I pensieri di Dario FO
Diteci
almeno chi e' lo
sceneggiatore!
C'e'
voluto il linguaggio
brutale di
Berlusconi per
risvegliare la
sinistra con frasi
tipo: "saprei
io dare una ragione
vera al sindacato e
alla sinistra per
fare uno sciopero
generale".
Ed ecco
all'improvviso e'
sbucata dappertutto
una marea di gente
festante, a fare
girotondi per le
strade e a
sbeffeggiare il
presidente e il suo
governo azienda.
Subito i profeti di
sventura e alcuni
ministri hanno
ululato di gioia
prevedendo la
spaccatura
dell'Ulivo, la sua
vaporizzazione.
Invece non e'
successo.
E anche il
sindacato, che
pareva diviso, s'e'
riconciliato. Ma non
tutte le previsioni
sono andate a vuoto.
Il ministro ha
annunciato terrore e
morte ed ecco
puntuali sono
arrivate le bombe e
un assassinio. Biagi
e' stato ucciso, era
un tecnico, un
professionista che
aveva collaborato
con Prodi e D'Alema
prima che con Maroni,
un uomo stimato da
tutti i suoi
colleghi, anche da
quelli che non la
pensavano come lui.
E si scopre che gli
era stata negata la
scorta, nonostante
le numerose minacce
ricevute e il
precedente
dell'assassinio di
D'Antona (20 maggio
1999).
E poi salta fuori
questo comunicato
delle Brigate Rosse,
che e' di per se' un
atto di truculenza
letteraria,
agghiacciante. 26
pagine quasi senza
punti e virgole, con
frasi di 24 righe,
con dodici periodi
subordinati e
casuali a raggiera
su tre livelli, in
burocratese
impiegatizio
isterico leninista
anni '70
anfetaminico.
Chiaramente il
messaggio e' scritto
da uno psicotico ma
gia' il governo
punta il dito sui
centri sociali e
no-global e chiede
al sindacato di
isolarli e impedire
loro l'ingresso alle
manifestazioni. Fa
proprio come Sharon
con Arafat; o
arresti i terroristi
di Hamas o ti
bombardiamo.
Non capisce Maroni
che i no-global e
quelli dei girotondi
e quelli che
scendono in piazza
coi sindacati sono
gli stessi. Non
vuole credere che
questo sia il
movimento piu'
pacifico apparso in
Italia da sempre.
Non chiediamo la
rivoluzione. Ci
accontentiamo di un
po' di legalita'
capitalista. Dateci
almeno quella.
Ma ecco, e' gia'
partita la caccia ai
cattivi maestri. E
io e Franca ci
troviamo subito
indicati tra questi.
Abbiamo osato
parlare turbando il
riposo del
Presidente. Ma lo
abbiamo fatto con
ironia e pacatezza,
non abbiamo
avvelenato il clima
politico, noi.
Lo ha avvelenato chi
usa la costituzione
per lavare i
pavimenti del
conflitto di
interesse e del
falso in bilancio. E
chi ributta in
patria gente che
fugge stremata,
spesso da torture e
persecuzioni
inaudite e si
ritrova a finire
direttamente, di
nuovo nelle mani dei
suoi aguzzini.
Questo governo non
ha pieta' per
nessuno, tranne che
per se stesso.
La mancanza di
pieta' e' una colpa
tragica. Non
prendetevela con noi
che, nonostante
tutto, continuiamo a
cercare di ridere.
Ridiamo di voi
certo, ma di chi
altro dovremmo
ridere?
Da sempre e' con i
potenti che se la
prende la satira. E
non dimenticate che
chi ha piu' potere
ha piu'
responsabilita'.
Che colpa abbiamo
noi se voi non
sapete ridere e
quando ci provate
spalancate la bocca
nel classico ghigno
di chi ci vuole
sbranare?
Dario Fo, Franca Rame e Jacopo Fo