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Il salmone del dubbio |
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“Il salmone del dubbio” NON è purtroppo l’ultimo libro di Douglas Noel Adams. Non lo è perché Douglas è morto prematuramente quasi due anni fa ormai, stroncato da un infarto a soli 49 anni. Con Il salmone del dubbio, uscito recentemente per Mondadori, si è voluto dare alle migliaia di fans dell’autore della mitica “Guida galattica per gli autostoppisti” la possibilità di conoscere il loro beniamino anche al di là dei suoi successi letterari, nella vita privata e negli articoli che scriveva per le riviste e per il Web. Si scoprono così molti aspetti che, anche se sospettavamo, ci vengono confermati: Douglas Adams era un po’ “fuori”, un vulcano di idee e di iniziative, appassionato di tecnologia e un temerario precursore dello sbarco su internet (fa impressione leggere i suoi articoli usciti su Mac users nel corso di tutti gli anni ’90). Veniamo a conoscere un autore con i suoi problemi: le sue crisi di “produttività”, il fatto che non è facile scrivere, le vicissitudini legate alla produzione del film più volte rimandato e mai realizzato (fino ad oggi, se posso dirlo) della Guida, le sue passioni: la tecnologia, appunto, internet, la biologia che lo porterà ad intraprendere imprese a dir poco bizzarre (scalare il Kilimangiaro travestito da rinoceronte. Non ci credete? Quasi la normalità un fatto del genere nella sua vita!). “Alla radio vari esperti dissero la loro. Alcuni sostenevano che la cometa (…) si sarebbe disintegrata nell’atmosfera. Un’equipe di astronomi indiani diceva che, lungi dal colpire la Terra, sarebbe passata a molti milioni di chilometri di distanza prima di andare a schiantarsi sul sole. Le autorità britanniche dichiaravano che avrebbe fatto qualunque cosa gli americani dicessero che avrebbe fatto”. Douglas Noel Adams, orgoglioso del fatto che le sue iniziali fossero DNA, del fatto di essere inglese (e quante volte se la prende con gli americani. Non sanno fare il tè, soprattutto), vivo spettatore della vita contemporanea e come tale testimone e fedele scrivano delle stranezze e delle incongruenze del mondo; spesso quello che scriveva e che sembrava così bizzarro poi scopriamo essere un fatto realmente accaduto. Lo conosciamo meglio con questo libro, entriamo nella sua vita privata. Anche perché questi sono ritagli della sua vita: è il materiale che è stato trovato negli hard disk dei suoi quattro computer (sempre fedele al Mac), selezionato e offertoci quasi senza mediazione. Si parte dalla lettera che, dodicenne, scrisse alla sua rivista preferita, si attraversano i suoi articoli, le sue riflessioni (dal tè, al whisky, ai Beatles, a internet e la tecnologia, la natura, le sue vicende personali…), fino ad arrivare all’ultima parte di questo libro-patchwork: Il salmone del dubbio, il libro a cui stava lavorando e che è quindi incompiuto. Strano, bello, curioso, che inevitabilmente ci lascia l’amaro in bocca: la curiosità del “chissà come andrà a finire” frustrata dalla consapevolezza che nessun Douglas Adams lo porterà mai a termine. 08/03/2003 |
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