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LA CHIESA MADRE

La chiesa Madre di Muro, dedicata alla SS. Annunziata, venne costruita tra il 1680 e il 1693 su disegno degli archi­tetti muresi Francesco Milanese e Giovan Battista De Bellis. E’ una costruzione in pietra leccese a tre navate, misura 30 metri di lunghezza e 18 di larghezza. L’imponente facciata in pietra leccese contiene un bel portale settecentesco. L’altare maggiore è della prima metà del XVII secolo e proviene dalla chiesa di San Domenico; è scolpito in diversi marmi pregiati da Ignoti. Il Crocifisso al centro dell’altare è in legno, lavorato arti­gianalmente ed è stato donato dal parroco nel 1992 a ricor­do del 50° di apostolato a Muro di mons. Luigi Montinaro. Davanti alla Mensa il paliotto in legno del XVI secolo, di Scuola Napoletana, presenta la Vergine con il Bambino al centro e due Angeli e due Santi ai lati. Il primo altare, della navata di destra, è dedicato a sant’Oronzo, protettore di Muro. La tela del 1724 rappre­senta il Santo. Ai lati si trovano le statue san Giusto, santa Lucia a destra, mentre quelle di san Fortunato e sant’Irene a sinistra. Collocata in basso si trova scolpito il martirio di sant’Oronzo. Il secondo altare è quello della Passione. La tela del Manfredi, del XVII secolo, rappresenta Gesù nel Geisemani. Le statue sono dei quattro Evangelisti. In basso­rilievo è ripetuto il tema della tela e ai lati vi è la Crocifissione. Nella navata destra troviamo per primo l’altare di san Giuseppe, costruito nel 1781. Il quadro, realizzato da Bruno Mancinelli nel 1874, ci mostra il Santo con il Bambino in braccio. Le statue, in pietra leccese, sono quelle di san Girolamo, san Gioacchino, san Nicola e san Liborio. Nel secondo altare, della prima metà del XVIII secolo, si trova la pregevole tela di sant’Anna e la scultura di san Michele Arcangelo. Inoltre troviamo l’altare dedicato alla Madonna del Carmine. Il dipinto, della prima metà del XVII secolo di pittore Ignoto, raffigura la Madonna tra san Francesco di Paola e san Carlo Borromeo. I cinque meda­glioni rievocano fatti storici dell’Ordine Carmelitano. L’altare a sinistra della crociera, quello dell’Annunziata, alla quale è dedicato il tempio, è l’opera più pregevole. Del pittore Manfredi Letizia, del XVII secolo, sono le tele dell’Assunta e dell’immacolata, mentre la tela più grande dell’Annunziata è di autore Ignoto del XVIII secolo. L’ altare a destra della crociera, delicatamente scolpito, è dedicato a sant’Antonio di Padova, costruito nel 1714 per volere di Caterina Pignatelli. Il coro ligneo, posto dietro l’altare maggiore, fù restaurato in occasione del terzo Centenario della Chiesa madre dal giovane albanese Antonio Musai con l’apporto di alcuni artigiani locali , della seconda metà del XVIII secolo. Ai lati del Coro, due grandi tele del pittore Serafino Elmo, della prima metà del XVII secolo, occupano l’intere pareti. A destra, la tela di m. 4,72 x 7,52 rappresenta Davide che danza davanti all’Arca. L’Arca è simbolo dell’Alleanza tra Dio e Israele. Costruita dopo la schiavitù d’Egitto, segue le drammatiche vicende del popolo; Davide la farà collocare sul monte Sion (2 Sam. 61): tutto si svolge in un clima di gioia. A sinistra, l’altra grande scena m. 4,27 x 7,52 descrive Eliodoro del libro dei Maccabei (3,22-27). Seleuco, re di Siria, incaricò Eliodoro di prendere con la forza, dal tempio di Gerusalemme, il tesoro che serviva per il sostentamento delle vedove, ma giunto nel tempio, Eliodoro non fece in tempo a mettere le mani sul tesoro, perché un cavaliere misterioso gli sbarrò la strada e per mezzo del cavallo lo mise a terra e due giovani lo flagellavano senza posa. I dipinti sopra i finestroni del coro, quelli di san Pietro e Paolo, sono dell'artista Liborio Riccio. Sempre del Riccio sono le tele a fianco dell’altare maggiore; a sinistra quella del Sacrificio di Abramo (m. 3,50x5,70) e a destra dell’altare, quella di Melchisedec, re di Salem, che offre il vino ad Abramo, dopo aver riportato la vittoria sui nemici (Gn. 14,18) e la liberazione del nipote Lot (m. 3,50x5,70). Al centro, sopra la porta principale, in fondo alla chie­sa, si trova il grandioso dipinto del Riccio (m. 8,00X5,50), della seconda metà del XVIII secolo. Qui viene presentato Gesù che scaccia i mercanti dal tempio. La scena è movi­mentata: domina la figura di Gesù, in alto, con il braccio sollevato, sotto, i mercanti raccolgono le mercanzie in tutta fretta, per metterle al sictìro (Mt. 21,12-13; Mc. 11,15-18; Lc. 19,45-48).  Sul fonte battesimale, di Antonio d’Orlando è la tela di san Giovanni Battista, della prima metà del XVIII secolo. Nella navata centrale, si trova il pulpito, in legno dipin­to, della seconda metà del XVII secolo; l’autore è ignoto. Nello stesso punto, dall’altra parte, vi è l’Olio su tavo­la che raffigura sant’Oronzo, anche questo è di autore Ignoto della seconda metà del XVII secolo. I dipinti sulle arcate della navata centrale rappresenta­no le virtù: l’immagine della donna sdraiata rappresenta la fortezza; poi c’è la clemenza con un ramoscello d’olivo nella mano destra; con due bambini al petto viene descritta la carità; la penitenza con il bacio alla Croce; la purezza con la colomba al petto; la mansuetudine con l’agnello in brac­cio; Gioele con il mantello in mano e Sisara in un mantello rosso. Nella navata sinistra si trova invece la temperanza con una tanaglia in mano e un angelo sulle spalle; la fede con il libro per terra, il calice in mano e la croce alle spalle; la vigi­lanza con la lampada in mano e l’Amore in atto di adora­zione; la speranza con le mani incrociate sul petto e la giu­stizia con in mano la bilancia e la spada; infine troviamo Giuditta e la testa di Oloferne. Nella  sacrestia si trovano diversi dipinti del XVIII secolo: la portella dell’Ecce Homo, di pittore Ignoto, le tele della Madonna con Bambino tra santa Caterina da Siena e santa Caterina d’Alessandria, anche queste di autore Ignoto. E’ il richiamo a vivere tina fede autentica, incar­nata nella vita. Ai lati della porta, a destra, si trova il martirio di sant’Oronzo, di Serafino Elmo, della prima metà del XVIII secolo (m.6,40x3,38). Diviso in due piani: in alto la simbo­logia del martirio e la festa in cielo; in basso, il Vescovo martire circondato da una folla di personaggi. A sinistra, del medesimo autore è la Conversione di Oronzo.Tra l’altare maggiore e quello dell’Annunziata si trova l’Olio su tavola che raffigura san Francesco Saverio, l’autore è Ignoto locale deI 1768. Di Donato Antonio d’Orlando, del XVII secolo, sono i dipinti della Sacra Famiglia e la Madonna tra il Battista e san Francesco. La tela che raffigura Gesù sotto la Croce è di Ignoto del XVI secolo.

 

 

 

 

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Aggiornato il 10/02/2003