La Stampa
Cgil-day, Roma invasa dai manifestanti
ROMA. «Siamo più del doppio del 1994». È questa la prima indicazione sui numeri della manifestazione che Sergio Cofferati concede ai Giornalisti al suo arrivo in un gremitissimo Circo Massimo. E l'affluenza dei cortei nell'area dove è stato allestito il palco non è ancora terminata. Bertinotti parla di «atto costituto di un popolo» Ma l'indicazione del leader della Cgil suona anche un pò come una rivincita nei confronti dei «colleghi» di Cisl e Uil che, sette anni fa, avevano contribuito a portare un milione di lavoratori in piazza contro il governo Berlusconi sotto lo slogan «guarda che audience». Una manifestazione che Cofferati ha fortemente voluto, e ha convocato da solo. «Solo sì - dice- ma a volte è inevitabile.
E sulla manifestazione di Roma sono oggi puntati i media di tutto il mondo. Sul palco solo i dirigenti della Cgil. I leader politici rimangono sotto.I piazza i lavoratori arrivano in tantissimi, come avevano annunciato. Da una punta all'altra dello stivale sono arrivati a Roma per la manifestazione indetta dalla Cgil per contestare le modifiche all'articolo 18 e per esprimere la 'condanna della piazza' al terrorismo. Piazza, che oggi vuol dire, oltre a Cgil, autoconvocatì , politici dei DS, Prc, Verdi, noglobal. Oltre sessanta treni speciali, novemila bus, navi e aerei speciali sono giunti nella capitale. A migliaia, con bandiere e striscioni, dalle prime luci dell'alba sono sfilati recandosi nei luoghi di appuntamento. In piazza D'Alema firma più autografi di Sabrina Ferilli. Chi tra i romani si è alzato presto si è trovato di fronte a una scena surreale: una città viva e invasa da lunghe colonne di pullman e di persone che camminano lungo le strade.
Due gli slogan ufficiali della manifestazione: «Articolo 18 non ci sto!»e «Contro il terrorismo: per la difesa della democrazia e dei diritti», mentre i noglobal dell'area Disobbediente del movimento hanno annunciato che espongono striscioni: «Un omicidio per il regime». «No al terrorismo di Stato». Non mancano però gli striscioni più «leggeri». E dopo il «Berlusconi pinocchio» dei girotondi, il premier viene accomunato anche ad un Robin Hood «del terzo millennio: toglie ai poveri per dare ai ricchi». E il mare di bandiere rosse della Cgil, dei Ds, dei comunisti italiani, viene punteggiato anche dal tricolore.
Prima dell'omicidio Biagi, quella di oggi doveva essere anche una giornata di festa, oltre che di protesta. Al Circo Massimo era previsto un palco riservato all'esibizione di diversi gruppi musicali. Tutto annullato, in segno di lutto. Dai leader politici del centro-sinistra e da Di Pietro vengono aspre critiche a Berlusconi per il nastro registrato trasmesso ieri su tutte le reti tv. Oliviero Diliberto, segretario dei Comunisti italiani, accusa Berlusconi di aver fatto propaganda sulla bara di un uomo ucciso, oltretutto non protetto adeguatamente dallo Stato. «Si tratta di un atto di sciacallaggio politico». Per Di Pietro il discorso pronunciato ieri dal primo ministro Berlusconi è un «atto di irresponsabilità». Critiche anche da D'Alema («Grave errore strumentalizzare il terrorismo»), Bertinotti («Le parole di Berlusconi sono allarmanti; tra parole e pallottole c'è differenza»), Veltroni («Berlusconi unisca e non divida il paese»)
«Avevamo la certezza che sarebbe stato così. La presenza di tanta gente l'avevamo riscontrata nelle riunioni preparatorie». Così Sergio Cofferati, ha commentato la massiccia partecipazione ai cortei di questa mattina. Di fronte ad un'area già gremita alle 10,20 del mattino, quando ancora stanno giungendo i sei cortei provenienti da varie zone della capitale, Cofferati ha colto con soddisfazione in colpo d'occhio del Circo Massimo. «Per lottare contro il terrorismo che rialza la testa, e per difendere la democrazia - ha detto Cofferati - si impone l'esigenza di far rispettare i nostri diritti». «Il confronto con il governo riprenderà solo se quest' ultimo stralcierà le modifiche all'articolo 18 e terrà conto quindi delle richieste delle persone che stanno manifestando nella capitale». Alla domanda se dopo questa manifestazione sarà possibile riprendere il dialogo con il governo in un clima di maggiore serenità, Cofferati ha risposto: «Non lo so. Non dipende da noi. La nostra posizione è nota da tempo, è indispensabile lo stralcio. Se ciò avverrà riprenderemo il confronto».
Cofferati, guardando la piazza gremita, ha affermato che «il governo deve tenere conto di tutte queste persone e delle loro intenzioni». Nel comizio conclusivo della manifestazione, Cofferati ha dichiarato: «Noi pensiamo all'estensione dei diritti, alla loro modulazione per i nuovi lavori e per i tanti giovani che oggi non hanno nè tutele nè diritti riconosciuti». Il leader ha poi sottolineato che «noi siamo figli dell'idea della solidarietà», contrapposta al paternalismo delle forze che oggi stanno al governo. «Noi pensiamo anche alla riforma delle tutele - ha aggiunto Cofferati - in particolare degli ammortizzatori sociali, intrecciandoli con la formazione, in modo da dare a tutti la possibilità di restare nel mondo del lavoro e di rientrarvi quando ne vengono espulsi. Ma pensiamo anche a un sistema universale dei diritti che valga per chi è nato qui e per chi, essendo nato altrove, decide di venire a vivere e lavorare qui con l'idea dell'universalità dei diritti». Nel puntare a questo obiettivo, osserva il leader della Cgil, «ci siamo chiesti: è credibile questo obiettivo se contemporaneamente accettiamo di togliere o alterare antichi e fondamentali diritti per altre persone. La risposta vi è nota: è no!».
Riguardo al terrorismo, il leader della Cgil ha poi aggiunto: «A noi non sfugge che la follia del terrorismo cerchi sempre la componente simbolica e nella simbologia è evidente anche l'attacco alle politiche di coesione: si vuole intimidire chi svolge la preziosa funzione sociale». Sconfiggere il terrorismo, «è compito di tutti i democratici». «Non deve sfuggire a nessuno - ha detto ancora il leader della Cgil - l'altra novità della follia terroristica: l'omicidio è stato consumato mentre cresceva la mobilitazione dei cittadini a sostegno delle loro vitali esigenze, mentre cresceva un movimento vasto e determinato secondo la prassi democratica. Agli inquirenti e alle forze dell'ordine, il compito di catturare i criminali - ha aggiunto - fare luce sulle tante zone d'ombra, sul perchè è stata lasciata sola una persona minacciata: da parte nostra, una risposta democratica».