'abitato di Muro Leccese,
può dividersi in due parti: una rappresenta l'antico paese,
la Terra l'altra quello più recente; la Terra è chiusa e asserragliata
all'ombra del palazzo e del castello baronale dei Protonobilissimo.
Gli scavi eseguiti all'interno del palazzo del principe, ed
in particolare, il rinvenimento di un tratto di muro di fortificazione
anteriore al XV associato al percorso seguito dal fossato che
circondava il palazzo, ha consentito di formulare delle ipotesi
di ricerca sulla configurazione planimetrica del borgo medievale
murese, comunemente denominato "Sutta Terra': In parte
l'impianto originario è stato rimodellato da una serie di costruzioni
del settecento ed ottocento distribuite in modo disordinato
nella maglia di isolati modulari, circondato ad Ovest da Via
San Pio (un tempo via Fosso), a Nord probabilmente da via Sac.Vito
Maggiulli, ad est da via Isonzo (già via Brongo che portava
verso l'omonimo casale, oggi Parco SS. Crocefisso, formatosi
in età normanna ed abbandonato nel corso del cinquecento). L'anello
si chiude a Sud con i resti del fossato che oggi prospettano
su Piazza del Popolo e nell'atrio del palazzo del principe.
All'interno del perimetro del fossato si possono notare i resti
di una viabilità regolare, con arterie ortogonali, il che fa
pensare ad una organizzazione intema, come nel caso della cittadella
fortificata di Acaya. L'impianto di Acaya del XVI secolo con
il coevo castello, attribuiti a Giangiacomo defl'Acaya non sembrerebbe
quindi essere un caso isolato di rístrutturazione di un intero
borgo tra il XV e il XVI secolo. Si potrebbe dunque ipotizzare
che il Salento, in questo travagliato periodo è stato teatro
di un fenomeno generalizzato, che non prevedeva la semplice
ristrutturazione o l'ampliamento di opere di difesa, ma anche
e soprattutto la ripianificazione urbana che coinvolse diversi
piccoli centri. Nella zona Nord del Palazzo del principe a testimonianza
di queste ipotesi è stato portato alla luce un fossato profondo
circa quattro metri ricavato nella roccia, e un tratto di muratura
con il toro, caratteristica modanatura delle fortificazioni
militari della fine del XV secolo. Inoltre nel cortile del palazzo,
adiacente alla fortificazione, è stato individuato un viottolo
in cui erano ricavate nella roccia delle fosse granarie di splendida
fattura. E' evidente quindi che a seguito della strage di Otranto
del 1480 i centri medievali del Salento si riorganizzarono e
si fortificarono. Di conseguenza nasce in questo periodo un
nuovo assetto urbano all'interno del borgo: le strade strette,
le costruzioni, a volte a due piani arroccate in un fazzoletto
di terra fungono da veri e propri rifugi: L'esempio di Muro
Leccese, nello specifico, costituisce un modello esemplare di
Città di nuova fondazione nel Salento, offrendo un' ímportante
possibilità di indagine attraverso l'archeologia urbana, grazie
alle ottime condizioni di conservazione del borgo che ha già
rivelato delle potenzialità notevoli per la restituzione di
testimonianze storiche e architettoniche dell'età medievale
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