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Muretti a secco

Le prime costruzioni rurali che da tempi remoti furono erette su questa terra di sassi, probabilmente sono stati i muri a secco.

Assoggettare la terra del nostro territorio ha comportato da sempre una dura fatica per i nostri contadini; per bonificarla è stato necessario rompere la roccia affiorante, ed i sassi ottenuti da questa operazione si ammucchiarono senza ordine lungo i margini del campo. Sorsero così i primi argini di pietre, voluti dalla necessità, e diventati limite del campo medesimo. Poi il mucchio di pietre informe, prese un aspetto definito, prese forma e dimensioni, si sollevò dal terreno, si snellì e assunse delle particolari caratteristiche e funzioni specifiche a seconda dello scopo al quale venne destinato.

Per questo si sviluppò un’arte che, da padre in figlio, venne tramandata attraverso i secoli (“paritàru”).

Tecnica costruttiva dei muretti a secco: La tecnica costruttiva è relativamente semplice: individuato il banco di roccia (generalmente presente sotto pochi cm. di suolo fertile), si costruisce la base composta da due file parallele di pietre grosse sulle quali si appoggeranno le altre, cercando di giustapporre le facce in modo da lasciare il minor spazio vuoto tra l’una e l’altra; gli interstizi vengono poi riempiti da materiale più fine. Raggiunta l’altezza desiderata, la copertura è generalmente effettuata con lastre di pietre poste di taglio. Infine si chiudono le eventuali fessure delle facciate inserendovi a forza schegge e scaglie di pietra.

La particolarità dei “muri paralupi”

I “paretoni” che, in particolare, recintano alcune masserie, presentano un elemento che li differenzia dagli altri muri a secco; la zona terminale del muro è infatti costituita da un cordolo rialzato effettuato con grosse pietre piatte (“cappeddthi”), che sporgono dal muro (verso l’esterno), in modo da impedire agli animali selvatici di arrampicarsi e penetrare all’interno del recinto, là dove ci sono appetitosi animali domestici: conigli, galline, ecc…In particolare questo tipo di muro è stato costruito per fronteggiare i lupi (un tempo molto frequenti nel nostro territorio), da ciò deriva la loro denominazione: muri “paralupi”.

Funzioni e varietà dei muri : L’uso di tali muri, nonostante la tecnica costruttiva sia rimasta nei millenni invariata, ha seguito l’evolversi del paesaggio agrario ed il processo storico che lo ha plasmato. Pertanto abbiamo muri di tutte le età e caratteristiche: da quelli messapici, con la loro perfetta struttura a blocchi squadrati poggiati orizzontalmente, a quelli “patrizi” (svolgevano il compito di cingere tenute e poderi appartenuti a casati di gran nome), eretti con maestria da esperti “paritari” ed attraversati da feritoie (“chiàviche”) per permettere il flusso dell’acqua piovana, a quelli “plebei”, costruiti dallo stesso contadino a delimitazione della microproprietà (“chisùre”). Ma oltre ai muri adoperati come limite, ve ne sono altri costruiti in difesa delle colture dagli agenti atmosferici, specie lungo il litorale marino. Un’altra funzione è quella dei muri che chiudono pochi metri quadrati di suolo, formando un recinto per gli animali (“ncurtatùru”).

 

 

 

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Aggiornato il 10/02/2003