I
Social forum però
non parleranno dal
palco - "La
Cgil sbaglia, ma ora
non è tempo di
divisioni"
Agnoletto: "I
No global al fianco
dei lavoratori"
"Il
terrorismo è
l'antitesi dei
movimenti"
ROMA
- I Social forum
saranno parte della
grande
manifestazione di
sabato. Il movimento
No global ha
dapprima spinto per
lo sciopero generale
e poi, quando la
Cgil ha ingaggiato
lo scontro, ha
aderito con
entusiasmo sia al
corteo che allo
sciopero. Ma la
morte di Marco Biagi
ha cambiato il
quadro. Ne abbiamo
parlato con Vittorio
Agnoletto.
Agnoletto, alla
luce dell'omicidio
di Bologna con che
spirito sarete in
piazza sabato?
"Saremo in
piazza per la
democrazia, per la
difesa dei diritti,
contro il terrorismo
e contro chiunque
abbia armato la mano
omicida".
Ma il ministro
Maroni ha chiesto
che vi venga
impedito di
partecipare alla
manifestazione
lasciando intendere
che ci sia una
qualche collusione
fra voi e chi ha
ucciso.
"Il
terrorismo è
l'antitesi dei
movimenti sociali,
parla il linguaggio
della morte e della
paura, mentre i
movimenti parlano il
linguaggio della
vita e della
speranza. Il
terrorismo è contro
il movimento perché
diffonde paura,
perché spinge la
gente a rinchiudersi
in casa, a
rinunciare alle
lotte per i propri
diritti. Ed è
questo il medesimo
obiettivo
dell'attacco
condotto dal
ministro Maroni al
movimento contro
questa
globalizzazione:
usare
strumentalmente le
azioni omicide del
terrorismo per
cercare di
attaccare,
criminalizzare e
cancellare i
movimenti sociali.
Nessun governo,
nessun ministro,
finché in Italia
sarà in vigore la
Costituzione
repubblicana potrà
impedire a chiunque
il diritto di
manifestare. Invece
ci sono domande
senza risposta. Com'è
possibile che, con
le tante
informazioni
raccolte negli
ultimi mesi, i
servizi segreti non
siano stati in grado
di bloccare gli
assassini? Sia che
da parte dei servizi
segreti si tratti di
inefficienza o di
colpevole inerzia, i
ministri competenti
dovrebbero, per
dignità etica ancor
prima che per
ragione politica,
dimettersi
immediatamente".
Il 23 comunque
per la prima volta
sarete in una piazza
non vostra, sarete
con molti altri
soggetti.
"Noi saremo in
piazza con la
consapevolezza del
significato politico
e sindacale della
manifestazione. Se
oggi si muovono
diversi pezzi di
società civile è
un risultato
positivo reso
possibile dal fatto
che noi per sette
mesi, da Genova in
poi, abbiamo retto
da soli
l'opposizione al
governo Berlusconi.
Non dico che è
tutto merito nostro
ma in qualche modo
c'è anche l'onda
lunga della
resistenza partita
da Genova".
Che parole d'ordine
porterete nelle
strade di Roma?
"Certamente
la difesa
dell'articolo 18 ma
anche la richiesta
di estensione alle
piccole imprese
dello statuto dei
lavoratori; la
necessità di
costruire un legame
fra precari,
lavoratori in nero,
atipici (che sono
larga parte del
nostro movimento) e
dipendenti ma anche
il rifiuto della
concertazione che ha
privato i lavoratori
di un ruolo di
protagonismo sociale
e la richiesta di un
cambio di rotta
della Cgil a questo
proposito. Inoltre
andiamo alla
manifestazione per
ribadire il no alla
guerra, al
terrorismo e alle
politiche
neoliberiste".
Non solo
tematiche
strettamente
sindacali dunque.
"Ci
troviamo di fronte a
movimento molteplice
che non è solo
sindacale e noi
vogliamo
interloquire con
chiunque portando i
nostri contenuti. Le
spiego. Venerdì ho
fatto un'assemblea
con i professori di
Firenze. Noi
condividiamo le
richieste di una
magistratura
indipendente, di una
giustizia uguale per
tutti, di
un'informazione
pluralista. Detto
questo, per noi dire
che la legge è
uguale per tutti
significa non
accettare le leggi
proibizionistiche
sulla droga o i
centri di detenzione
per gli immigrati
che vengono
'incarcerati' senza
che abbiano commesso
reati. Legge uguale
per tutti significa
dire no alla guerra.
Il pluralismo
dell'informazione
significa dare
spazio alle radio di
base o alla stampa
locale. Insomma
rapporti con tutti
ma con i nostri
contenuti sociali.
Però se qualunque
pezzo di movimento
pensa di poter
rappresentare tutti
sbaglia".
Materialmente
come parteciperete
alla manifestazione?
"L'appuntamento
è in piazza Esedra
con uno striscione
che dirà 'No
all'abolizione
dell'articolo 18, no
alla guerra e alle
politiche
neoliberiste. Un
altro mondo è
possibile'. Lì ci
sarà il nostro
spezzone anche se è
possibile che molti
Social forum si
troveranno in altre
parti della
manifestazione".
Superata
l'amarezza per il no
di Cofferati ad un
vostro intervento
dal palco?
"Non si
tratta di amarezza,
do un giudizio
politico: qullo è
stato un errore.
L'importanza della
giornata del 23
marzo travalica
quella di ogni
singolo attore e
rifiutare
l'intervento del
Movimento dei
movimenti le
battaglie sindacali
hanno solo da
guadagnare
confrontandosi con i
contenuti di altri.
Certo ci pone delle
domande rispetto
alle aperture che ci
erano arrivate dal
congresso della Cgil.
Ma di questo
discuteremo in altre
occasioni, oggi è
importante la
giornata del 23
dove, pur nelle
diversità, le voci
dei movimenti devono
entrare in sintonia
con il
sindacato". (a.
d. n.)