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Una lama per aprire nuovi mondi |
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Secondo libro della trilogia
“Queste oscure materie”, La lama sottile, seguito de La
bussola d’oro, ci fa viaggiare attraverso i Mondi. Avevamo lasciato la giovane
protagonista, Lyra, mentre attraversava un portale per andare in un mondo
sconosciuto e qui la ritroviamo, in un mondo apparentemente uguale a
quello da dove è venuta (la stessa città, Oxford), ma con innovazioni
tecnologiche a lei sconosciute e, soprattutto, dove le persone non hanno i
daimon, quella sorta di “personificazione della coscienza” che si
rivela sotto forma di un animale e che accompagna sempre gli uomini. In questo nuovo mondo, che
poi è il nostro attuale, Lyra incontra Will, il giovane che sarà
predestinato a portare la Lama Sottile, uno strumento incredibile:
al pari dell’aletiometro che permette di conoscere la verità,
quest’ultimo ha la capacità di aprire porte su mondi differenti e
viaggiare su questi mondi “in parallelo”. Il libro riprende l’intreccio
e alcuni dei personaggi del primo volume, da Lord Asriel che troviamo
impegnato a radunare un enorme esercito per combattere l’Autorità, alle
streghe che aiuteranno Lyra nella sua missione, a Lee Scoresby che troverà
il personaggio che lega i destini di Lyra e Will: il padre di
quest’ultimo che, finito casualmente nel mondo di Lyra dovrà rimettere
“a posto” questi differenti universi che in qualche modo stanno
interagendo fra loro. Vi è inoltre la vicenda della
Polvere che, seppur chiamata in modi diversi (Materia Oscura), è stata
scoperta anche negli altri mondi: adesso cominciamo a capire di che cosa
si tratta e delle straordinarie qualità che la contraddistinguono. Un secondo libro comunque assai
più fiacco del primo dove le invenzioni erano continue e incessanti, qui
l’intreccio si fa faticoso e a volte difficile da seguire. Tutti questi
mondi che si aprono sotto il taglio della lama sottile finiscono per far
perdere un po’ il filo al lettore (e forse anche allo stesso autore,
ricordiamo il pur bravo Philip Pullman). 28/12/2002 |