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Solomon Kane, un eroe da rivalutare |
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Se
Salieri non fosse stato un contemporaneo di Mozart, ora godrebbe
certamente di fama maggiore. E se Robert E. Howard non avesse concepito Conan
il barbaro, oggi lo ricorderemmo come il creatore di Solomon Kane.
Il successo del Guerriero dell'era Hyboriana oscurò infatti tutti gli
altri personaggi del 'Bardo di Cross Plains', relegandoli nel limbo
letterario dal quale non sarebbero emersi mai più. Ora,
grazie agli sforzi dell'Editrice Nord e di Gianluigi Zuddas, Solomon
Kane ha finalmente guadagnato il posto tra i classici che gli spettava
di diritto. Le sue avventure sono state raccolte in un gradevole volume
che contiene quelle scritte da Howard, degnamente completate ove fossero
incompiute, più due racconti di Zuddas che danno inizio e conclusione
all'intera saga. Si
tratta di un'epica che ha pochi punti di contatto con l'Heroic Fantasy a
cui Tolkien ci ha abituato, soprattutto perché Kane è un eroe
davvero atipico. Torvo nell'aspetto e paludato di nero come si confà ad
un cacciatore di streghe, Kane è il classico spadaccino dai nervi
d'acciaio, uno zelota che, forte del coraggio del giusto affronta impavido
orrori innominabili e creature demoniache. Sfuggito alle persecuzioni dei
Tudor, questo puritano d'acciaio dallo sguardo di falco erra per terre
strane ed esotiche alla ricerca del male, per purificarlo col fuoco e
l'acciaio della sua spada. Kane
è un fanatico che porta avanti la sua crociata personale: la mano del
Signore lo guida e giammai può fallire, la morte non ha alcuna importanza
per lui, ciò che conta è dar degna prova di sé. Duro e puro: non
esistono aggettivi più calzanti per questo personaggio protagonista di
storie fantastiche ed avvincenti, che mostrano tutti i canoni del comune
romanzo d'avventura riuscendo ugualmente a sorprendere. All'erranza,
che è un carattere tipico della fantasy si aggiungono influenze
decisamente lovecraftiane unite in un
mix che era ed è tutt'ora molto originale.
16/11/2002
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