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COSCIENZA


articolo del 1 novembre 2013


LA COSCIENZA DEL BENE E DEL MALE

Gianfranco Dugo



Se la coscienza del bene e del male fosse innata come ci dicono i teologi cristiani, tutti gli individui di tutte le culture dovrebbero averla in dotazione uguale. Sappiamo invece che nelle culture primitive la concezione del Bene e del Male è molto diversa da quella dei popoli civili. E anche nei popoli cosiddetti civili questa concezione è diversa. Ad esempio quando si uccide un nemico in guerra anche gli individui civili non provano nessun rimorso. Anzi, più nemici si uccidono in un conflitto, più i soldati vengono premiati con le medaglie. Purtroppo le guerre si fanno spesso per avidità territoriale o politica. Quando nel 1940 la cattolicissima Italia dichiarò guerra alla cattolica Francia e alla cristiana Gran Bretagna, il principale motivo della guerra era territoriale: Mussolini voleva spartirsi con Hitler le loro colonie. Quando Hitler perseguitò (e sterminò 6 milioni di ebrei) pochi cristiani provarono orrore. Dov'era la loro coscienza del Bene e del Male?
Alcuni anni fa ho letto un libro che mi fu prestato. Il libro, di cui non ricordo né il titolo né l'autrice, parlava della religiosità dei mafiosi. Questi tristi individui uccidono con ferocia loro "traditori" e chi rifiuta di piegarsi alle loro richieste. Il giorno dopo vanno in Chiesa a pregare e i loro covi sono pieni di immagini religiose. Dov'è la loro coscienza del Bene e del Male?




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