AMICI DI BERTRAND RUSSELL


Vai ai contenuti

i filosofi ispiratori

le costituzioni che hanno cambiato la società


FILOSOFI
ISPIRATORI



I FILOSOFI CHE ISPIRARONO LE COSTITUZIONI MODERNE



Meritano una breve presentazione i filosofi illuministi che ispirarono le Costituzioni moderne. Ovviamente sarebbero più numerosi, ma per ragioni di spazio e per rendere più facile la lettura siamo stati costretti ad una forzata e forse ingiusta selezione.


JOHN LOCKE (1632-1704)
Nella sua opera fondamentale “Due trattati sul governo”, Locke sostiene che il potere assoluto appartiene al popolo il quale può delegarlo allo Stato, senza tuttavia rinunciare ai propri diritti intoccabili di libertà, di eguaglianza, di proprietà, di rispetto per le persone e di tolleranza religiosa, mai disgiunta da quella politica.

FRANCOIS-MARIE AROUET VOLTAIRE (1694-1778)
Voltaire è l’interprete per eccellenza del pensiero illuminista, un agitatore pronto a lottare con tutti i mezzi per i diritti civili, per la tolleranza, per una società razionalmente organizzata, da realizzare senza ricorrere alla rivoluzione. Le sue “Lettere inglesi”, incideranno fortemente sul pensiero politico, civile e letterario che porterà ad abbattere l’assolutismo in Francia.

JEAN JACQUES ROUSSEAU (1712-1778)
Allo stato di natura, per Rousseau non c’è il sopravvento degli “interessi particolari” su quelli “comuni”, perché i “i frutti sono di tutti e la terra di nessuno”. Non potendo ritornare l passato, egli nel Contratto sociale propone una nuova società democratica, dove la “sovranità” deve appartenere al popolo e la “volontà generale” essere espressa quando cessano le volontà particolari per dar vita ad un “io comune”. Il popolo sovrano detiene il potere legislativo, e il potere esecutivo deve limitarsi a eseguire. Poichè il popolo da solo non è in grado di prendere decisioni conformi al “pproprio bene”, dovrà essere affiancato da un “legislatore” che, “interagendo con il popolo costituisce la repubblica”. Questi trasmetterà le leggi al popolo che le promulgherà.

CHARLES-LOUIS DE MONTESQUIEU (1689-1755)
Con «spirito delle leggi» Montesquieu introduce per la prima volta nell’illuminismo il dibattito politico. Attratto dal regime inglese, propone un modello di Stato suddiviso in tre poteri, dove il più importante, il legislativo, viene affidato al Parlamento, quello esecutivo ai ministri scelti dal re, e il giudiziario ai magistrati. Necessariamente i tre poteri dovranno rimanere indipendenti, controllandosi a vicenda per la salvaguardia della libertà pubblica contro ogni tentativo di tirannide.

CESARE BECCARIA (1738-1794)
Cesare Beccarla nella sua opera fondamentale “Dei delitti e delle pene”, affronta il problema della tortura, in polemica con il concetto religioso che vede il delitto come peccato da espiare con sofferenza. Beccarla sostiene che la pena di morte non è “né utile né necessaria”. Spesso alla radice dei reati e dei delitti sta l’ingiustizia sociale garantita dalle leggi del tempo fatte da “uomini ricchi e potenti” che non conoscono i drammi e le angosce dei poveri, sovente spinti al delitto dalle loro disperate condizioni di vita.

(La sintesi delle opere dei suddetti filosofi è tratta da testi scritti dal prof. Benito Lorigiola per il catalogo della “Mostra sulla nascita delle Costituzioni” organizzata dal Comitato padovano per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia e l’Associazione Mazziniana).

Home Page | massime di grandi pensatori | bio e opere | interviste a b_russell | commenti e considerazioni | pagine di discussione | le costituzioni che hanno cambiato la società | libri consigliati | testi classici del libero pensiero | pensieri e aforismi di b_russell | petizioni | Mappa del sito


Torna ai contenuti | Torna al menu