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LA
CHIESA DELL'IMMACOLATA
Questa
chiesa, raro gioiello per la sua linea architettonica è stata
progettata
dall' architetto e scultore Emanuele Maria Agostino Orfano (Alessano,
1753-1842) personaggio noto anche per i suoi ideali patriottici
negli anni del Risorgimento italiano, il quale usciva dalle scuole
del Damiani e del De Palma. La costruzione del tempio, che è di
fronte a quello dell'Annunziata, da cui dista un duecento metri,
e guarda sulla
Piazza del Popolo, poggia, in parte, sui ruderi di una più antica
chiesetta che aveva lo stesso titolo già fin dalla metà del Cinquecento,
e che ospitava fin dagli inizi del Seicento (certamente prima
del 1614) un fiorente e ricco sodalizio (o confraternita) detto
della Concezione. Fu appunto per opera di quei "sodales"
che si costruì la nuova chiesa, di cui fu posta la prima pietra
il 27 giugno 1778. L'impronta dell'Orfano, che seguì lavori
in tutto il Basso Salento, si nota nella impostazione svelta e
spigliata dell'assieme (la chiesa è a una navata) dell'edificio,
a forma ellittica, e dell'altare,
che è anche opera sua. I "maestri" costruttori furono
Francesco e Giovanni Chiri. I lavori interrotti per mancanza di
fondi, furono ripresi nel 1784. Per la volta, che mancava, fu
usata la pietra della tenuta "Gallo", in agro di Giuggianello.
Il tempio fu aperto al culto nel 1787, sotto il priorato di Antonio
Ferramosca (ma benemerito del sodalizio era stato, in precedenza,
Giuseppe de Bellis, come in seguito sarebbero stati Giuseppe Fiore
e Pantaleo e Tommaso Maggiulli). Nello stesso anno fu acquistato
da Napoli il bell'organo. L'anno seguente (27 gennaio 1788) fu
deliberata la costruzione dell'altare, su disegno, come si è detto,
dell'Orfano. L'acquasantiera in marmo, che reca il nome dei Protonobilissimo,
proviene dalla chiesa di S. Domenico. La bella scultura dell'Immacolata
sul portale è, opera di Vito Carluccio, che fu autore, tra l'altro,
del monumentale obelisco fuori Porta Napoli, a Lecce, eretto nel
1820 in onore di Ferdinando I, il quale veniva in visita. Le tele
all'interno della chiesa, a cominciare da quella sulla parete
interna della facciata (di Giovanni Grassi, 1833), sono impostate
tutte su temi mariani, eccettuata quella di destra nella zona
del presbiterio (Gesù che sana il paralitico). Per la maggior
parte, non hanno rilevante valore artistico, se si eccettua, in
qualche modo, quella dell'immacolata, che sovrasta l'altare. Nei
riquadri a destra dall'ingresso, si nota: la Vergine e Santa Elisabetta,
la presentazione di Gesù al tempio, l'Assunta a sinistra: l'Annunciazione,
la presentazione di Maria al tempio, la nascita di Maria (gli
ultimi due argomenti fanno parte della letteratura popolare, derivata
dai vangeli apocrifi). La tela a sinistra nella zona del presbiterio
(una Madonna) è probabilmente motivata da un ex-voto di Alessandro
Maggiulli (1814). Dagli archi sottostanti ai due contrafforti
che poggiano sulle pareti esterne di destra e di sinistra (eretti
nel 1820) si entrava nel paese, come osserva il Maggiulli, prima
che fosse costruita la strada per Maglie. Superato l'arco di destra,
ci si imbatte, imprevedibilmente, nella chiesetta dei Santi Medici
edificata alla fine del secolo scorso e restaurata circa mezzo
secolo fa.
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