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H.G. Wells: una biografia

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Divenuto scrittore di romanzi quasi per caso  Wells è  l’inventore di temi di fantascienza che troviamo oggi comuni in molte opere letterarie e cinematografiche: dall’invasione degli alieni all’uomo invisibile, dal viaggio nel tempo alla sperimentazione genetica.  Un genere fantastico assai poco realistico ma molto efficace per far immaginare nuovi mondi e situazioni ai lettori del suo tempo come ai giorni nostri, genere con spunti differenti dal nobile predecessore, Verne, i cui libri erano intessuti della meraviglia per la scoperta scientifica e il mistero dell’avventura.


 

Herbert George Wells nasce nel 1866 a Bromley, in Inghilterra in una famiglia di condizione modesta con il padre giocatore di cricket e possessore di un piccolo negozio di ceramiche. Da lui eredita la passione per  la lettura, attività che coltiverà frequentando assiduamente la locale biblioteca.

Nel 1880 deve abbandonare il college per le peggiorate condizioni economiche della famiglia: il giovane Herbert deve contribuire cercando un lavoro. Ci prova in diversi modi, in una ditta di tessuti, in una farmacia e altro ma viene puntualmente licenziato quando, dopo due anni di tentativi riesce ad ottenere prima un impiego come assistente in una scuola e poi, nel 1884, ad avere una borsa di studio e andare al Royal college of science and technology di Londra dove rimarrà tre anni. Ancor prima della laurea in zoologia, ottenuta nel 1890, già da due anni aveva cominciato ad insegnare.

Uno sfortunato evento come l’emorragia polmonare che lo colpì nel 1893, diede inizio alla sua attività di scrittore. Wells costretto a letto per un lungo tempo si dedicò alla stesura di articoli di tono saggistico per molti giornali e riviste e nello stesso ’93 pubblicò A textbook of biology, un manuale di biologia, appunto.

Nel 1895 riesce a pubblicare contemporaneamente un volume di racconti, The stolen bacillus and other incidents e i romanzi The time machine: an invention e The wonderful visit.  Da subito ebbe la nomea di scrittore di grande inventiva e vigore.

La serie di romanzi continua praticamente a ritmo serrato e vengono così alla luce in rapida successione The island of dr. Moreau (1896), The invisibile man: a grotesque romance (1897), The war of the worlds (1897), When the sleepers wakes: a story of years to come (1899), The first man in the moon (1901). La notorietà e la fama raggiungono in questo modo una dimensione mondiale.

Raggiunta la grande notorietà e il benessere economico, Wells comincia a rivedere il suo atteggiamento e le tematiche da lui affrontate in un’ottica diversa. Anche a causa dello scoppio della prima guerra mondiale, comincia ad interessarsi alla politica e a formulare idee particolari sulla costituzione di uno “Stato universale” (aderì ad una corrente socialista chiamata “fabianesimo” e riuscì persino ad esporre personalmente le proprie idee a Roosvelt e a Stalin).

Di quest’ epoca sono quattro saggi nei quali espone le sue teorie, e due romanzi utopici nei quali ci sono visioni del futuro in chiave positiva. Il vecchio Wells vedeva la Scienza come un oscuro e misterioso potere negromantico di difficile controllo e di incerte conseguenze; adesso la Scienza viene vista come mezzo per migliorare le condizioni umane e attraverso la quale ricercare il Bello, il Vero e il Giusto.

Questa visione ottimistica verrà purtroppo offuscata di nuovo con lo scoppio della seconda guerra mondiale. I suoi ultimi scritti ci fanno tornare in mente lo Wells delle origini: con The fate of Homo Sapiens (1939) e Mind at the end of its tether (1945) l’autore sembra condannare definitivamente l’umanità verso la fine senza possibilità di salvezza.

Tormentato da queste oscure visioni muore a Londra nel 1946.

11/01/2003

Un'immagine dello scrittore

 

 

 

 

 

Una copertina storica dell'edizione italiana de"L'isola del dottor Moreau"