23 MARZO 2002

Verso lo sciopero generale

Milioni di bandiere e di berretti rossi. Una manifestazione di parte, dirà il segretario della CISL al congresso della Margherita, subito fischiato. Ma non è il giorno dell'orgoglio della appartenenza. I tantissimi pensionati venuti con fatica da ogni parte di Italia, i giovani al margine del lavoro e i "lavoratori garantiti", come si diceva una volta, marciano, parliano e ragionano insieme, lieti del sole e dei compagni ritrovati. Ci interroghiamo su uno scontro che sarà lungo e su cui occorre costruire la massima unità.

Il TIR dei Social Forum è un'isola di musica, di allegria, da cui partono essenziali messaggi di unità, di solidarietà, di lotta, di rifiuto del terrorismo, complice dei progetti repressivi della destra, in Italia e nel mondo.

Cofferati parla dal palco, brevemente. Non lo dice, ma un mese fa non era affatto detto che si arrivasse a questa manifestazione e alla proclamazione dello sciopero generale. Il congresso della CGIL, da lui aperto in maniera interlocutoria, si è via via pronunciato in questo senso, fino alla decisione finale, liberatoria.Chi si è sempre battuto contro la linea dei sacrifici ha vinto. Cofferati ragiona piano, non cerca gli applausi. I compagni lo ascoltano attenti, ritrovandosi in questo o in quel punto (il diritto al lavoro e alla dignità nel lavoro, le pensioni, la scuola, la sanità, la solidarietà internazionale ecc.). E' attento a non superare quelli che considera i limiti di un movimento sindacale. Certo, è un riformista che parla, nulla di più, ma certamente nulla di meno. Un valido interlocutore per il movimento contro la globalizzazione capitalista e la guerra.

Il Governo dice "Noi tireremo dritto." La maggioranza parlamentare blindata che gli ha regalato il maggioritario potrebbe garantirgli altri quattro anni di governo, fino a superare e far dimenticare queste giornate. Ma potranno le imprese resistere ad una o, probabilmente, più giornate di sciopero generale? Si apriranno delle contraddizioni all'interno della Confindustria? E' su questo fronte, credo, che questo governo, emanazione della Confindustria, potrà essere sconfitto.

Le giornate di sciopero costano, sui salari e per le ritorsioni padronali. Giornate come quella del 23 ridanno forza e speranza, consentendo di guardare oltre i telegiornali e la televisione di regime, uscendo di casa e ritrovandoci.

L'unità che la società italiana sta costruendo attorno ai lavoratori può dare loro la forza per vincere.

 

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