Organizzazione


Salta l'organizzazione, il popolo Cgil invade la città

Treni arrivati in ritardo, pullman fermi sul Grande raccordo anulare. La partecipazione straordinaria alla manifestazione sconvogle ogni previsione. Oltre 400 persone ricorrono alle cure mediche.

ROMA - Asta della bandiera sulla spalla, cappellino calcato in testa, piedi a calpestare i volantini e i rifiuti lasciati da un popolo "che ha detto la sua" e adesso è pronto a ricominciare. I partecipanti alla grande manifestazione della Cgil contro la riforma dell'articolo 18 sono sulla strada di casa, anche se la loro invasione cominciata stamane alle prime luci del giorno finirà solo nel tardo pomeriggio. E i disagi per le oggettive difficoltà nel gestire una partecipazione enorme che non solo ha seguito le aspettative, ma le ha sicuramente superate.

Tanto che appena terminato l'intervento di Cofferati, lo stesso microfono con cui aveva parlato il segretario della Cgil si è trasformato nell'unica possibilità di ritrovare le tante persone che si sono perse nella calca che si estende dalla Piramide al Colosseo, dal palazzo della Fao al Lungotevere. La scansione dei nomi di bambini, stranieri, persone di ogni età e di ogni etnia che hanno perso i propri familiari o gli amici con cui erano arrivati in città.

E l'organizzazione, anche se forte di migliaia di volontari e responsabili d'ogni singolo, sembra saltata, in modo quasi inusuale per la manifestazione del più grande e rappresentativo sindacato italiano. Tanto che come avvenne in occasione della festa per lo scudetto della Roma i ruderi del Circo Massimo, che si trovano nella parte finale del catino in cui un tempo correvano le bighe, viene preso d'assalto. L'area, vietata al pubblico, e recintata viene violata da migliaia di persone che si siedono in ogni dove, comprese l'area degli scavi archeologici e salgono sui vecchi bastioni per vedere meglio il palco. 

Ma non gli si possono dare tutti i torti, del resto l'area permette di respirare, di ripararsi dalla massa enorme. Tanto che se ancora mancano alcune ore al consuntivo finale già si può dire che oltre 400 persone sono state assistite nelle tende sanitarie disposte lungo i percorsi dei cortei e un uomo, sui sessanta anni, è dovuto essere trasportato in ospedale. "Per lo più si è trattato di colpi di calore, di stanchezza, e di calo degli zuccheri - ha detto il responsabile, Pino Ungaro della Croce rossa - solo in un dozzina di casi abbiamo dovuto ricorrere all'ospedalizzazione presso il Fatebenefratelli, il San Giovanni o il Celio''. Complessivamente,  nel servizio sono stati utilizzati 18 ambulanze con medico a bordo e 150 volontari.

I problemi c'erano stati anche all'arrivo. I tantissimi treni speciali si sono accavallati l'un l'altro e almeno dieci convogli, secondo l'organizzazione, hanno dovuto attendere molto tempo, prima di giungere a destinazione. E per fermare le proteste alla stazione Ostiense di chi ha dovuto fare moltissime ore di viaggio è stata necessaria l'opera di convincimento del servizio d'ordine. Ma anche per chi aveva scelto i pullman i problemi all'arrivo sono stati molti. Tanto che molti sono stati i torpedoni che sono rimasti bloccati sul Grande raccordo anulare.  

Ora che tutto è finito il mare di teste e bandiere ondeggia verso i punti d'incontro a un ritmo lento, disperdendosi per le vie del centro. Poco prima delle 15 l'Atac ha potuto ripristinare i capolinea degli autobus in piazza dei Cinquecento, piazza Venezia e Stazione Tiburtina: questi ultimi però verranno nuovamente spostati fino alle 17, quando i manifestanti torneranno alla stazione per salire sui treni speciali. Restano invece ancora ferme le linee del tram 3, che non può percorrere viale Aventino, e quelle di autobus lungo la Cristoforo Colombo dove sono parcheggiati molti pullman, anche sul lungotevere il deflusso dal Circo Massimo crea molte difficoltà ai mezzi pubblici.

Alla fine comunque ci sarà soddisfazione per l'andamento della giornata. Il sindaco Walter Veltroni ringrazia la città per aver dato "ancora una volta, una strordinaria prova di accoglienza e civiltà, ospitando quella che è stata, senza dubbio, la più grande manifestazione democratica di questo Paese dal dopoguerra a oggi" ma  anche "il personale del trasporto pubblico, quello dell'Ama, i servizi di pronto intervento sanitario, la protezione civile, i vigili del fuoco e tutti gli operatori dei pubblici servizi".

Soddisfatto anche il questore Giovanni Finazzo. "Tutto si è svolto regolarmente. E' stato fatto il possibile al fine di limitare i disagi alla cittadinanza''. Che poi parte della città sia rimasta chiusa nel suo quartiere è purtroppo un'altro discorso. Il questore ha comunque messo in evidenza la collaborazione con la Cgil, con la quale si sono svolte molte riunioni sugli aspetti organizzativi.